Patti Smith a Firenze: il concerto all'anfiteatro delle Cascine | FOTO
La sacerdotessa del rock non poteva scegliere modo migliore per festeggiare i 40 anni del suo primo, grande album
Giacca, gilet e pantaloni neri, sotto una camicia bianca come i suoi capelli, senza un velo di trucco, ma carica di empatia ed energia. Così Patti Smith, la sacerdotessa del rock, è salita sul palco, allestito all'anfiteatro delle Cascine, con la sua band: Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, compagni di musica dal 1975 che hanno partecipato alla registrazione di Horses, il figlio Jackson Smith alla chitarra e Tony Shanahan al basso.
Una donna che non ha bisogno di scenografie per ipnotizzare la platea: balla, saluta i fan, si sposta da un angolo all'altro del palco. Senza neanche un minuto di stop Patti, Lenny, Jay, Jackson e Tony hanno creato un'atmosfera unica, quella che solo le grandi band riescono a donare. Il pubblico è da subito partecipe. Incitato a cantare, saltare, ballare, lasciando che il rock s'impossessi dei movimenti per celebrare tutti insieme i 40 anni del disco battesimo della Poetessa, Horses. L'album, uscito nel 1975 fu un salto nel futuro: poesia e rock per la prima volta insieme e senza stonature.
Dopo l'inizio scoppiettante con "Gloria" di Van Morrison, e la sua celebre frase "Jesus died for somebody's sins but not mine", Patti e i musicisti ci accompagnano in un mondo più "reggae" con "Redondo Beach", per poi passare a "Birdland", "Free Money", "Kimberly", "Break it up". Ed ancora "Privilege (Set me free)"; la complessa e bellissima, "Land" divisa in Horses/ Land Of a Thousand Dances, La Mer(De); "Elegie" un inno per ricordare chi non c'è più.
Arriva poi la famosa "Because the night" scritta insieme a Bruce Springsteen e dedicata al marito.
Un finto addio, 2 minuti dietro il tendone nero del palco ed eccoli riemergere, impugnare i loro strumenti e suonare un unico, lungo bis: "People have the Power" sulle cui note si scatena una Patti Smith incontenibile, le corde della chitarra sembrano burro tra le sue mani, ne strappa alcune e su quelle rimaste continua a suonare posseduta dalla musica, regalando uno spettacolo unico.
Una forza della natura con una carica esplosiva, la "passionaria di Chicago" non delude mai.