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Elezioni regionali Toscana 2020

Elezioni regionali: intervista alla candidata di centrodestra Ceccardi

"Per la casa popolare premieremo gli anni di residenza, da rivedere la riforma sanitaria e 'sospensione' della maxi gara per il trasporto pubblico locale"

Susanna Ceccardi, 33enne di Cascina, dove è stata sindaco (il primo sindaco della Lega in Toscana) dal 2016 al 2019, è la candidata presidente alle elezioni regionali di domenica 20 e lunedì 21 settembre per il centrodestra.

La candidata scelta dalla Lega (foto sopra dalla sua pagina Facebook) è sostenuta anche da Fratelli d'Italia, Forza Italia e dalla lista 'Toscana Civica'.

In caso di sconfitta, ha già detto che non resterà in Regione ma tornerà a fare l'euparlamentare a Bruxelles, dove è stata eletta nel 2019. In questa campagna ha evitato di puntare su sicurezza e immigrazione, tenendo su questi temi toni più sfumati rispetto al passato.

Tra le altre cose, Ceccardi sostiene la costruzione in Toscana di un Cpr, Centro di Permanenza per il rimpatrio.

Ceccardi, per vincere in Toscana il centrodestra ha bisogno anche dei voti di chi ha sempre votato a sinistra, come si prendono?

Girando per la Toscana. Mi sono limitata a raccontare la mia visione delle cose: sulla sanità, le infrastrutture, il declino economico, la troppa burocrazia. Questo pragmatismo, come accaduto già in comuni come Siena o Pistoia, è stato apprezzato anche da coloro che votavano i partiti del centrosinistra. Tutto qua, non c'è nessun tatticismo dietro. 

Nel centrodestra c'è chi le preferiva un profilo più 'moderato', cosa replica?

Tutte le forze della mia coalizione si impegnano pancia a terra per sostenermi. Questa è la risposta più bella. E ho avuto l’importante sostegno dell'ex presidente del Senato Marcello Pera, autorevole esponente di quel mondo moderato il cui coinvolgimento non era dato per scontato. In tutti i casi saranno i cittadini a giudicare le nostre proposte, di buon senso e senza alcun elemento di estremismo o faziosità.

Passiamo a temi più programmatici. Aeroporto di Firenze. In passato lei si è detta contraria all'ampliamento, come buona parte della Lega pisana e non solo. Deve essere ampliato o no?

Ho semplicemente chiesto che per l'aeroporto di Firenze sia presentato un progetto che superi le eccezioni del ministero e le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Noi vogliamo lo sviluppo di Peretola e del nostro sistema aeroportuale ma se continuiamo a riproporre progetti già bocciati, il volantino di Giani del 1989, in cui promette lo sviluppo di Peretola, rischia di rimanere attuale anche fra 5 anni.

Alta velocità ferroviaria: sì o no al tunnel di 7 chilometri sotto Firenze e alla stazione Foster? Perché?

L'analisi costi-benefici parla chiaro, dice che merita completarla. Ma è evidente a tutto il mondo che se siamo ancora fermi, dopo tutti questi anni, non si può dare solo colpa alla burocrazia o alla sfortuna, ma ai soliti conflitti interni al centrosinistra che hanno imbalsamato Firenze e la Toscana. Anche in questo caso farò sedere ad un tavolo tutte le parti coinvolte e bisognerà trovare il modo di andare avanti in modo economicamente e tecnicamente sostenibile. 

Terza corsia della superstrada Fi Pi Li: va fatta o no?

Sono 'post-ideologica' e il mio faro è la concretezza: non si può essere favorevoli o contrari ad un'opera per partito preso. Ci sono ipotesi affascinanti che si scontrano con la realtà, e questa rientra tra le 'gianate' ascoltate in questi mesi. In dieci anni la regione non ha realizzato una sola opera strategica per la Toscana. Io mi concentrerò su opere già progettate e finanziate, per realizzarle velocemente. Non è il momento del libro dei sogni. Noi proponiamo un investimento da 100 milioni di euro per la messa in sicurezza e l’ammodernamento della Fi-Pi-Li, e un potenziamento dei collegamenti ferroviari sulla tratta che alleggeriscano la pressione dei veicoli sulla FI-Pi-Li.

Quali infrastrutture vuole realizzare nei prossimi 5 anni in Toscana?

Se parliamo di opere infrastrutturali strategiche, dopo decenni di promesse e pasticci a carico del contribuente, ci sarebbe l'imbarazzo della scelta. Partiremo da quelle per cui sono già disponibili i finanziamenti. Diciamo che la Tirrenica è forse al primo posto come mix di fattibilità e urgenza. Ma è quasi tutta la nostra Regione ad avere bisogno di migliori collegamenti ferroviari e stradali, senza i quali, anche opere come la Darsena Europa a Livorno rischiano di rimanere cattedrali nel deserto. 

Come migliorare il trasporto pubblico su ferro e su gomma? Ha condiviso la decisione della maxi gara unica per affidare la gestione del trasporto pubblico o tornerebbe indietro?

Partiamo dal nome: TPL sta per trasporto pubblico locale, non regionale. Le specificità dei territori, le esperienze maturate nei decenni dalle aziende locali dovevano essere valorizzate, non annullate. Nei nostri comizi gli applausi più convinti sono stati forse proprio quelli contro questa gara da 4 miliardi di euro per un servizio che già è stato abbondantemente massacrato in questi anni. Quando saremo alla guida della Regione la sospenderemo in autotutela.

Come rilancerebbe le politiche per il lavoro?

E' difficile vedere le politiche per il lavoro come qualcosa di scollegato dagli altri insiemi del sistema toscano. Semplificando la burocrazia, abbassando la tasse, dando a questa Regione le infrastrutture che merita e aiutando le imprese ad affrontare crisi. Un aumento dell'occupazione deriverebbe di conseguenza. Dico anche però, come ha affermato il presidente di Confindustria Toscana, che la Regione deve fare di più per la formazione professionale coinvolgendo i privati.

Rifiuti. In caso di elezione, realizzerà nuovi inceneritori-termovalorizzatori? Se sì, dove? Se no, come si risolve il problema?

Non ho mai capito quegli pseudo-ambientalisti che lottano contro gli impianti in grado di generare energia dai rifiuti e si sentono così piacevolmente attratti dalle discariche. La Toscana merita un nuovo piano che contempli tre nuovi termovalorizzatori, uno per ogni macroarea, in un luogo da individuare con il coinvoglimento dei sindaci, rigorosamente di ultima generazione, assieme ad un aumento della raccolta differenziata e di sistemi di recupero e reimpiego degli scarti industriali. Andremo invece convintamente verso la chiusura delle discariche tanto care al Pd. 

Asilo nido, come dare la possibilità a tutti i bambini di accedervi?

A Cascina, dove io ho fatto il sindaco, abbiamo esaurito tutte le liste di attesa delle graduatorie. I bambini hanno trovato posto o negli asili comunali o nel privato convenzionato, al prezzo del comunale. Ma questo lo dobbiamo replicare in tutta la Toscana, perché lavorare e mettere su famiglia non devono più essere due cose in contrapposizione.

Università e diritto allo studio, cosa può essere migliorato?

Mi lascia perplessa il fatto che la famiglia di uno studente di Pisa, Siena o Firenze sopporti gli stessi costi del 2019 per un servizio di fatto dimezzato. Non mi riferisco solo alle rette, dove qualcosa è stato fatto. Si pensi agli affitti, ai viaggi, persino ai libri. Molti studenti lamentano il fatto che, nel periodo in cui le biblioteche erano chiuse, hanno dovuto sborsare centinaia di euro per acquistarseli. Faremo dialogare di più e meglio scuola, università, formazione e impresa.

Sanità. La giunta Rossi ha ridotto il numero delle Asl, dividendo la Toscana in tre macro aree. Cosa ne pensa? E' necessario tornare indietro?

Ripenseremo le maxi Asl volute dalla giunta Rossi e che lo stesso Giani ha votato convintamente. Il personale medico è stato mortificato, nonostante abbia dimostrato competenza e professionalità durante l’emergenza sanitaria. Soprattutto vogliamo ridare dignità ai piccoli presìdi ospedalieri, ai territori che vedono sempre più lontani i servizi essenziali. E’ inaccettabile che ci siano persone che perdono la vita a causa della distanza tra la loro casa e l’ospedale più vicino.

Cosa pensa dei vaccini?

Da mamma ho fatto tutti i vaccini a mia figlia. Da amministratrice ho fatto campagne d’informazione, ma investirei di più sull'informazione e la diffusione della cultura del vaccino.

Modificherebbe le normative regionali che stabiliscono i criteri per l'accesso alle case popolari? Come?

La casa popolare deve essere un diritto garantito in primo luogo ai toscani, premiando gli anni di residenza. Introdurremo inoltre l’obbligo di presentare la certificazione dello stato immobiliare, anche per gli stranieri, perché chi ha una casa altrove non può prendere il posto di chi non ha immobili. Però su questo vorrei essere molto chiara: il patrimonio di edilizia residenziale pubblica in Toscana deve essere ampliato e migliorato, così non è neanche lontanamente sufficiente. Trova soddisfazione solo il 4% della domanda. 

Come governare il fenomeno dell'immigrazione? Il modello toscano dell'accoglienza diffusa ha funzionato? Lei ha dichiarato più volte di essere favorevole a realizzare in Toscana un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr)

E' certamente un tema sensibile e capisco però fino a un certo punto le obiezioni di chi non vorrebbe un Centro per il rimpatrio in Toscana. E' troppo facile lavarsene le mani, come fatto finora, facendo accompagnare dalle forze dell'ordine gli irregolari nelle altre Regioni dove i Cpr esistono già. Poi guardi il problema dell'immigrazione è molto semplice: è sostenibile nella misura in cui è connessa al lavoro. E’ azione umanitaria accoglierli senza che ci sia la possibilità di poter lavorare per sostenersi autonomamente?

Lei si ritiene antifascista? Ha senso per lei oggi definirsi antifascista?

Rifiuto ogni forma di regime. I miei primi valori sono la democrazia e la libertà. Io da sindaco, a differenza del mio principale avversario, ho giurato sulla Costituzione. Quanto all'antifascismo, ho sempre detto che oggi è troppo facile definirsi antifascisti, non come nel '44, quando c'era veramente da imbracciare un fucile. Mi dà poi fastidio quella politica che brandisce la bandiera dell'antifascismo  per scopi elettorali. Mio zio è morto partigiano. 

C'è una persona, politica o no, alla quale si ispira?

Mahatma Gandhi, per svariate ragioni. Certo, in questa campagna elettorale, abbiamo sperimentato la nonviolenza intesa come indifferenza alle offese altrui.

Il governo deve chiedere i fondi del Mes? Che ruolo vede per la Toscana in Europa?

Non spetta a un presidente di Regione scegliere quale strumento attivare a livello nazionale, se il Mes, il Recovery Fund, o coinvolgere la Bce per un acquisto di Btp italiani in maniera maggiore, come avevamo auspicato. A un governatore spetta spendere bene i trasferimenti, e gli strumenti anche europei che vengono attivati. E comunque stiamo parlando di uno strumento, mi riferisco al MES, che non si sa se e quando arriverà perché al governo Pd e M5S non si mettono d’accordo. Se arriverà impiegheremo i soldi al meglio in sanità. 

La prima legge che promuoverebbe se fosse eletto/a presidente della Regione?

Ce ne sono alcune già pronte, proposte di legge depositate dal gruppo consiliare nel corso dello scorso mandato: penso ad esempio ai finanziamenti ai comuni che metteranno in atto interventi contro l’illegalità e l’abusivismo. Nella nostra regione ci sono ancora troppe situazioni di degrado estremo e di marginalità sociale, che spesso coinvolgono bambini e persone con disabilità. Noi creeremo un meccanismo di premialità che aiuterà quelle amministrazioni che aderiranno al protocollo che vareremo tra i primi atti della nostra Giunta.

E nei primi 100 giorni?

I primi 100 giorni sono un’invenzione di Renzi, e a lui la lascio volentieri visto che di quei cento impegni molti sono rimasti sulla carta. Se c’è un tratto che mi contraddistingue è il pragmatismo: ai cittadini non intendo proporre un libro dei sogni ma un progetto di rilancio della Toscana che partirà dal giorno dopo le elezioni. Quel che posso dire è che la priorità dell’amministrazione regionale di centrodestra sarà il lavoro, per scongiurare il rischio di un’impennata della disoccupazione.

Ultima domanda: cosa voterà al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari? Perché?

Voterò sì. In Europa ci sono nazioni che hanno meno parlamentari di noi e non è che là funzioni peggio la democrazia. Certo è che avrei preferito una riforma organica e non un taglio lineare.

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