Flash mob dei Giovani democratici davanti alla sede della Lega: “A casa chi giustifica i manganelli”
Bussolin e Nannucci: “Compassione per chi infanga le forze dell’ordine. Solidarietà alla polizia”
Un flash mob per mandare “a casa chi giustifica i manganelli”, con destinatari, su tutti, il deputato leghista Edoardo Ziello e l’europarlamentare Susanna Ceccardi. A chiederlo una delegazione dei Giovani democratici che ieri pomeriggio si è presentata davanti alla sede del Carroccio in viale Corsica.
“Alla radice dei pestaggi degli studenti ci sono prima di tutto le responsabilità politiche di chi, tacendo o addirittura giustificando, permette ad un sistema malato di persistere e riprodursi - dichiara il segretario cittadino Simone Zetti - Siamo qui senza autorizzazioni, perché in un Paese democratico con una Costituzione come la nostra il dissenso non deve chiedere il permesso a nessuno per emergere. Siamo qui perché Edoardo Ziello, parlamentare, e Susanna Ceccardi, europarlamentare, dopo le loro dichiarazioni a sostegno dell'azione della polizia, devono soltanto dimettersi”.
“L’uso del manganello è diventato una prassi”
“L’uso del manganello è ormai diventata una prassi per le forze dell’ordine del nostro Paese e questo non è più tollerabile”, aggiunge il responsabile scuola Niccolò Coppi, ricordando il presidio di Napoli, i cortei a Torino e Milano, le manifestazioni nazionali a Roma contro la Buona scuola.
Dai Giovani democratici arriva il rinnovato sollecito a introdurre i codici indentificativi e le bodycam: “Queste azioni non sono negoziabili e rappresentano il primo passo indispensabile verso la riforma di un sistema che troppo spesso ha fallito. La nostra richiesta è semplice: trasparenza, responsabilità, giustizia. È tempo di agire. Non ci fermeremo fino a che queste misure non saranno realizzate”, dice Giuliano Struga, responsabile lavoro.
La replica della Lega: “Identificare i violenti, non gli agenti”
Pronta la risposta del Carroccio che continua nella linea di difesa degli agenti “senza se e senza ma”. “Non c’è che provare cristiana compassione per quei tre gatti scalmanati - le parole del segretario provinciale Federico Bussolin e di quella cittadina Barbara Nannucci - Quale obiettivo migliore per tornare a infangare l’onore delle forze dell’ordine per i fatti di Pisa e Firenze? Il luogo ideale, glielo confermiamo, così come ribadiamo la nostra solidarietà alla polizia di Stato. Invocavano tra l’altro i codici identificativi sui caschi degli agenti. Noi speriamo che ad essere identificati siano sempre coloro che usano violenza contro chi rischia ogni giorno la vita per la sicurezza dei cittadini”.