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Cucina di qualità e beneficenza: fiorentino vince il "Gran Premio Internazionale di Venezia"

A ricevere il premio il titolare del ristorante "Da Pako" a Firenzuola

Tra le eccellenze italiane c'è anche uno chef fiorentino. Si tratta di Daniele Cornacchia, titolare del ristorante "Da Pako", in una frazione di Firenzuola, che ha ricevuto il collare e la spilla del “Gran Premio Internazionale di Venezia” rappresentato dal “Start chef lion golden”. Quest'ultimo, premio riconosciuto a livello mondiale che dal 1940 premia le arti e l’imprenditoria. Si tratta del primo riconoscimento così importante assegnato ad uno chef toscano, facente parte della Ass. Unione regionale Cuochi Toscani.

Il Gran Premio Internazionale di Venezia è un prestigioso riconoscimento per chi ha eccelso nella sua attività professionale, per meriti e qualità emerse, e che ha un occhio particolare alla beneficenza. “Quando mi è arrivata la candidatura non pensavo di andare a Venezia con l'intenzione di ritirare questo premio – spiega Daniele -, è stato una sorpresa quando è uscito fuori il mio nome. Gli altri personaggi premiati insieme a me sono state persone del calibro di Alfonso Signorini, Ernst Knam, Aldo Montano e molti altri. Sono fiero e onorato di aver ricevuto un premio così importante, che mi ha emozionato perché, ogni anno, viene assegnato a importanti personaggi della cultura italiana”.

Daniele ha 38 anni e dopo aver fatto esperienze in Italia e all'estero, nel 2010 ha deciso di aprire il suo ristorante “Da Pako”, a Bruscoli. Nella sua vita ha sempre riservato uno spazio per la solidarietà. “Per me è molto importante impegnarsi per gli altri. Da diversi anni faccio parte del Dipartimento Solidarietà ed Emergenza. Significa che, insieme ad altri cuochi in tutta Italia, sono reperibile per svolgere il mio lavoro in situazioni di emergenza, come per esempio è successo in occasione dell'alluvione a Campi Bisenzio”.

Studio e innovazione sono i segreti della cucina di Daniele, senza dimenticare tradizione e qualità delle materie prime. “Il mio segreto? Sicuramente il mio piatto più conosciuto, ormai mi ha identificato, cioè il carciofo. Uso un carciofo empolese, che subisce tre fasi di cottura e che è stato brevettato nel 2014 come “carciofo sfogliato su crema di pecorino”, che è stato portato all'Expo a Milano e cucinato in Vaticano. Oltre a questo mi piace dare attenzione alla carne, infatti collaboriamo con numerosi allevamenti sia italiani che esteri”. 

Le sfide per lo chef fiorentino non finiscono qui. Il mondo della cucina è in continua evoluzione, e per questo Daniele punta a sperimentare nuovi piatti coi quali conquistare clienti e critica. “Sto cercando di lavorare molto con la patata viola e sulla quaglia. Ho dei progetti che io e il mio staff stiamo sviluppando su questi due ingredienti, ma anche sui formaggi di zona e sugli aceti non tradizionali”.

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