Maggio Fiorentino in scena Il Trovatore
Giovedì 29 settembre alle ore 20 il direttore emerito Zubin Mehta, alla testa del Coro e dell’Orchestra del Maggio, sul podio dell’auditorium a lui dedicato per il primo atteso appuntamento operistico del Festival d’Autunno dedicato a Giuseppe Verdi, uno dei due ‘Festival satelliti’ che, come annunciato dal sovrintendente Alexander Pereira e dal direttore principale Daniele Gatti nel luglio del 2021 nel corso della conferenza stampa di presentazione del maestro, vanno a rafforzare la proposta del Maggio Musicale Fiorentino, arricchendo il panorama musicale del Teatro oltre il Festival principale di primavera. La regia è affidata a Cesare Lievi che torna al Maggio dopo i recenti spettacoli de Lo sposo di tre, e marito di nessuna. Scene e costumi sono curati da Luigi Perego, le luci da Luigi Saccomandi.
L'ensemble di canto è formato da Amartuvshin Enkhbat come Il conte di Luna, María José Siri come Leonora, Ekaterina Semenchuck nel ruolo di Azucena, Fabio Sartori come Manrico; Riccardo Fassi interpreta Ferrando. Completano il cast Caterina Meldolesi nel ruolo di Ines, Alfonso Zambuto come Ruiz, Davide Piva come Un vecchio zingaro e Joseph Dahdah nei panni di Un messo.
Il maestro del Coro è Lorenzo Fratini.
Altre tre le recite previste in cartellone: il 5 e 7 ottobre alle ore 20 e il 2 ottobre alle ore 15.30. La recita del 07/10/2022 è offerta al pubblico con uno sconto del 50% del prezzo sui biglietti di ogni settore e sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3
A partire dalla recita pomeridiana del 2 ottobre, al via il progetto “Crescendo: Teatro in gioco, giocare al teatro”; l’attività – gratuita per 20 bambini dai 5 agli 11 anni i cui accompagnatori siano in possesso di un abbonamento o di un biglietto valido per lo spettacolo in programma nella data prescelta – prevede laboratori sulla simulazione dei linguaggi dello spettacolo, giochi di ruolo, il far musica combinato con altre forme artistiche quali la mimica e il movimento, le arti figurative e la poesia, in un’ottica interdisciplinare.
Tornano inoltre, prima di ogni recita, le presentazioni al pubblico degli spettacoli: tenute da Katiuscia Manetta, Maddalena Bonechi e Marco Cosci, le guide si tengono nel Foyer della Sala Zubin Mehta e nel Foyer di Galleria della Sala Grande 45 minuti circa prima l’inizio della spettacolo.
L’opera
Nel marzo del 1851, mentre si trova ancora a Venezia per il successo di Rigoletto, Giuseppe Verdi suggerisce un nuovo progetto operistico al poeta Salvadore Cammarano, fidato collaboratore delle precedenti Alzira, Battaglia di Legnano e Luisa Miller. La fonte proposta è El trovator di Antonio Garcia Gutierrez, un dramma romantico rappresentato a Madrid nel 1836 e mai tradotto in italiano fino ad allora. Nonostante l’entusiasmo del Maestro, i lavori vanno a rilento, forse per una mancata condivisione del soggetto da parte di Cammarano. A complicare la situazione l’improvvisa e inaspettata morte del librettista, nel luglio del 1852 a libretto quasi ultimato, che costringe Verdi a chiedere l’intervento di Leone Emanuele Bardare per ritoccare alcune parti del dramma. Come già sperimentato in Rigoletto, anche nel Trovatore il compositore si concentra su un personaggio anticonvenzionale: la zingara Azucena, protagonista indiscussa dell’opera. Dominata da passioni contrastanti - la sete di vendetta per la morte atroce della madre, arsa viva con l’accusa di stregoneria, e l’amore per il figlio adottivo Manrico - Azucena richiede una voce drammatica in grado di definire il carattere oscuro del personaggio, continuamente in bilico tra allucinazioni ed esplosioni cariche di pathos. Rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma, Il Trovatore, per la felicità di invenzioni melodiche, l’appassionato lirismo e l’orchestrazione coinvolgente e sempre attenta a sottolineare i caratteri dei quattro protagonisti, divenne in breve l’opera più amata ai tempi di Verdi.