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Peretola: Adf spinge per la pista più lunga. L'alt di Rossi: "Voterei contro"

Il Cda di Adf ha inviato a Enac un masterplan con un'ipotesi commerciale legato alla pista 2400 metri: "Voli a Mosta e Istanbul". Così il governatore ha la voce: a Firenze la Regione non è intenzionata a fare uno scalo intercontinentale

Ieri il Consiglio di amministrazione di Adf, la società che gestisce l’aeroporto di Peretola, ha approvato il masterplan 2014-2019. Piano quinquennale che la società ha inviato ad Enac e che ha acceso la polemica. Il perché sta in vecchio nodo, sempre lo stesso, legato a Peretola: la nuova pista dello scalo fiorentino. La Regione Toscana, dopo due anni di polemiche e di tira e molla, ha approvato lo scorso autunno la variante al Pit per una pista lunga 2mila metri. La famosa 12:30, con l’orientamento parallelo - convergente al raccordo autostradale. Così, come aveva prescritto Enac.

E tuttavia, poco dopo, è stata proprio Enac ad ingarbugliare la faccenda politica ed economica. Sì perché, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha poi prescritto, fatto salvo l’orientamento geografico, un’altra dimensione alla lingua di asfalto. Non 2mila ma 2400 metri, distanza minima per l’operatività degli aeromobili di classe ‘C’. Questione che ha mandato su tutte le furie il presidente della Regione, Enrico Rossi; con Enac che, nell’occhio del ciclone, si è consumata nel dire che non cambierebbe nulla. Perché la pista rimarrebbe monodirezionale, perché non ci sarebbe conflitto di mercato con Pisa. L’altra parte del mosaico. Il quadro, infatti, così come è stato pensato, discusso e votato, ha le fattezze di un piano a ‘pacchetto’. C’è di mezzo il rimodernamento di Firenze e con questo l’integrazione commerciale con l’aeroporto di Pisa. Un’unica società, due mercati diversi: city airport per il capoluogo toscano, hub e voli internazionali a Pisa.

E tuttavia, ieri, il Cda di Adf ha inviato ad Enac un piano in cui sono contemplate entrambe le ipotesi di pista: quella dei 2 chilometri e, l’altra, quella della discordia con i suoi 2400 metri. Con tanto di piano strategico che andrebbe a configgere eccome con lo scalo all’ombra della Torre, visto che la seconda strada “permetterà – scrive Adf – di raggiungere dallo scalo fiorentino destinazioni fondamentali per lo sviluppo economico del territorio quali Mosca, Istanbul e il Medio Oriente oltre a potenziare gli scali esistenti”.

ROSSI - Per questo il governatore Rossi, che ha in testa un’unica soluzione, quella approvata in Consiglio regionale, ha alzato la voce: “Prendo atto della decisione del Cda dell’aeroporto di Firenze. L’idea di inviare all’Enac due ipotesi della nuova pista e una sola ipotesi al Consiglio regionale è un’evidente contraddizione”. E ancora: “Per quanto mi riguarda l’iter dell’approvazione della variante al Pit dovrà fermarsi e, nel caso arrivasse all’esame del Consiglio, voterei contro”. Messaggio chiaro: a Firenze la Regione non è intenzionata a fare un aeroporto intercontinentale.

Che farebbe saltare l’intero, quell’accordo che vorrebbe legare le due realtà aeroportuali toscane sotto un’unica holding commerciale. Non è un caso che proprio in queste ore il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, si sia fatto sentire: “Le scelte di portata strategica per la Toscana quale quella di straordinaria importanza dell’integrazione della gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze si possono fare solo nella chiarezza. La posizione espressa oggi da AdF purtroppo non è chiara. Due «master plan» in uno non possono stare”.

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