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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Scandicci

Niccolò Ciatti: un ceceno condannato per omicidio volontario, l'altro assolto

Nei prossimi giorni verrà quantificata la pena per Bissoultanov, tra i 15 e i 25 anni

Dopo 5 anni di attesa, 5 giorni di processo e una lunghissima camera di consiglio, c'è un primo verdetto sull'omicidio di Niccolò Ciatti, morto a 22 anni nell'estate del 2017 al termine di un brutale pestaggio sulla pista della discoteca St.Trop a Lloret De Mar, in Spagna.

Il tribunale di Girona - giudice e nove cittadini, membri di giuria popolare - ha infatti condannato Rassoul Bissoultanov, il ceceno esperto di Mma che sferrò il calcio fatale al giovane scandiccese, per omicidio volontario. La pena verrà determinata nei prossimi giorni ma non sarà inferiore ai 15 anni nè superiore ai 25.

L'accusa, ricordando che "la morte di Niccolò non è stato un incidente, non si può punire quello che è accaduto nella discoteca di Lloret de Mar come un incidente stradale", aveva chiesto una condanna a 24 anni di carcere più nove di libertà vigilata.

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Assolto l'altro imputato, Movsar Magomadov, anch'egli ceceno, amico di Bissoultanov, ritenuto dalla parte civile un complice nell'omicidio - e perciò da condannare a 15 anni - ma non dalla procura locale che non aveva perciò chiesto per lui alcuna condanna.

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Il processo di Girona si era aperto dopo che Bissoultanov era stato prima arrestato e poi mandato in carcere preventivo in Spagna. Rilasciato alla scadenza dei termini della misura cautelare, era poi stato fermato in Germania ed estradato in Italia. In seguito l'uomo era stato scarcerato su decisione della Corte d'Assise di Roma (poi revocata dalla Cassazione). A inizio 2022 è tornato a Girona, dove si è costituito.

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Bissoultanov in aula si era difeso affermando di essere "andato nel panico" e di "non aver voluto" colpire il ragazzo scandiccese a morte. "Non volevo ucciderlo", ha detto in aula nelle dichiarazioni durante la terza udienza del processo. La sua difesa ha sostenuto che si sia trattato di omicidio preterintenzionale, reato punibile con un massimo di quattro anni di carcere e non volontario.

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Secondo quanto ricostruito dalla locale procura, invece, ad uccidere il 22enne fu un calcio dal potenziale "letale" assestato da una persona "conoscitrice di tecniche di lotta e non in modo casuale". Sulla stessa linea i legali della famiglia Ciatti, Christian Maiolo e Agnese Usai.

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Quel calcio che colpì al capo Niccolò - ha sostenuto uno dei tecnici comparsi nei giorni scorsi di fronte alla corte - non fu dato "come farebbe una persona senza esperienza in arti marziali, ovvero più come se desse a un pallone da calcio, bensì spostando il peso e conferendole la massima forza". Insomma un calcio sferrato con perizia e per sortire un effetto devastante.

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Il gruppo di tre ceceni che si renderà protagonista del pestaggio letale era arrivato da Strasburgo in macchina. Tutti figli di rifugiati politici riparati in Francia, dopo la discoteca avrebbero dormito direttamente in spiaggia. Invece, in spiaggia arrivarono i poliziotti catalani ad arrestarli. Gli altri due vennero rilasciati subito, Bissoultanov resterà in prigione fino al 2021, per venire poi rilasciato alla scadenza dei quattro anni di carcerazione preventiva.

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