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La polemica

Cgil: “Stop al reddito di cittadinanza, centinaia di famiglie senza alcun sostegno”

Il sindacato denuncia: “I nuovi strumenti non funzionano, il governo ha fatto cassa sui poveri”

“Il nuovo sistema non funziona, persone bisognose lasciate senza sostegni. Siamo preoccupati per l’emergenza sociale, va costruita una rete a tutela delle famiglie povere: con l’Assegno di inclusione (Adi) più di mille perderanno l’aiuto”. Questa la denuncia della Cgil Firenze sulle nuove misure introdotte dall’esecutivo per sostenere le persone in difficoltà, Sfl (Supporto formazione lavoro per i cosiddetti occupabili) e, appunto, Adi (per i non occupabili, in partenza da gennaio).

“Si conferma che questa è una operazione di cassa, il governo ha fatto cassa sui più poveri. Hanno tolto quello che c’era a loro sostegno e non hanno preparato nulla, scaricano sugli enti locali e non sono nemmeno in grado di offrire una opportunità di lavoro. Siamo molto preoccupati per l’inevitabile crisi ed emergenza sociale che investirà il nostro territorio, proveremo a coinvolgere gli enti locali per provare a costruire una rete che salvaguardi le famiglie dallo spettro di trovarsi in mezzo ad una strada”, dicono in una nota congiunta Cgil Firenze, Sol Cgil Firenze, Inca Cgil Firenze.

Supporto formazione lavoro, senza assegno da tre mesi

Agli sportelli del sindacato per attivare le procedure per il Sfl si sono rivolte 140 persone. n una analisi a campione su 50 di essi, è emerso che, a fonte dell’attivazione dei corsi (iscrizione e obbligo di frequenza sono la condizione per ottenere i 350 euro mensili), solo una minoranza ha ricevuto l’assegno; il resto si trova senza sostegno economico alcuno da più di tre mesi, anche nel caso di richieste che hanno tutte le caratteristiche per essere accolte. La Cgil sottolinea poi come l’offerta formativa, “finalmente sufficiente a coinvolgere la popolazione nel suo insieme, sia stata collegata a un aiuto economico scarso ma necessario per tante persone escluse dal mercato del lavoro per età, condizione personale, salute, bassissimo reddito”

Dei 50 casi di persone analizzate, fino a oggi solo due hanno dichiarato di essere tornate al lavoro: la prima grazie a un progetto dei servizi sociali, la seconda grazie alla mediazione del Centro per l’impiego. “Ci chiediamo quale risultato abbiano portato le Agenzie per il Lavoro coinvolte in termine di contratti attivati, l’unica performance che conti qualcosa per chi non lavora e non ha reddito. Il coinvolgimento dei privati nei servizi pubblici per l’impiego non ci ha mai convinto: le Agenzie per il lavoro legittimamente lavorano per i propri clienti privati, che non hanno tra i loro scopi fondamentali l’inclusione lavorativa delle fasce più deboli della società, come gli ex percettori di reddito di cittadinanza”. 

Con Adi niente sostegno per circa mille famigile

Per quanto riguarda l’assegno di inclusione, aggiunge la Cgil, “sono presenti molte criticità sia operative ma soprattutto sociali. L’assegno di inclusione interessa lascia scoperti quasi un milione di cittadini a livello nazionale che prima erano tutelati dal reddito di cittadinanza. Nell’area metropolitana fiorentina si sono rivolte alla Cgil circa 2.200 famiglie che percepivano il Rdc: si stima che meno della metà di queste avranno diritto all’Adi”.

“Si conferma ancora una volta che la mancanza in Italia di politiche di sviluppo incentrate sulla persona, e sulla buona qualità del lavoro tutelato, non possono essere sostituite da decisioni ideologiche e opportunistiche condizionate dai desiderata dell’impresa. Era un sacrosanto dovere della politica costruire un sistema universale di sostegno al reddito che tenesse conto della condizione complessiva della persona nella società reale, ma di fatto è stato smantellato anche quello che seppur con molte criticità avevamo”.

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