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Ambiente

Inquinamento da Pfas: “Presenze significative nel Bisenzio e nell'Arno” / FOTO

Lo rivela una indagine di Greenpeace. Nardella: "In Italia e in Ue non c'è legislazione efficace. Porterò avanti questa battaglia"

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Negli affluenti dell'Arno e nel Bisenzio, sono presenti i Pfas, ovvero i composti poli e perfluoroalchilici pericolosi per la salute umana. Lo rivela, a pochi giorni dalla giornata mondiale dell’acqua del 22, una nuova indagine di Greenpeace Italia, basata su campionamenti indipendenti effettuati nel gennaio scorso nei fiumi ubicati nelle aree interessate dagli scarichi del distretto tessile, conciario, florovivaistico, del cuoio e dell'industria cartaria. Una ricerca fatta a seguito di quella avvenuta nel 2013 che già aveva segnalato la presenza di Pfas nelle acque toscane.

Il tessile: Bisenzio e Ombrone

Diversi gli esiti nei campionamenti fatti per il Bisenzio causati, stando alle indagini di Greenpeace, dalla presenza dell'industria tessile. Se a monte della città di Prato i valori nel Bisenzio risultano bassi - 15,1 nanogrammi/litro per la somma di PFAS - nel campione di Signa, a valle del distretto tessile, raddoppiano: 32,2 nanogrammi/litro poco prima della confluenza del fiume in Arno. In questo campione le singole molecole più abbondanti sono risultate il Pfba con 21,6 nanogrammi/litro e il 6:2 FTS, 7,4 nanogrammi/litro.

Nel bacino del Fiume Ombrone si riscontrano differenze più marcate, con il parametro somma di Pfas che risulta più di 20 volte superiore a valle rispetto a monte del distretto tessile pratese. Nel Vincio di Montagnana, la somma di Pfas è pari a 5,8 nanogrammi/litro mentre nel campione prelevato a valle, nel comune di Carmignano e prima della confluenza in Arno, la somma totale di Pfas è pari a 116,5 nanogrammi/litro. 

Discorso a parte merita il Rio Calicino, corso d’acqua afferente al bacino dell’Ombrone, in cui confluiscono i reflui di uno dei depuratori del distretto tessile di Prato. In questo campione la somma di PFAS è risultata tra le più elevate, 241 nanogrammi/litro, con elevate concentrazioni di Pfba e Pfbs, superiori ai 50 nanogrammi/litro.

Punti di prelievo dei campioni lungo il fiume Bisenzio (icone Viola), Calice (icona blu), Ombrone-Vincio di Montagnana (icone gialle) e Torrente Brana (icone rosse)-3

Conciario e florovivaistico: l'Arno

Le indagini effettuate lungo l’asta del torrente Brana, facente parte del bacino imbrifero dell'Arno, mostrano l'impatto del settore florovivaistico sulla presenza di Pfas, presenti in molti fitofarmaci. I livelli più elevati si sono registrati nel punto di campionamento vicino alla città di Pistoia mentre a valle, prima della confluenza nel fiume Ombrone, si registra una contaminazione inferiore, pari a 47,3 nanogrammi/litro. 

Il canale Usciana che nasce nel Padule di Fucecchio e sfocia nell'Arno, ha differenze rilevanti prima e dopo l’immissione dei reflui del depuratore Aquarno. Mentre a monte il parametro somma di Pfas risulta pari a 44,8 nanogrammi/litro, a valle risulta quasi il doppio con 81 nanogrammi/litro. 

L’aumento dei livelli di inquinanti è confermato anche dall’analisi Aof: mentre a monte risulta inferiore al limite di rilevabilità analitica, a valle del depuratore Aquarno raggiunge uno dei valori più elevati  con 4500 nanogrammi/litro.

Punti di prelievo dei campioni (icone verdi) lungo il canale Usciana, a monte e a valle del depuratore Aquarno.-3

Una situazione differente caratterizza il Rio Malucco prima e dopo l’immissione dello scarico del depuratore Cuoio-Depur. Mentre a valle il parametro somma di PFAS è pari a 223,8 nanogrammi/litro, a monte risulta superiore (290,9 nanogrammi/litro). Da segnalare, anche se non tocca il fiorentino, gli Pfas trovati a causa del settore cartario. È stata constatata la loro presenza sia nella Pescia di Collodi che nel Rio Frizzone.

“Il quadro di contaminazione che emerge dalle nostre analisi è tutt’altro che rassicurante – afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna di Greenpeace Italia -  Alcuni casi sono ben documentati da almeno dieci anni, ma la Regione Toscana non ha mai affrontato seriamente il problema: manca infatti un provvedimento sugli scarichi industriali”.

Nardella e Biffoni

Sull'argomento, sono intervenuti via social durante la trasmissione PresaDiretta su Rai 3 che mostrava in anteprima i risultati, i sindaci di Firenze e Prato. Matteo Biffoni ha precisato che "è necessaria una normativa europea chiara" in merito ai Pfas.

Sulla stessa linea d'onda anche il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella. "In italia non c'è legislazione efficace sui Pfas - ha sottolineato il sindaco - e nemmeno a livello Ue. Siamo già in ritardo. Porterò la battglia come sindaco in Regione e all'attenzione dei nostri parlamentari europei".

Campionamenti livelli Pfas nelle acque per analisi di Greenpeace

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