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Affitti brevi e turismo in centro: sentenza su ricorso contro il Comune a un mese dalle elezioni / VIDEO

Lo ha chiarito il presidente del Tar durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Resi noti i dati: 1536 sentenze emesse nel 2023 mentre sono 3581 i ricorsi in attesa di essere giudicati

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Più di 1500 ricorsi tra cui svettano quelli per edilizia, urbanistica e stranieri. Durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario del tribunale amministrativo giudiziario, il presidente Roberto Pupilella ha fatto il punto sull'anno appena passato denunciando allo stesso tempo il problema di essere sotto organico e che “Solo il 22-25 per cento delle sentenze vede un ricorso in appello e nel complesso il 90 per cento delle decisioni del Tar diventa definitivo”.

Sotto organico

I ricorsi presentati sono stati 1532, in minor numero rispetto ai circa 1700 dell'anno precedente in cui la decisione sulle aste dei balneari aveva scatenato ricorsi a raffica – più di 150 – da parte di quest'ultimi. Il Tar è riuscito ad evaderne 4 in più di quelli presentati, 1536, riducendo il proprio arretrato a 3581 cause pendenti.

“L'obbligo di arrivare al 70 per cento delle pendenze accumulate al 31 dicembre 2019 lo abbiamo evaso già l'anno scorso arrivando al 79 per cento – sottolinea il presidente Roberto Pupilella – però siamo sotto organico di 5 colleghi. Dovremmo essere in 20. Se fossimo a pieno organico smaltiremmo più arretrato: non posso chiedere di fare il doppio a chi lavora. Spero che il governo ci ascolti”. 

Edilizia e Superbonus

La maggior parte dei ricorsi intentati l'anno scorso riguardano l'edilizia, primatista con 251. Sul numero però non ha inciso e pare non inciderà il Superbonus 110. “Ha aumentato il numero di procedimenti amministrativi per ottenerlo – sottolinea il presidente – ma non ha inciso sul numero delle cause. I problemi nel merito sono perlopiù se si proseguiva coi lavori o meno. E non credo che i cambiamenti al Superbonus aumenteranno il contenzioso, perlomeno non in misura rilevante”.

Urbanistica e Mugello

Al secondo posto nel numero dei ricorsi l'urbanistica. Tra i 193 presentati, anche quella sul parco eolico del Mugello, a cui il Tar ha dato il via libera. “Noi abbiamo due diritti che si contrappongono - osserva Pupilella - da una parte quello a mantenere la regione il più naturale possibile e dall'altra la sopravvivenza energetica come da obiettivo del Pnrr. Il bilanciamento tra una bellezza statica e la necessità di una società in continuo cambiamento”. 

Stranieri, appalti e scuola

Sull'ultimo gradino del podio per quanto riguarda i ricorsi, quelli presentati dagli stranieri: 189. “La novità più rilevante riguarda il decreto Cutro che ha posto il divieto di convertire il permesso di soggiorno per protezione internazionale in permesso per motivi di lavoro. L'aumento di 452mila lavoratori nei prossimi 3 anni come stabilito dal decreto flussi porterà probabilmente a un aumento dei ricorsi". 

Preoccupazione sul fronte degli appalti "La mia preoccupazione è che possano essere letti come il fine giustifica i mezzi e quindi una volta che l'opera è aggiudicata tutto è risolto" e il numero di atti di bullismo in aumento e di cui sarebbe vittima più della metà degli adolescenti tra gli 11 e 17 anni in Italia. "Insieme a ricorsi riguardanti casi di stalking - commenta Pupilella - ci sono anche tanti casi di bullismo. Nella scuola comunque c'è forte disagio e lo testimonia la decisione della Camera del 30 gennaio di istituirvi la figura professionale dello psicologo" 

Il 9 maggio si decide sugli affitti brevi

Una decisione molto attesa per la città di Firenze avverrà il prossimo 9 maggio, un mese prima delle elezioni comunali, quando il Tar si pronuncerà sulla contestata delibera fatta dal sindaco Dario Nardella, ribattezzata da alcuni "Anti Airbnb", sugli affitti brevi nel centro storico. 

“Sono una quantità notevole di ricorsi – precisa Pupilella – e li abbiamo fissati tutti insieme per fare un'unica sentenza. Non ne posso parlare perché è una causa che dobbiamo decidere. È un problema che riguarda tutte le grandi città in cui ci troviamo a dover comparare il diritto allo studio con il diritto di proprietà. Sono scelte che dovrebbe fare il governo e la politica e non un legislatore. Questa sarà una decisione che sposterà la geografia visto che riguarda 5 chilometri di patrimonio Unesco”. 

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