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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Latte in polvere, a rischio 35 formaggi toscani

L'allarme della Coldiretti: la nostra regione fra le più penalizzate. "L'Ue accetta i diktat di Germania e Francia"

Il via libera alla polvere di latte per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari farà sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle regioni italiane e ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. Fra questi, 35 sono toscani tra formaggi misti, vaccini freschi, molli o a pasta filata. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione di allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.

La Toscana è tra la regioni in Italia con la maggior biodiversità lattiero-casearia dopo Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio. "Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti - è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori".

"Il pressing esercitato dalla Commissione europea sull'Italia ha già stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale - precisa la Coldiretti - che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l'asse che detta la linea politica dell'Unione Europea. E' in corso un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all'omologazione e all'appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all'Italia dalla Commissione Europea, che è stata purtroppo sollecitata dall'associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte)".

"Il superamento di questa norma - conclude  la Coldiretti - provocherebbe l'abbassamento della qualità, l'omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy".

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