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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La storia di Lorenzo, una vita da food influencer: "Ecco il segreto per avere successo. Guadagni? Rispondo così"

I segreti del mestiere raccontati da una delle figure più amate nel territorio fiorentino

Sono le figure più invidiate sui social, e spesso anche le più criticate. Coloro che vengono definiti “quelli che mangiano gratis”. Si tratta dei food influencer, figure sempre più ambite e ricercate dalle aziende. Dai ristoranti più buoni a quelli più strani, i loro consigli conquistano migliaia e migliaia di follower, che spesso fanno la ricchezza dei ristoratori. Uno dei più famosi a Firenze è Lorenzo Gagliano, che spiega i segreti di quello che è un vero e proprio mestiere. 

“La gente mi invidia, ma la mia attività non sta solo nell'essere invitato nei ristoranti per mangiare gratis – racconta il 31enne fiorentino -, anzi spesso ho dovuto dire molte volte di no. Il mio obiettivo non è solo recensire quel piatto o quel ristorante, ma dare un reale valore alle cose”. La storia di Lorenzo nel mondo dei social è iniziata otto anni fa, quando ancora non esisteva una vera e propria figura come quella di oggi. “Mi trovavo in vacanza, cucinai un piatto di pasta. Decisi di fargli una foto e postarla sui social, che ai tempi non utilizzavo granché. Questa foto ricevette numerosi riscontri, e mi fece piacere. Vedevo che sui social la gente parlava spesso di cibo. Così iniziai a documentarmi, a vedere i video che facevano soprattutto in America. Da lì ho cominciato a fare video, a fare foto di dove andavo a mangiare. Con gli anni il mio profilo è sempre più cresciuto, grazie soprattutto al mio modo sincero di comunicare”. 

Nel 2024 è più probabile che una persona si affidi a uno come Lorenzo piuttosto che a una guida gastronomica. L'influencer però ci tiene a specificare che figure come la sua non vogliono sostituire chi ha studiato per dare giudizi. “Purtroppo molti food influencer si spacciano per qualcosa che non sono. Io sono un content creator, e come dice la parola stessa creo contenuti non fornisco consulenze gastronomiche. Per fare questo ci sono persone che hanno studiato e sono competenti. Sono due cose totalmente diverse, ed è importante specificare che non siamo dei critici”. 

Ma se quello del critico gastronomico è un vero e proprio lavoro, si può dire lo stesso per il food influencer? “Assolutamente si – dichiara Lorenzo -. Ad oggi il mio lavoro principale è un altro, ma potrei benissimo rinunciarci e vivere solo di questo. Siamo nel 2024, la gente deve capire che i social sono diventati un lavoro come un altro, anzi forse molto più redditizio. Se riesci ad essere competente e credibile tiri fuori uno stipendio paragonabile ad un altro lavoro. Faccio un esempio: a Milano chi fa questo guadagna come un medico, se non di più”. E i prezzi come si definiscono? “In realtà è difficile dirlo. Insieme al ristorante che mi contatta si cerca insieme di costruire insieme il tutto. In base al budget si definisce un percorso, che sia con le storie o con un reel o un post, ma anche costruzione di eventi. Ovviamente si tratta di un lavoro a tempo pieno”. 

Un concetto che però in tanti non riescono ancora a concepire. Che sia per il food o per l'abbigliamento o per i viaggi, le figure dei content creator devono avere a che fare con l'invidia degli hater, che spesso arrivano ad augurare addirittura la morte. “Non so come gestiscono gli altri questa situazione. Io sono molto credente. Quando leggo questi messaggi provo compassione, e mi piace rispondere con un versetto della Bibbia: “non lasciarti vincere dal male ma vinci il male con il bene”. Io non rispondo alle offese con le offese, ma cerco di parlarci con queste persone, che spesso hanno problemi e hanno bisogno solo di essere ascoltati. Tant'è che sono nati dialoghi costruttivi e anche qualche conoscenza. I social deve connetterci e non allontanarci".

Insomma, tra ore di riprese, montaggio e critiche, quello del food influencer non è solo un piacere, ma una vera e propria professione che probabilmente sempre più giovani vorranno intraprendere nei giorni a venire. Al momento una scuola che insegna a fare questo lavoro però non esiste. Quali sono quindi i consigli per buttarsi in questa avventura? “Al me del passato o a un ragazzino che sta per entrare in questo mondo gli consiglierei di non crearsi un personaggio, ma essere se stesso sempre, perché per me questa è stata la chiave per il successo. E poi la costanza. I primi tre, quattro anni non mi si filava nessuno, anzi venivo preso in giro. Ero uno dei primi che si riprendeva nei ristoranti mentre mangiava. Adesso invece ho centinaia di richieste ogni mese. Con la costanza si arriva sempre a grandi risultati”.

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