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Cinque mostre da non perdere a Firenze nel 2023

Le esposizioni d'arte da non lasciarsi sfuggire in città

Da Maurizio Cattelan a Sauro Cavallini: nei primi mesi del 2023 Firenze ospita opere d'arte di grande pregio legate alla storia del XX secolo e che raccontano, nel caso dell'esposizione a Palazzo Strozzi, l'arte di artisti contemporanei come Damien Hirst e Sarah Lucas.

Reaching for the Stars

Dal 4 marzo 2023 Fondazione Palazzo Strozzi presenta "Reaching for the Stars. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye", mostra, curata da Arturo Galanino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, che propone una selezione di opere dei più importanti artisti contemporanei internazionali, tra cui Maurizio Cattelan, Sarah Lucas, Damien Hirst, Lara Favaretto, Cindy Sherman, William Kentridge, Berlinde De Bruyckere, Josh Kline, Lynette Yiadom-Boakye, Rudolf Stingel celebrando a Firenze i trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, una delle più famose e prestigiose collezioni italiane d’arte contemporanea.

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Alberto Giacometti e Lucio Fontana insieme (per la prima volta) in una mostra

Il Museo Novecento regala due mostra a Lucio Fontana. L'artista infatti sarà protagonista di un'esposizione a Palazzo Vecchio in cui per la prima volta le sue opere dialogheranno con quelle di Alberto Giacometti. Sculture e dipinti saranno quindi visibili nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello. Per la prima volta saranno, infatti, messe in relazione queste due colonne portanti del XX secolo, così distanti nelle attitudini e nella vita, ma altrettanto legate da una riflessione sulla verità nell’arte, conquistata attraverso l'esperienza della materia e insieme dell’immaginazione, in bilico fra la dimensione primordiale del tempo e quella cosmologica dello spazio.

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Lucio Fontana. L’origine du monde

Al Museo Novecento, invece, sarà ospitata la mostra dedicata solo a Fontana: "Lucio Fontana. L’origine du monde". Ben due piani del complesso museale ospiteranno le sculture e i disegni dell'artista donando così la possibilità ai visitatori di esplorare alcuni aspetti ancora poco sondati dell’opera del maestro italo-argentino, tra gli autori più innovativi del secolo scorso, quali la relazione originaria tra creazione artistica, procreazione e nascita della vita nell’universo, e il rapporto tra mondo finito e infinito. 

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"Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea"

All'intellettuale antifascista, nato a Torino nel 1902 e morto a Roma nel 1975, è dedicata la mostra "Carlo Levi a Firenze. Un anno di vita sotterranea". L'esposizione organizzata dalla Fondazione Giorgio Amendola in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi, il centro Unesco e l'Associazione Muse, vedrà esposte 34 opere e disegni oltre a una riproduzione del celebre telero "Lucania '61", nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi. La mostra, curata dal professor Pino Mantovani su progetto della Fondazione Carlo Levi, è dedicata al soggiorno fiorentino di Carlo Levi a Firenze (1941 - 1945), nel buio periodo degli anni di guerra e dell'occupazione nazista fino alla lotta di Liberazione, alla ripresa della vita pubblica democratica nella la città liberata dalla Resistenza sotto il governo autonomista.

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"Balletto per la pace di Sauro Cavallini. Un abbraccio per un mondo senza confini"

La speranza che un giorno la Terra torni a essere l’Eden che tutti vorremmo. Questa speranza ha ispirato il Centro Studi Sauro Cavallini - con il patrocinio del Comune di Firenze e il contributo di Florence Biennale - nella decisione di portare per la prima volta un'opera di Sauro Cavallini in piazza Duomo a Firenze. Balletto multiplo, questo il nome della scultura di 700 chili che sarà visibile nella piazza cittadina, posta di fianco alla cattedrale rappresenta un caso unico: non ci sono, infatti, precedenti di un’opera d’arte contemporanea collocata in quello spazio - compreso tra la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e la sede della Giunta Regionale della Toscana.

L'arte di Cavallini, soprattutto quando iniziò a praticare la scultura, fu segnata dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, che lui visse in prima persona in quanto per un periodo di circa un anno fu recluso nel campo di Gradaro, a Mantova.

E sempre a Cavallini fino alla fine di febbraio sarà visibile la mostra ospitata nelle sale di Palazzo Strozzi Sacrati che è stata inaugurata proprio in occasione del giorno della Memoria. Le opere che lui ha realizzato dopo essere stato liberato, quando fu arrestato dalla polizia fascista aveva solo 16 anni, oggi assumo valore di testimonianza artistica di un passato doloroso. In mostra sono presenti 16 di quei lavori, nati tra il 1961 e il 1963 in ferro e in ottone, che Cavallini non avrebbe più ripetuto negli oltre 50 anni successivi.

Foto: Lucio Fontana, Concetto spaziale, Natura, 1959-1960, bronzo, 65 x 63 x 53,5 cm © Fondazione Lucio Fontana, by SIAE 2023.

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