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Economia

Coronavirus, Confartigianato: "boom incassi per panifici e farmacie. Il resto è fermo e chi può riaprire ha paura"

Ferretti: "Domina la paura del contagio, i lavoratori hanno timore a entrare nelle case"

"L'artigianato fiorentino è fermo e, in molti casi, anche chi potrebbe lavorare preferisce non farlo per timore del contagio. E l'82% delle aziende artigiane associate a Confartigianato Imprese, ha fatto richiesta di cassa integrazione in deroga". 

Lo dice il segretario generale dell'associazione di categoria, Jacopo Ferretti: “La gran parte dei settori è ferma. Ci sono alcuni ambiti ristretti che vanno in controtendenza come ad esempio  farmacie e parafarmacie, o le imprese attive nella sanificazione degli ambienti che durante il mese di marzo hanno avuto un'impennata di richieste pari al 140%” aggiunge Ferretti.

“I fiorentini stanno premiando le botteghe, i negozi di vicinato che vendono generi alimentari e di prima necessità per i quali l'aumento di fatturato è mediamente fra il 20 e il 30%, con punte del 40% e oltre per i panifici" spiega Ferretti.

"Chi ha un negozio sotto casa lo premia, potendosi così risparmiare le file davanti ai supermercati: è un segnale che i cittadini stanno dando in modo chiaro e che dovrebbe essere colto per riprogrammare le strategie future di gestione del tessuto commerciale nei centri abitati” sottolinera il segretario generale Confartigianato Imprese.

Ci sono infine categorie di artigiani che potrebbero lavorare, ad esempio idraulici ed elettricisti, ma hanno scelto di rimanere fermi e ricorrere comunque agli ammortizzatori sociali: “I cantieri sono chiusi e quindi per queste categorie il lavoro si ridurrebbe agli interventi nelle abitazioni private – conclude Ferretti -. Ma domina la paura del contagio, sopratutto fra i lavoratori che hanno timore a entrare nelle case: per questo molti piccoli imprenditori hanno comunque scelto di fermarsi e mettere i dipendenti in cassa integrazione”.

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