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Cronaca

Inchiesta sulla gara del trasporto pubblico regionale: perquisizioni in Regione, indagati due dirigenti

L'ipotesi accusatoria del pm Luca Turco è turbativa d'asta

Spuntano i primi indagati e le prime ipotesi di reato nell'inchiesta della procura di Firenze sulla gara da 4 miliardi di euro per l'assegnazione del trasporto pubblico regionale su gomma.

Sul registro degli indagati, infatti, sono stati iscritti dal pm Luca Turco due dirigenti della Regione Toscana. L'ipotesi accusatoria nei loro confronti è quella di turbativa d'asta.

Ieri la guardia di finanza ha acquisito alcuni atti nella sede di Autolinee Toscane a Villa Costanza, che si è aggiudicata il servizio di mobilità. Ma anche in Regione, dove per lo stesso motivo (acquisire documentazione) si sono presentate le fiamme gialle.

L'inchiesta sarebbe scattata dopo l'esposto del consorzio Mobit, che ha perso la gara ed era rappresentato da Cap, Copit e Busitalia.

Esposto presentato a Pistoia e poi girato, per competenza, dalla locale procura a quella fiorentina diretta da Giuseppe Creazzo.

Stando a quanto ricostruito, nell'esposto vengono evidenziati una “serie di intrecci che renderebbero squilibrata la commissione” nonché “una soluzione di continuità fra chi ha lavorato in Regione e oggi è vicino ai francesi”.

In particolare, vi sarebbero sottolineati i trascorsi di alcuni membri della commissione: uno di loro, ad esempio, è stato sindaco revisore di una società dell’orbita Ratp, che è stata guidata dall’attuale presidente di Autolinee Toscane.

C'è poi il caso di un ex comunicatore della Regione Toscana, che da pensionato è diventato addetto stampa di Autolinee Toscane.

E quello di sua figlia,un avvocato che, secondo l’esposto presentato da Mobit, avrebbe collaborato con la società che si è aggiudicata il maxi appalto.

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