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Economia

Oreficeria, gli artigiani: "Non troviamo manodopera"

Nel 2022 le pmi non hanno trovato quasi 3mila lavoratori nonostante la crescita. Confartigianato Firenze: “Rischio che salti ricambio generazionale, serve cambio culturale”

“Il settore dell’oro e dell’argento si è ripreso, è in crescita, cerca sempre nuovo personale ma non riesce a trovare manodopera, soprattutto qualificata, di cui ha bisogno. Ciò ha ripercussioni sul lavoro oggi ma anche sulla sopravvivenza di un mestiere artigiano che fa parte di noi”.

Torna così sul problema manodopera Bianca Guscelli Brandimarte, vicepresidente nazionale di Confartigianato Giovani e titolare della storica bottega Brandimarte.

Secondo i dati dell’associazione di categoria, le pmi del settore orafo nel 2022 avevano necessità di assumere 6.120 lavoratori, ma non sono riuscite a reperirne 2.930, equivalenti al 48% della manodopera necessaria ma non disponibile sul mercato del lavoro.

“Negli ultimi tempi, sono riuscita a trovare un ragazzo che sta imparando la tecnica dell’argenteria ma è stato quasi un caso. Purtroppo – prosegue Guscelli – non c’è più la cultura di andare in bottega per imparare un mestiere, che richiede tempo e pazienza. È un mestiere che non si impara in poco ma solo facendo la gavetta ma è anche un lavoro straordinario, fa parte della nostra tradizione, dà grandi soddisfazioni”.

Il comparto orafo è a forte vocazione artigiana: conta oltre 11 mila imprese che impiegano oltre 30 mila addetti, 8.642 sono le imprese artigiane (pari al 76% del totale) con quasi 16 mila addetti.

“È un problema dell’artigianato in genere e oggi c’è il serio rischio di non avere ricambio generazionale. Come Confartigianato - conclude Guscelli - cerchiamo di indirizzare i ragazzi e aiutarli nei passaggi burocratici. Ma ci vuole anche un cambio culturale”.  

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