rotate-mobile
Elezioni regionali Toscana 2015

Regionali, Fattori: “Lavoro, sanità pubblica e reddito minimo: i nostri ’sì’”

Il candidato alla presidenza di 'Sì - Toscana a Sinistra' spiega l'origine della lista: "Ci uniscono i nostri sì, dalla scuola pubblica e laica all'acqua. No alla Toscana di Rossi e Renzi: la divaricazione con il Pd è totale"

Tommaso Fattori, 44 anni, è stato tra gli organizzatori del Forum sociale europeo di Firenze nel 2002 e tra i promotori del referendum per il ’Sì’ all’acqua pubblica del 2011. E’ direttore di Transform!Italia e membro dell’European Network of Political Foundations a Bruxelles: “Siamo l’alternativa a Rossi e al Pd, che ha fatto della Toscana il laboratorio del job act e delle privatizzazioni”

Le tre priorità per la Toscana?

Un piano speciale per il lavoro, che sostenga le reti d’impresa che valorizzano le vocazioni territoriali: produzioni manifatturiere, artigiane e agricole di qualità, oggi indebolite da frammentazione e incapacità di fare sistema. Dobbiamo dotarci di una politica industriale regionale che orienti verso l'economia digitale, l’applicazione dell’informatica ai processi produttivi e la conversione ecologica: indirizzando nella giusta direzione le risorse la Toscana può essere all'avanguardia. Il lavoro si crea con la strategia ‘rifiuti zero’, che darebbe 3000 posti di lavoro, invece dell'incenerimento, con un piano di piccole opere utili invece delle grandi opere inutili, dando in gestione a cooperative di giovani laureati scavi archeologici, complessi monumentali e musei minori oggi non accessibili.
Una sanità pubblica di qualità. Con lunghe liste di attesa e ticket sempre più alti, i cittadini si rivolgono al privato, pagando di tasca propria esami e visite o, addirittura, rinunciando alle cure. L’ultima riforma di Rossi accentra i poteri a danno dei territori, che rischiano di non contare più nulla. Vogliamo una sanità universalistica e solidale: no a tagli lineari e politiche di austerity, no al potere gestito per fini politici, sì all’equità e alla lotta contro corruzione, sprechi e inefficienze.
Diritti fondamentali e servizi pubblici: sì al diritto a mobilità e trasporti per i pendolari, diritto alla casa, diritto all'acqua e gestione pubblica del servizio idrico, come deciso nel referendum del 2011. La Regione non lo attua, andando verso la privatizzazione. Dobbiamo tornare alla gestione pubblica e puntare su manutenzione delle reti, eliminazione delle perdite e depurazione.

Crisi e ripresa: reddito di cittadinanza o sgravi alle imprese?

Siamo per un reddito minimo per chi non ha lavoro: mentre lo cerca, deve poter vivere dignitosamente. Crisi economica, disoccupazione e precarietà riducono sempre più persone in condizioni che impediscono una vita autonoma e dignitosa. Il reddito minimo in forme diverse esiste in tutti i paesi europei tranne Italia e Grecia, lo stesso Parlamento Europeo ha raccomandato di adottarlo come strumento di lotta alla povertà e promozione sociale. Il Trentino lo ha già fatto. Noi proponiamo un reddito minimo sotto forma sia di erogazione monetaria diretta sia di servizi (formazione, cultura, casa, trasporti), inteso non come alternativa al lavoro, ma come strumento che metta tutti, soprattutto giovani e precari, in condizioni di trovarne uno decente. Il reddito minimo sosterrebbe la ripresa della domanda interna, ed è quindi una misura che aiuta l'economia a ripartire.

Migranti. Con la crisi riemerge il razzismo. Cosa ne pensa: accoglienza o "linea dura"?

L’Europa, nei confronti di migranti che muoiono per sfuggire a guerra, dittature e povertà, ha adottato l’indifferenza. Ma i fenomeni migratori sono strutturali, con radici storiche precise, spesso in guerre e in condizioni di sfruttamento economico rispetto a cui l’Occidente ha precise responsabilità. Vogliamo una Toscana solidale, che rifiuti il paradigma della “guerra fra poveri” e programmi un’accoglienza che favorisca l’integrazione e l’inserimento sociale e lavorativo di chi fugge dalla disperazione. Profughi e richiedenti asilo devono essere distribuiti in piccoli gruppi su tutto il territorio, con un sostegno professionale efficace, facilitando l’integrazione ed eliminando le attività delle organizzazioni che lucrano sui migranti. 

Ritiene che l'illegalità e le infiltrazioni mafiose siano priorità in Toscana, e se sì, come combatterà queste piaghe?

La Toscana non è immune dalle infiltrazioni mafiose, ramificate sul territorio in appalti, movimenti economici sospetti, narcotraffico, tratta di esseri umani, discariche abusive. Occorre aggiornare le leggi regionali, che risalgono a quindici anni fa. Ci impegniamo a rendere subito operativo, assieme alle associazioni antimafia del territorio, l'Osservatorio regionale sulle infiltrazioni, che ora esiste solo sulla carta. Abbiamo aderito all'appello di Libera Toscana per l’approvazione, nei primi 100 giorni di governo, della delibera di “Integrità a costo zero”, con l'impegno a finanziare attività con i beni confiscati alla mafia ed individuare fondi per il recupero e il riuso dei beni, cui deve seguire una piattaforma online che consenta a tutti di monitorare in trasparenza il loro utilizzo. Proponiamo anche di finanziare esperienze di controllo dal basso. Corruzione e criminalità si combattono togliendo l’acqua in cui galleggiano le mafie: con politiche di lotta alla povertà e di sostegno ai disoccupati.

I due miliardi di euro necessari per il tunnel dell'alta velocità sotto Firenze potevano essere spesi per tante 'piccole opere' diffuse per la Regione?

Esiste una soluzione di superficie altrettanto efficiente, siamo quindi contrarissimi al sottoattraversamento dell’alta velocità di Firenze: è inutile, dannoso e costosissimo. Siamo contrari anche alla mega-pista dell’aeroporto di Peretola, che costerà 150 milioni di denaro pubblico. Una montagna di soldi che potrebbe esser spesa per migliorare reti e infrastrutture del trasporto pubblico locale e ferroviario, raddoppiando le linee a binario unico e andando incontro alle esigenze dei pendolari. La rete ferroviaria capillare toscana oggi viene gradualmente dismessa, invece andrebbe potenziata, per un trasporto pubblico efficiente e puntuale. Sì a mobilità alternativa e bicicletta, sì a nuove piste ciclabili, car sharing e car pooling.

Fra i candidati nelle sue liste ci sono esponenti di partiti, da Sel a Rifondazione, che fino a sei mesi o un anno fa erano nella maggioranza che sosteneva Enrico Rossi. Cos'è cambiato oggi? C'è il rischio che tali partiti si accordino in un secondo momento col Pd?

Con ‘Sì’ inizia una nuova storia, un progetto che va oltre i partiti della sinistra. Le liste che hanno deciso di sostenerlo hanno compiuto una scelta netta: costruire un'alternativa di governo al Pd di Renzi e di Rossi. Oggi in Toscana, domani nel Paese. Nelle liste ci sono donne e uomini con esperienze d’associazionismo e di movimento. Ci uniscono i ‘sì’: al lavoro, alla sanità pubblica, alla scuola pubblica e laica, ai rifiuti zero, alle piccole opere per la tutela del territorio, ai beni comuni. Il Pd ha fatto della Toscana il laboratorio del jobs act, ha varato una contro-riforma sanitaria che smantella i presidi sanitari territoriali e privatizza, ha dato soldi alle scuole private, non ha attuato il referendum sull'acqua. La divaricazione con il Pd è dunque totale. Se non vinceremo saremo all'opposizione, con intelligenza e fermezza.

Quanto spenderà per la sua campagna elettorale?

Ad oggi la campagna nell'intera regione è costata circa 25 mila euro. Non abbiamo alle spalle poteri forti, finanzieri o lobbies e ci appelliamo alle donazioni dei sostenitori. Renderemo pubblico il rendiconto finale delle spese.

Ha una squadra di calcio del cuore?

Per un fiorentino, risposta fin troppo scontata: non potrebbe che essere la Fiorentina

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Regionali, Fattori: “Lavoro, sanità pubblica e reddito minimo: i nostri ’sì’”

FirenzeToday è in caricamento