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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Nuovo Dpcm già il 2 novembre? Probabile introduzione di zone rosse e stop agli spostamenti

Il Governo sembrerebbe lavorare per un Dpcm da firmare e pubblicare entro domani, 2 novembre. Tra le opzioni coprifuoco alle 18 e lockdown territoriali

Il nuovo Dpcm dovrebbe essere firmato e pubblicato domani, 2 novembre, dal Presidente Conte e dal ministro Speranza. Le ipotesi circolate in questi giorni davano questo nuovo decreto ministeriale per il 9 novembre, ma visto il continuo aumento dei casi il Governo sta, con ogni probabilità, velocizzando i tempi. Il nuovo testo dovrebbe includere lo stop al movimento tra regioni, l'introduzione della didatttica a distanza per superiori e terze medie e lockdown territoriali sui quali decideranno le Regioni.

Al vaglio potrebbe esserci anche un coprifuoco nazionale dalle 18:00. Come riferisce l'Ansa, di questa possibilità si è parlato stamattina nel corso del vertice tra il governo, rappresentato dai ministri Boccia e Speranza, i sindaci e i presidenti di regione. Per ora si tratta solo di un'ipotesi.

Il nuovo Dpcm lunedì 2 novembre?

Ieri il Comitato Tecnico Scientifico, riporta Today.it, ha inviato un parere scritto al governo in cui perora la causa delle chiusure provinciali laddove è necessario. Gli esperti avrebbero comunque sottolineato la necessità di attendere ancora qualche giorno per vedere gli effetti del Dpcm del 24 ottobre e anche ribadito la necessità di rivedere le modalità del trasporto pubblico. Intanto i numeri del bollettino della Protezione Civile sono sempre più impietosi: i nuovi positivi sono 31.758, i decessi addirittura 297 (l'altroieri erano stati 199). Il totale delle vittime è così salito a 38.618. Il numero dei tamponi (oltre 215mila) - in Toscana dal 26 al 31 ottobre sono state 25mila le prenotazioni per i tamponi - è in linea con quello del giorno precedente. Il rapporto fra casi positivi e test, calcolato sulla base dei dati epidemiologici diffusi il 31 ottobre dal ministero della Salute, si attesta al 14,7%, il più alto mai registrato nella seconda ondata. Ecco quindi spiegata la necessità di un nuovo Dpcm, che dovrebbe contenere: 

  • un irrigidimento dei divieti e dei criteri in base ai quali le Regioni e i Comuni devono intervenire per disporre i lockdown territoriali;
  • la chiusura delle scuole superiori di ogni ordine e grado con l'attivazione della Didattica a Distanza;
  • il possibile scaglionamento, gli orari di chiusura di bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie che possono subire ulteriori limitazioni rispetto a quelli decisi a livello nazionale, adesso previsti alle 18;
  • il divieto di passare i confini regionali se non per motivi di lavoro, salute o emergenza che dovranno essere comprovati attraverso un'autocertificazione; 
  • l'anticipo del coprifuoco alle 20 o alle 21;
  • i ristori per le attività che subiranno perdite economiche dalle restrizioni;

Le ipotesi riguardo gli orari di chiusura e i ristori sono descritte oggi dal Corriere della Sera, che parla anche del rapporto inviato dal Cts al governo: secondo il Comitato sono 11 le regioni classificata ad alto rischio riguardo la trasmissione del coronavirus: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto. Quelle in cui sono necessarie nuove restrizioni sono Lombardia, Lazio, Valle d'Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano, ovvero le regioni a rischio chiusura di cui si parlava da venerdì. La conferma sulle intenzioni del governo arriva anche da un'intervista del ministro della Sanità Roberto Speranza rilasciata al Corriere della Sera: "La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà. Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore". Il ministro poi rassicura sulla tenuta delle terapie intensive, e sulla scuola spiega che va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia "non è intangibile".

Lockdown, cosa aspettarsi?

Nel nuovo Dpcm il tipo di lockdown su cui punta il governo è "territoriale". Ieri Conte ha parlato con i capidelegazione dei partiti di maggioranza delle nuove restrizioni in arrivo. Oggi sarà la volta delle Regioni e dell'Anci. Domani il premier intende illustrare il Dpcm al parlamento - e per questo l'altroieri ha chiesto a Fico e Casellati le modalità della convocazione d'urgenza di Camera e Senato - probabilmente prima della firma.

Secondo quanto ha scritto ieri l'agenzia di stampa Dire la riunione con il Cts era iniziata alle 13, allargata anche al professor Silvio Brusaferro (presidente dell'Istituto Superiore di Sanità), a Franco Locatelli (presidente del Consiglio Superiore di Sanità), ad Agostino Miozzo (coordinatore del Cts) e al commissario Domenico Arcuri. Durante l'incontro c'è stata un ampio confronto nel corso del quale gli esperti hanno fornito l'interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell'Iss presentato l'altroieriieri.

Sono stati analizzati dettagliatamente lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità. All'esito dell'incontro il presidente Conte è rimasto in riunione con i soli Capidelegazione per continuare il confronto politico. All'esito di questa seconda riunione il ministro Speranza ha chiesto al Cts di riunirsi e di fornire al governo indicazioni specifiche su quei territori che al momento presentano maggiori criticità e necessitano di ulteriori misure restrittive rispetto al quadro normativo attuale. Il governo confida di ricevere una risposta da parte del Cts già in serata. 

Lo scenario 4 che fa paura

Lo scenario 4 - che a sua volta è diviso in tre fasce: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive o alta/molto alta per piu' di tre settimane consecutive e situazione non gestibile - spaventa l'Italia in quanto significa che l'Rt supera l'1,5 e che la rete sanitaria e ospedaliera è già sofferente. In questo scenario il Governo dovrà pensare a restrizioni generalizzate con una durata variabile in base all'andamento epidemiologico.

Nuovo Dpcm: previste zone rosse territoriali

Il governo, con ogni probabilità, sta lavorando ai nuovi criteri in base ai quali le Regioni dovranno garantire le chiusure locali, che vedranno la luce già nel Dpcm in preparazione per lunedì 2 novembre, riporta Today.it. Nel provvedimento dovrebbe esordire anche lo stop alla mobilità tra una regione e l'altra, anche se una decisione non è stata ancora presa.

Il Mattino scrive oggi che tra le regioni sotto osservazione ci sono la Campania, ma anche la Liguria, la Toscana, l'Umbria e alcune zone del Veneto. Il Cts certifica che bisogna ragionare intorno alla chiusure di intere aree metropolitane come Milano e Napoli, mentre in affanno ci sono anche Torino, Genova e alcune aree meno estese come Monza, Varese, Prato, Pistoia e Caserta. 

Quelle a rischio alto sono l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, la Valle d'Aosta e il Veneto. Il Messaggero scrive che il nuovo Dpcm in arrivo per il 2 novembre dovrebbe quindi contenere: 

  • aperture ridotte dei negozi per contenere il contagio: si punta alle 18 per tutti;
  • stop a barbieri, parrucchieri ed estetisti;
  • risorse per creare altri Covid Hospital;
  • il divieto di oltrepassare i confini regionali.

Il quotidiano conclude spiegando che la misura non interesserà per intero la Penisola ma, via via, sarà imposta in alcune regioni tenendo conto dei dati disponibili almomento. Le più a rischio in questo momento a causa di un indice di trasmissione del virus particolarmente preoccupante sono Lombardia, Campania, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano. Osservati speciali, però in una situazione considerata di poco migliore, anche Lazio e Toscana che, quindi, potrebbero essere toccate dal provvedimento solo in un secondo momento. 

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