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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Cronaca

Covid, nuovo Dpcm e lockdown in Italia? Forse nei primi giorni di novembre

Secondo alcune indiscrezioni Giuseppe Conte starebbe lavorando ad un nuovo Dpcm che includerebbe un nuovo lockdown per l'Italia e in particolare per le grandi città. Le prospettive potrebbero essere due: una più dura e una più morbida, "alla francese"

Mentre nelle sale cinematografiche avrebbero dovuto proiettare il film Lockdown all'italiana, l'Italia valuta il lockdown alla francese. Benchè una nuova chiusura nazionale avrebbe costi economici esorbitanti per lo Stivale sembrerebbe essere l'unica "soluzione" - secondo gli addetti ai lavori - in grado di frenare la corsa dei contagi allentando la pressione sugli ospedali.

Il governo Conte con ogni probabilità sta preparando un lockdown per le grandi città, riporta Today.it. E la stretta potrebbe arrivare già nel week end, mentre secondo alcuni retroscena l'esecutivo ha in mente di anticipare il prossimo Dpcm, previsto per il 9 novembre, ai primi del mese "sfruttando" le festività. Nella lista dei centri a rischio, scrive oggi il Corriere della Sera, ci sono Milano, Napoli, Roma, Torino e Bologna. 

Verso la chiusura delle grandi città

Secondo un report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute alcune regioni si trovano già nello scenario 4, quello più grave dell'epidemia. Mentre l'indice di contagio Rt sale a 1,7 a livello nazionale, questa settimana, per la prima volta, viene segnalato il superamento in alcuni territori della soglia critica di occupazione in aree mediche (40%) ed esiste un'alta probabilità che 15 Regioni e Province autonome superino le soglie critiche di terapia intensiva e/o aree mediche nel prossimo mese.

Sono 11 le regioni classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di Sars-CoV-2 ed altre 8 Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Lo scenario 4 è a sua volta suddiviso in tre fasce: moderata, alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive o alta/molto alta per più di tre settimane consecutive e situazione non gestibile.

Il quadro che ci attende se le misure messe in campo non dovessero dare i loro frutti. In quest'ultimo caso si prevedono gli obiettivi di "mitigazione della diffusione del virus, riduzione del numero di casi, porre fine alla trasmissione comunitaria diffusa". Come? "Restrizioni generalizzate con estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico", accanto alle "limitazioni della mobilità da/per le zone interessate", ma anche la "chiusura delle strutture scolastiche/universitarie", sempre per l'estensione e la durata richieste dall'andamento dell'epidemia, "ed attivazione della didattica a distanza sempre ove possibile". Quattro regioni hanno inoltre le terapie intensive al di sopra della soglia d'allarme. 

Dpcm: il lockdown "morbido" anticipato ai primi di novembre?

In questa ottica c'è da registrare, spiega oggi Repubblica, che alcune grandi città si trovano con l'indice Rt sopra 2: Milano e Napoli, Caserta, Varese e Genova, Como, Torino e alcune realtà del Veneto del Centro e del Sud (per la debolezza della sanità si osservano con preoccupazione Calabria e Sicilia). Il quotidiano aggiunge che tra queste città non c’è Roma, anche se la situazione è in rapido deterioramento. E che il governo dovrà trattare con governatori e sindaci l'elenco delle metropoli in cui scatteranno le restrizioni, ovvero: 

  • chiusura delle scuole con Didattica a Distanza al 100% ove possibile;
  • stretta sulle attività commerciali e uscita con l'autocertificazione;
  • in ultima analisi, il blocco dei movimenti tra regioni;

Da questo punto di vista il governo si trova nella situazione più difficile perché l'alternativa alla stretta nelle grandi città è quella di varare un nuovo Dpcm entro i primi giorni di novembre. Questo comporterebbe la possibilità di un'accelerazione rispetto alla data del 9 novembre che sembrava essere la più attendibile per un nuovo Dpcm, che prevedeva l'attesa dell'effetto delle chiusure ordinate nei tre Dpcm di ottobre.

Questo però potrebbe accelerare la chiusure di intere aree territoriali con la creazione di zone rosse e lockdown localizzati. Che dovrebbero ridurre la circolazione e quindi i contatti tra le persone, sbarrare la porta di negozi e attività non essenziali, estendere la Didattica a Distanza alle scuole medie. 

Lockdown "alla francese" o no, cosa cambierebbe?

La chiusura "alla francese" prevederebbe chiusure a livello regionale e comunale, incentivi allo smart working nel pubblico e nel privato e paletti per gli spostamenti interregionali, sempre con il modulo di autocertificazione. L'opzione più dura, ripercorrerebbe la strada di marzo e quindi sarebbe più drastica ovvero chiudere tutto per almeno un mese lasciando aperte soltanto le fabbriche, le scuole materne e quelle elementari e i negozi dei generi di prima necessità rendendo possibile muoversi da casa se non per motivi validi e validati con il modulo di autocertificazione.

Nella prima ipotesi ci sono poi tre scenari:

  • la prima sono i lockdown territoriali, limitati ai centri urbani più in crisi: a prima vista sembra semplice, in realtà si tratterebbe di chiudere grandi città come Milano, Napoli, Torino e Roma;
  • la seconda restrizione è la chiusura dei confini regionali;
  • la terza è la chiusura di tutte le scuole con l'estensione della didattica a distanza a ogni tipo di istituto.
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