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Empoli, le prime parole di Nicola: "Abbiamo lavorato su due modi di stare in campo. Sulla difesa a tre..."

Il tecnico è stato presentato da Pietro Accardi alla vigilia della sfida col Monza

Per la terza volta in questa stagione, in conferenza stampa al Castellani si è presentato un nuovo allenatore. Si tratta di Davide Nicola, che quest'oggi ha parlato per la prima volta da allenatore dell'Empoli alla vigilia della sfida col Monza. Prima di lui ha parlato anche Pietro Accardi, che ha spiegato l'esonero di Andreazzoli e l'arrivo dell'ex Salernitana: "Parto col ringraziare Andreazzoli per il lavoro che ha svolto. Purtroppo le cose non sono andate come ci auguravamo, ma la responsabilità non è mai quasi esclusivamente dell'allenatore ma le responsabilità sono soprattutto di chi rimane: me in testa, la squadra e la dirigenza. Se siamo qua a presentare il terzo allenatore è evidente che qualcosa si è sbagliato. Oggi non è il tempo dei bilanci, ma di agire. I motivi che ci hanno spinto a scegliere Nicola sono due: il primo è perché è un allenatore forte e ne ho avuto la possibilità di vederlo questa settimana negli allenamenti, abbina passione competenza e intensità ed è quello di cui abbiam bisogno. Il secondo perché la società ha voluto dare un segnale forte ai calciatori, ovvero quello di non retrocedere. Siamo consapevoli che il momento non è facile, ma se ci crediamo tutti insieme ce la possiamo fare".

Parola poi a Nicola, che ha spiegato subito se partirà col suo marchio di fabbrica, ovvero la difesa a tre: "Le mie ultime avventure hanno sempre avuto una predisposizione alla difesa a tre. Io parto dal presupposto che le caratteristiche dei giocatori che possono fare la differenza vada rispettata. Detto questo, la priorità è stata per noi in questa settimana conoscere queste caratteristiche. Devo ringraziare Andreazzoli perché ho trovato un gruppo che ha dedizione al lavoro, e questo non è mai scontato". 

Che cosa deve avere la squadra di Davide Nicola?

"Credo che la guida sia importante per stabilire una precisa organizzazione con cui si va ad affrontare gli avversari e un'identità certa. L’organizzazione e la fiducia che si pone reciprocamente tra i vari componenti del gruppo per me sono due aspetti fondamentali. Io chiedo ai miei giocatori di sbagliare, di provarci con personalità, l’errore tecnico fa parte del gioco. Voglio vedere una squadra che vada in campo con la voglia di proporre. Io vorrei che i miei giocatori avessero l’entusiasmo di giocare a calcio e di esprimere le proprie potenzialità, su tutto il resto ci arriveremo”.

Come ha trovato la squadra?

"Quando si subentra si ha la fortuna di non doversi preoccupare di ciò che è accaduto prima. Io ho subito pensare di stabilire una relazione basica, che è il filo conduttore di ciò che esprimeremo dopo. Sono qua per invertire un paradigma. Mi definiscono l'uomo delle situazioni impossibili, ma un uomo da solo non può fare nulla. Non è il tempo che fa la differenza, quello che conta è che una pagina è stata scritta, a me interessa scrivere la pagina che ci porterà alla fase finale. Se siamo consapevoli che ognuno di noi può dare il proprio contributo, penso che potremmo essere competivi. Abbiamo lavorato su due modi per stare in campo e soprattutto sulla predisposizione ad un certo tipo di gioco e la capacità di essere squadra in entrambe le fasi. E' ovvio che è la prima volta, quindi non posso essere molto specifico". 

Come valuta il Monza?

"Il Monza è una squadra che ormai si conosce, ha una forza importante e un gioco ben stabilito. E' una squadra che sa aggredirti ma anche lasciarti lo spazio di manovra. Giocano insieme da due anni, con giocatori che hanno la conoscenza della categoria. Detto questo il valore del campionato, nella parte bassa della classicia, si sia alzato di qualità. C'è un grande equilibrio, e questo dimostra che c'è spazio per tutti e che nessun risultato è sconato. Sono fiducioso, ho trovato ragazzi convinti. Sarà una sfida difficile per tutti. Non voglio sentire parlare di un solo singolo, la differenza la fa la squadra”.

Da dove nasce la scelta di Empoli?

"E’ stata frutto di una stima reciproca. La società Empoli credo che sia anche un ambizione lavorativa. Ho visto la capacità con cui si cerca di produrre talenti per donarli poi al calcio futuro. Tutto ciò per me è motivo di crescita. La scelta dunque è stata per me naturale. Io già mi sentivo allenatore dell’Empoli”.

Ci sono indisponibili?

"Non ci sarà Kovalenko. Vedremo poi per quanto riguardala situazione di alcuni giocatori che stiamo monitorando. Cerri? Si è messo subito a disposizione. E’ arrivato con un grande entusiasmo e ha portato caratteristiche che mancavano."

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