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Economia

“Mondo Convenienza, ora al tavolo anche l’azienda”

Tavolo in Regione. Si Cobas: “Contratto della logistica per tutti”

Anche Mondo Convenienza al tavolo per il caso dei facchini e autisti del magazzino di Campi Bisenzio, gestito in appalto da Rl2. Questa era la richiesta del sindacato, Si Cobas, e questa è pure la volontà della Regione, emersa al termine dell’incontro di oggi.

“Abbiamo ascoltato testimonianze preoccupanti; ora coinvolgeremo entrambe le aziende. Le tensioni emerse nel confermano un problema che è di filiera: dobbiamo sentire non solo l’azienda che gestisce il magazzino ma anche la committente, e cioè Mondo Convenienza. Dobbiamo portarle rapidamente al tavolo”, le parole di Valerio Fabiani.

Di “incontro positivo e costruttivo” parlano i Si Cobas, dopo che lo sciopero al magazzino di via Gattinella ha raggiunto quota 18 giorni. “Abbiamo ribadito che Mondo Convenienza non può chiamarsi fuori. Speriamo di continuare in questo percorso, sia sindacale che politico. Sapevamo che la riunione di oggi era interlocutoria, ma la Regione con Valerio Fabiani ha dichiarato di non volersi limitare a fare da ‘arbitro’, bensì di assumere un ruolo attivo in difesa dei lavoratori. Ed è stata positiva la presenza di Filcams e Filt Cgil, perché è una battaglia comune per la dignità di tutti, indipendentemente dalle sigle”. In attesa della prossima “tappa” con Rl2 e Mondo Convenienza.

Nel corso dell’incontro i Si Cobas hanno rinnovato la richiesta dell’applicazione del contratto della logistica per l’intero magazzino. “Ad oggi abbiamo ben tre tipologie diverse, che corrispondono a lavoratori di serie A, B e C. Eppure facchini, autisti e montatori sulle loro divise hanno ben impressa la scritta logistica, oltre a quella di Mondo Convenienza”.

Intanto mentre in via Gattinella si registra finalmente una situazione di sostanziale calma, “per il terzo giorno il presidio non è stato sgomberato, segno che qualcosa finalmente sta cambiando”, la protesta ha valicato i confini toscani e si è allargata al magazzino di Roma: “L’azienda deve rendersi conto che questo sistema è finito, non può più reggere. Crediamo che da Campi sia partito un messaggio di speranza: non sono più persone invisibili”.

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