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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Confprofessioni Toscana: "Parità di genere lontana, tra i liberi professionisti forte divario reddituale tra uomini e donne"

Gli ultimi dati mostrano una situazione tutt'altro che paritaria

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

“La parità di genere è ancora lontana. Anche nel mondo dei liberi professionisti. E deve essere un obiettivo da perseguire con forza, a cominciare dalla liberale Toscana, facendo in modo che la professionalità venga valutata e rispettata senza distinzioni di genere”. Così il presidente di Confprofessioni Toscana Ivo Liserani lancia un appello a tutti i soggetti coinvolti affinché ci si adoperi per un obiettivo fondamentale. I numeri parlano chiaro. Secondo il rapporto Confprofessioni, rispetto al periodo pre-Covid (2018-19) il numero di liberi professionisti è andato incontro a un calo consistente e l’intensità di tale calo è particolarmente elevata in Centro Italia (-3,7% sul triennio), dove ha colpito pesantemente soprattutto le donne libere professioniste (-5,2%) contro un -2,9% degli uomini. Donne che per altro scontano un gap già preesistente in termini numerici. In Toscana le libere professioniste sono infatti il 33,5% del totale, valore che si posiziona circa a metà della classifica delle regioni italiane. L’aspetto più critico è che nella fascia dei più giovani gli uomini risultano il 60,7% contro il 39,3% delle donne. Si tratta per altro della regione del Centro Italia che presenta il maggior gap a favore degli uomini nella composizione dei professionisti giovani: sotto ai 34 anni le donne sono il 39,3%; nella fascia 35-54 anni sono il 38,3%; nella fascia sopra ai 55 anni sono il 22,2%. Un altro evidente gap a cui le donne professioniste devono far fronte è poi quello reddituale, che in Toscana tra il 2020 e il 2021 è risultato addirittura in crescita: le donne guadagnano in media circa 21mila 400 euro in meno dei colleghi. “Quando si parla di equo compenso per i professionisti - riprende Liserani - non dobbiamo dimenticarci di un’equità che va considerata e rivendicata anche sotto il profilo di genere”.

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