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Cronaca

Ucciso dall'Isis, la lettera d'addio di Lorenzo: “Sono morto facendo quello che ritenevo giusto”

Diffuso su Facebook da un amico il testamento del 33enne ucciso in Siria: “Non ho rimpianti”

“Se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo”, inizia così la lettera testamento di Lorenzo Orsetti, diffusa su Facebook dall'amico e videoreporter Davide Grasso dopo la diffusione della notizia della morte in Siria, per mano dell'Isis, del 33enne fiorentino.

“Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli, e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà”, prosegue la lettera di Orsetti, che era in Siria, al fianco dei combattenti curdi, in lotta contro lo Stato Islamico, da circa un anno e mezzo.

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“Quindi, nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l'avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo”.

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“Solo sconfiggendo l'individualismo e l'egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza – prosegue Orsetti nella sua lettera d'addio -. Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quanto tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l'uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni”.

“E' proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate che "ogni tempesta comincia con una goccia". Cercate di essere voi quella goccia. Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole”, si conclude il testamento d'addio, chiuso con la parola “Serkeftin!”, che in curdo significa 'vittoria'. Firmato 'Orso, Tekoser, Lorenzo'.

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