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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Economia: Pil Toscana +3,8% nel 2022 ma l'inflazione 'morde'

Rallentamento della dinamica di crescita in Toscana, acuito dalla pressione finanziaria generata dall'inflazione. Frena l'export manifatturiero mentre il terziario cresce ma resta sotto i livelli pre-pandemici. L'analisi di Bankitalia

Nel 2022 l'economia toscana ha scacciato i venti di guerra, facendo segnare un aumento del 3,8% del prodotto regionale. Un dato più contenuto rispetto al primo anno di rimbalzo post-pandemia, il 2021, tuttavia migliore degli scenari che si erano profilati immediatamente dopo l'inizio delle ostilità in Ucraina. Fin dalla scorsa estate, d'altro canto, la Toscana ha iniziato un rallentamento della dinamica di crescita, acuito dalla pressione finanziaria generata dall'inflazione nella seconda metà dell'anno. Una dinamica negativa che persiste nei primi mesi del 2023.

È questo il quadro restituito dal rapporto di Banca d'Italia sull'economia regionale. La Toscana a dicembre dell'anno scorso, d'altra parte, presentava un tasso di inflazione pari al 12% leggermente peggiore rispetto alla media nazionale, mentre nei primi mesi del 2023 l'aumento dei prezzi si è 'addolcito', scendendo all'8,3% grazie a una contrazione importante delle quotazioni dell'energia.

Più in generale, le nuvole all'orizzonte sono legate alle tensioni globali che hanno determinato una decelerazione dell'export manifatturiero, mentre il terziario pur vedendo aumentare in maniera consistente il proprio prodotto resta al di sotto i livelli pre-pandemia.

Prima la ripresa, poi il ridimensionamento post Covid: l'economia toscana 2021 fotografata da Bankitalia 

La normalizzazione delle politiche monetarie, a propria volta, sta contribuendo a frenare l'erogazione dei finanziamenti alle imprese: i prestiti bancari sono calati dello 0,6% a dicembre 2022. Nel complesso, invece, i prestiti al settore privato alla fine dell'anno scorso sono risultati in aumento dell'1,7%, a un tasso dunque decisamente inferiore rispetto al recente passato. A spiccare in positivo, invece, sono i flussi turistici ma anche il settore delle costruzioni che ha recuperato i livelli pre-crisi seppure con qualche segno di rallentamento del comparto residenziale.

Bankitalia si attende una forte spinta al settore dell'edilizia in questi anni complice il Pnrr. L'implementazione degli investimenti europei garantirebbe alle costruzioni fino a 2.800 lavoratori in più nel 2025 e una crescita del 4,6% del valore aggiunto rispetto al 2019, secondo le stime degli economisti di via dell'Oriuolo. Nel quadro d'insieme, del resto, il 2022 è stato un anno buono per l'intero mercato del lavoro: l'occupazione è aumentata del 4,6%, mentre il tasso di disoccupazione di conseguenza si è ridotto fino al 6%.

"Lo scorso anno ipotizzavamo un forte ridimensionamento della crescita in relazione a diversi scenari- spiega il direttore della sede fiorentina di Bankitalia, Mario Venturi- invece la crescita è proseguita e si è fatta apprezzare per il suo carattere diffuso, per la crescita dell'occupazione. Si è fatta apprezzare anche per la ripresa degli investimenti e delle esportazioni, queste ultime a fronte di guadagni di produttività. Assistiamo a un rallentamento che è ovviamente anche frutto del quadro generale, d'incertezza, inflazione e aumento dei tassi di interesse".

E a proposito di inflazione, l'aspro aumento dei prezzi si sta rivelando una volta di più una sorta di tassa sulla povertà. "L'inflazione - rivela Venturi- ha agito in modo diverso sulle famiglie, è stata più incisiva sulle classi più basse. Stimiamo che a marzo di quest'anno il differenziale di inflazione fra le fasce di spesa più basse e più alti sia pari ancora al 3%".

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