rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Elezioni comunali 2014 Centro Storico / Piazza della Santissima Annunziata, 8

Grillo in Ss Annunziata per il derby contro Renzi e Nardella. Fischio d'inizio alle 21

Il leader del M5S arriverà in piazza in camper. Sul palco Miriam Amato, Alessandro di Battista, Alfonso Bonafede. "Puntiamo alla piazza piena perché queste sono elezioni politiche", dicono dal meetup. L'obiettivo: "Mandare a casa Renzi"

Mercoledì 21 maggio, ore 21. Sedici mesi dopo lo Tsunami Tour, era il 25 gennaio 2013, Beppe Grillo ritorna in piazza Santissima Annunziata. Cambia il meteo: la prima volta, chi c’è stato si ricorderà sicuramente il freddo alle mani e i geloni ai piedi, le sciarpe e i cappotti spessi. Non è cambiato il ‘clima’ della faccenda, che è rimasto rovente. Attenzione, però, in questa storia, tutto cambia e niente cambia.

>>> LA DIRETTA DALLA PIAZZA <<<

C’è Grillo sul palco. Con lui, però, non ci sarà “Gargamella”, quel Pierluigi Bersani che dopo il tonfo alle politiche del 2013 è rimbalzato sul governo di minoranza e poi è stato impallinato con Prodi dai 101 franchi tiratori del Pd. E neppure “Rigor Montis”, l’ex presidente del Consiglio, il “curatore fallimentare imposto dalle banche e della Germania”.

Ci sarà però “Orfeo”, il Presidente della Repubblica, il massimo catalizzatore della rabbia grillina (è la spiegazione sta anche nella matematica visto che Napolitano è al Quirinale fin dagli albori del V-Day). Ci sarà, come sempre, lo “Psico Nano”, Silvio Berlusconi che non è più Cavaliere e non è più senatore per via della condanna in via definitiva per frode ai danni dello Stato. E cosa è cambiato rispetto ad un anno fa? Per Grillo “è morto”, ma lo era anche alla vigilia delle ultime politiche. Per i sondaggisti è messo maluccio e c’è chi parla di slavina, dell’ultimo canto del cigno. Eppure, in questo strano Paese, è ancora lì a giocarsi un pezzo di leadership italiana. Il 25 la vera sentenza: o nuovamente dentro a maneggiare il calderone della politica, o definitivamente fuori.

Non ci sarà “Capitan Findus”, Enrico Letta. Al suo posto ci sarà chi ha certificato la sua cacciata da Palazzo Chigi, “l’Ebetino di Firenze”, il premier Matteo Renzi. L’uomo contro il quale Grillo ha puntato tutto la campagna elettorale. Gli albori dello scontro si erano già visti nella diretta streaming più discussa della storia della politica, durante le consultazioni messe in piedi da Renzi quando era intento a formare la squadra di Governo. “Non ti faccio parlare, sei un bluff, un giovane-vecchio”, Grillo; “Esci da questo blog”, Renzi. Stretta di mano e tutti a casa. A quattro giorni dal voto, se non fosse per Renzi ha cominciato a dare del “buffone” a Grillo, sembra che tutto si sia cristallizzato in un eterno presente (che a vederla bene va avanti dal 1994).

Tutto qui? Neanche per sogno. La storia dei nomignoli è bazzecola. E così si ritorna a quel gennaio 2013, a quell’aria rovente, a quella sorta di referendum sulla geografia politica di domani. Renzi, Grillo; Grillo, Renzi. Tic-Tac, Tic-Tac, vanno di corsa le lancette che separano il Paese e gli italiani al voto. Ma non dovevano essere elezioni europee; ma non c’era di mezzo il fiscal compact, l’austerity, le banche, l’Unione politica e quella dei mercati? Si e no.

Lo sono perché le urne di domenica ridisegneranno la composizione del Parlamento europeo. Lo sono perché per la prima volta i cittadini europei sono chiamati ad eleggere il presidente della Commissione UE.

Non lo sono, perché le urne si sono trasformate in un pretesto per un derby tra due fenomenologie, la rottamazione e il grillismo. Un referendum tra chi pone il Paese al bivio, “o noi, o loro”, Grillo, e chi ha scardinato la politica battendo sulla strada del “non sarò mai come loro”, Renzi. La rottamazione che da corrente dominante Pd si è messa alla guida del Paese; e il Movimento, la Rete, i MeetUp, che domenica proveranno a dare la spallata. Un testa a testa in un clima di incertezza assoluta, pieno di incognite per via di una situazione costantemente in divenire, volatile. Con Renzi che guarda al 2018 ma punta al primato delle crocette per mettere a tacere i “gufi” fuori e dentro al Pd (e magari disintegrare una volta per tutte le resistenze della minoranza dem) e ribadire l’azione riformatrice, volta al cambiamento, del suo Governo. Con Grillo che, nel giochino inaugurato dal premier quando era ancora sindaco, il ‘prova a prendermi’, muore dalla voglia di gridare ‘preso’, per poi portare il conto a Renzi, Napolitano e al Parlamento.

In questa cornice, che lega insieme il futuro del Governo, quello di Napolitano, le sorti della legislatura, c’è una partita dentro la partita: quella che si gioca proprio a Firenze. Che rappresenta la fucina ideologica della rottamazione, dove è cominciata e si è strutturata l’Era Renzi. Ed è proprio nella città tanto cara all’ex sindaco, dove ha pronunciato le sue prime parole da segretario del Pd, che Grillo vorrebbe fare il grande ‘sgarbo’. E, dicono dal M5S, sancire “il KO tecnico”. Per questo tra poche ore sul palco di piazza Santissima Annunziata salirà anche Miriam Amato, candidata sindaco del M5S nel capoluogo toscano. Con lei, a tirargli la volata verso “un sicuro ballottaggio”, come ha sottolineato il deputato 5 Stelle Alfonso Bonafede, ci sarà oltre a Grillo anche Alessandro Di Battista. Grillo, questa sera, alle 21 arriverà in camper. Lo scorso anno la piazza era piena: il M5S prova a fare il bis e a far tremare Renzi e Nardella.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Grillo in Ss Annunziata per il derby contro Renzi e Nardella. Fischio d'inizio alle 21

FirenzeToday è in caricamento