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Licenziamenti Gkn: la logica del profitto azzera sogni e futuro

L'analisi del dottor Loris Pinzani

La Gkn di Campi Bisenzio ha espresso il licenziamento in toto i suoi 422 dipendenti. La comunicazione è avvenuta tramite una mail inviata ad ognuno, che conteneva l’esito di una decisione già presa dai vertici aziendali e ritenuta irrevocabile.

In questa vicenda si esemplifica quello che potrà accadere in seguito alla tendenza ormai stabile in cui il potere economico sostituisce la capacità politica di ogni parte di mondo. Le multinazionali acquistano, valorizzano e rivendono o chiudono o assumono o promettono o dislocano con la disinvoltura tipica di chi per propria condizione e per statuto, considera solo l’introito.

La politica corrisponde ad un equilibrio tra gli individui ed i gruppi di cui sono parte, mentre la gestione economico/industriale è rivolta essenzialmente all’espansione delle capacità gestionali verso il profitto. Mentre le quotazioni di borsa hanno andamenti (ovviamente) poco correlati all’etica sociale, di punto in bianco vengono licenziati gli operai con sede a Campi. Come se si potesse disporre delle loro esistenze, di quelle delle loro famiglie, le loro speranze. Ad essi, di colpo, viene sottratto il futuro. Per una condotta economica viene dissolta la logica della convivenza collettiva e accade quello che siamo destinati a vedere nel prossimo futuro, a meno che non si ponga rimedio.

Se riconduciamo quello che è accaduto al significato psicologico, vediamo semplicemente che prevale il desiderio dell’avere rispetto alla logica dell’esistenza comune: essa è possibile solo nel rispetto di tutte le parti della collettività. Dunque licenziati di punto in bianco, ignorando qualunque loro necessità. Dovremo abituarci a questo? Il potere economico abbatte la forza della morale che soccombe di fronte alla metrica del possesso.

Un dato su tutti esorta a riflettere: entro il 2035 dovranno essere sostituite molte delle vetture in circolazione con auto elettriche. Questo significa che intere catene produttive verranno smantellate per una sacrosanta necessità ecologista che oggi più che mai appare irrinunciabile e che porterà con sé una riconversione complessa con risultati analoghi a quegli dei giorni scorsi nella fabbrica di Campi Bisenzio. A farne le spese saranno certamente coloro che in quelle catene sono impiegati come forza lavoro e che ben difficilmente potranno essere collocati in altre realtà produttive, a meno che non vi sia una Politica che li tutela. È questo il popolo che subisce un mercato soggetto alle manovre economiche delle multinazionali che su larga scala inseguono un mercato, rivolto in gran parte proprio a chi licenziano con “disinvolta destrezza”. A questo essere umano che vive un pianeta malato, è richiesta lungimiranza. Adesso torna alla mente una frase: “Nell’evoluzione l’uomo tutela sé stesso proteggendo i propri simili”.

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