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Cronaca

Airbnb, arriva lo stop. Nardella: "In area Unesco nessun nuovo affitto breve"

Il sindaco: "Norma innovativa, siamo i primi in Italia, non potevamo più stare a guardare". E per chi abbandona l'affitto breve zero Imu per tre anni

"Non potevamo più stare a guardare". Con queste parole, il sindaco Dario Nardella annuncia una stretta, a livello comunale, sul fenomeno degli affitti brevi, all'indomani del disegno di legge di iniziativa governativa, a firma Daniela Santanché, che tante critiche ha suscitato.

Norma non retroattiva

In sostanza, spiega il sindaco, il Comune di Firenze imporrà un divieto di fatto a nuovi alloggi destinati agli affitti brevi, inferiori ai trenta giorni, in centro storico, nella totalità dell'area Unesco. "A partire da oggi, 1° giugno. Potranno continuare ad esercitare l'attività di affitti brevi solo quelle già registrate alla data odierna", spiega il sindaco, ricordando come la nuova norma non possa essere retroattiva.

Ad oggi, secondo le ultime stime, nell'area Unesco sono oltre 8mila gli alloggi, spesso interi appartamenti, affittati sulle piattaforme, a partire dalla più nota, Airbnb. Tutti questi, dunque, potranno continuare a farlo.

"Non sarà creata una nuova 'destinazione d'uso' - spiega il primo cittadino -, ma una 'articolazione giuridica' all'interno della destinazione 'residenziale', quella per affitti turistici brevi". Dunque, gli immobili che rientrano nella destinazione 'residenziale' e che ad oggi non offrono già servizi di affitti brevi, da domani non potranno più farlo, perché non verrà concessa la 'articolazione giuridica' necessaria e soprattutto non sarà più consentito loro la iscrizione obbligatoria alla lista tenuta dalla Città Metropolitana, lista che serve per il pagamento dell'imposta di soggiorno.

Arzigogolii giuridici necessari a tentare di arginare un fenomeno che, come già denunciato da anni da numerose sigle, sindacati degli inquilini e partiti alla sinistra del Pd in primis, è letteralmente sfuggito di mano, ripercuotendosi sul mercato degli affitti destinati alla residenza e agli studenti, schizzati verso l'alto anche per la diminuzione dell'offerta.

"E' emergenza"

"Quella del costo degli affitti è una vera emergenza, la prima che il governo dovrebbe affrontare. Una emergenza aggravatasi ancora di più dopo il Covid, nessuno si aspettava una tale e così rapida ripresa del turismo", prosegue Nardella, che punta il dito anche contro "l'overtourism", termine che fino adesso in bocca al primo cittadino si era sentito poco. "Secondo l'ultimo studio Uil, in centro storico il 72 per cento di uno stipendio medio viene risucchiato dall'affitto", dice ancora.

"Dal governo arrivano risposte totalmente insoddisfacenti, per questo prendiamo l'iniziativa. Sarà la prima norma del genere in Italia", prosegue ancora Nardella, critico con la bozza del ddl Santanché sia per la misura principale adottata, la limitazione a minimo due giorni di permanenza (inutile "perché a Firenze la permanenza media minima è già di tre notti"), sia perché "per chi viola questo limite e continua ad affittare anche per un solo giorno non è prevista nessuna sanzione".

Inoltre, attacca Nardella, "nel disegno di legge del governo non c'è nessuno strumento di pianificazione e regolazione affidato alle amministrazioni locali. I sindaci sono completamente ignorati, a differenza di quello che accade nei principali Paesi europei, come Francia, Spagna e Olanda".

Leva fiscale

Non solo. Nardella annuncia che l'amministrazione agirà anche tramite la leva fiscale, prevedendo "l’azzeramento dell’Imu sulla seconda casa, per tre anni, in favore di coloro che rinunceranno alle locazioni brevi e torneranno a quelle ordinarie". Un modo per incentivare ad affittare a residenti o a studenti, invece che a turisti.

L'Imu sulla seconda casa per un "appartamento medio" del centro storico, calcola lo stesso sindaco, si aggira "intorno ai 2mila euro l'anno". In tre anni sarebbe un risparmio per il destinatario di 6mila euro: da vedere se il gioco varrà la candela per i diretti interessati.

Ricorsi? "Pronti ad affrontarli"

"Una norma ambiziosa, ardita", ammette Nardella, che da tempo chiedeva l'estensione della 'norma Venezia', mai arrivata. Palazzo Vecchio sa che potrebbero piovere ricorsi, ma "siamo pronti a difendere le nuove norme giuridicamente perché ci appoggiamo all'articolo 9 della Costituzione, che obbliga alla tutela del patrimonio storico e artistico, e anche al 42, che stabilisce come sia possibile introdurre limitazioni di utilità sociale al principio dell'iniziativa privata".

Le nuove norme entreranno a regime con una variante urbanistica, ma nel frattempo, "ho già chiesto agli uffici di preparare una variante di salvaguardia, strumento urbanistico che può anticipare gli effetti del Poc (piano operativo comunale, che non entrerà in vigore prima di fine anno, ndr)", spiega ancora Nardella, che è tuttora, dopo la cacciata di Del Re, anche assessore all'urbanistica.

Ovviamente, se dal governo arriveranno norme che recepiranno le indicazioni "suggerite", Palazzo Vecchio non avrà più bisogno di introdurre tali provvedimenti ad hoc: "In tal caso, ben vengano, siamo aperti al confronto e noi invieremo le nostre proposte alla ministra Santanché, sperando che vengano recepite". Staremo a vedere.

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