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Multiutility Toscana: nasce il "sindacato fiorentino", vale il 10,2% e Firenze non c'è

Siglato a Scandicci il patto parasociale territoriale tra 20 Comuni della provincia quali soci della costituenda azienda unica dei servizi pubblici locali - rifiuti, acqua, energia - per cui è prevista la quotazione in borsa

Firmato ieri a Scandicci, Comune capofila, il "patto parasociale territoriale tra i Comuni della provincia di Firenze, quali soci della multiutility toscana e della costituenda 'Toscana Holding' (HoldCo)". Vi aderiscono 20 Comuni e il patto prende il nome di 'sindacato fiorentino'. Insieme, le quote sommate corrispondono al 10,2% del capitale ma la percentuale potrebbe salire al 12,85%, qualora il Comune di Campi Bisenzio decidesse di aderire, dopo le elezioni amministrative di metà maggio.

I Comuni che hanno firmato sono Bagno a Ripoli, Barberino del Mugello, Barberino Tavarnelle, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Figline e Incisa Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull'Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Scarperia e San Piero, Signa, Terranuova Bracciolini, Vicchio.

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L’assemblea dei soci di questo patto potrà “programmare e deliberare ogni iniziativa e azione ritenuta utile a costruire e rinforzare rapporti con il territorio”, prevedendo “incontri, iniziative o colloqui periodici con le istituzioni, rapporti informativi con i vertici aziendali, segnalazioni formali di disservizi di grave entità, iniziative e progetti con le istituzioni scolastiche, momenti strutturati e formali di partecipazione e ascolto dei cittadini funzionali ad un miglior svolgimento del proprio ruolo di soci di una società di servizi”.

L'operazione multiutility

Tutti i rispettivi consigli comunali, a partire da quello di Firenze, hanno approvato nell'ottobre 2022 l'operazione multiutility, ovvero la creazione di un'azienda unica dei servizi pubblici locali che sarà attiva nei settori di ambiente, ciclo idrico integrato ed energia, costituita dai Comuni di Firenze (37,1%), Prato (18,1%), Pistoia (5,54%), Empoli (3,4%) e altri Comuni toscani (35,9%).

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L‘atto di fusione per incorporazione tra Alia Servizi Ambientali, Publiservizi, Consiag e Acqua Toscana, ovvero l'atto di nascita formale della multiutility toscana, è stato sottoscritto lo scorso 26 gennaio. Si parla di una società da circa 700 milioni di euro di ricavi, con un Ebidta di 170 milioni, che prevede l’apertura al mercato azionario nel 2024.

Nel primo nucleo di aggregazione, la nuova società deterrà circa il 40% delle quote di Estra, il 58% di Publiacqua, il 19% di Acque Spa e il 31% di Toscana Energia. Nei prossimi mesi, poi, è previsto un aumento di capitale per 1,2 miliardi per permettere l’ingresso di altri azionisti pubblici, con un bacino potenziale di 3 miliardi di fatturato a livello regionale e oltre 4 miliardi, considerando le regioni limitrofe.

Il "patto dei dissidenti"

Parallelamente a quello del 'sindacato fiorentino', è nato un patto parasociale tra sette Comuni dell'area fiorentino-pratese che hanno espresso voto contrario all'operazione multiutility in sede di assemblea delle rispettive partecipate, a causa della prevista quotazione in borsa che tradirebbe l'esito del referendum sull'acqua del 2011 ma anche perchè si temono aumenti in bolletta.

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Si tratta di Calenzano, Cantagallo, Fiesole, Londa, San Godenzo, Sesto Fiorentino e Vaglia. Insieme, i Comuni 'dissidenti' detengono una partecipazione azionaria complessiva superiore al 5% del capitale sociale nominale della multiutility. I favorevoli all'operazione replicano loro che la fusione garantirà sinergie industriali, efficientamento dei servizi, contenimento dei costi, aumento della capacità d’investimento e dell'entità dei dividendi per i Comuni soci.

Prato

Un patto parasociale è stato infine siglato anche tra Comuni dell’area metropolitana pratese: Prato (18,14%), Vernio, Vaiano, Montemurlo, Carmignano e Poggio a Caiano: questi Comuni, insieme, sommano il 23,03% delle quote della multiutility toscana.

Dal momento della sua entrata in vigore, il patto territoriale pratese ha una durata di cinque anni, rinnovabile per altri cinque. L’accordo prevede che nel contesto dell’assemblea di patto valga il principio ‘una testa, un voto’, a prescindere dalle quote della multiutility possedute da ciascun Comune.

Per essere validate, le decisioni prese all’interno dell’assemblea di patto dovranno prevedere il voto di almeno altri due Comuni aderenti oltre a quello del Comune di Prato. Il ruolo di presidente dell’assemblea, che svolgerà essenzialmente compiti di coordinamento, è assegnato al Comune di Prato.

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