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L’appello

Disforia di genere, “stop ai farmaci bloccanti”

Esponenti di associazioni Lgbtq+ scrivono al ministro Schillaci. Gli esperti: “Triptorelina può salvare la vita”

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“Ribadiamo la richiesta, alla luce di ciò che sta avvenendo in diversi paesi europei, che hanno fermato la somministrazione e messo in discussione il semplice consenso affermativo dei minori, sia vietata la somministrazione, anche in una logica di cautela e tutela dei minori, dei farmaci bloccanti”. È l’appello contenuto in una lettera  aperta rivolta al ministro della Salute Orazio Schillaci e non solo, un’ottantina di persone riunite in diverse associazioni Lgbtq+, in merito all’ispezione all’ospedale di Careggi e in particolare all’uso del farmaco triptorelina.

“Nel dichiarare la nostra contrarietà all'utilizzo di farmaci che intervengono sull’equilibrio psico fisico dei bambini - si legge nella nota - chiediamo al ministero della Salute, all’Aifa, al Comitato etico nazionale, di procedere a un controllo puntuale su tutte le strutture che operano in questo campo”, e ad una “stringente verifica delll’attuazione degli attuali protocolli, che sembrano esser stati violati”, asseriscono, sebbene i risultati dell’ispezione nell’ospedale fiorentino non siano ancora noti.

La replica di associazioni e società scientifiche: “Triptorelina può salvare vita”

“La triptorelina, un bloccante transitorio e reversibile della pubertà, è un farmaco salvavita nei giovanissimi transgender e gender diverse (Tgd), prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi”, la replica indiretta che arriva dai vertici di 12 sigle tra associazioni, società scientifiche di pediatri, endocrinologi, psichiatri ed esperti del settore e Osservatorio italiano di identità di genere, come riporta Adnkronos.

Purtroppo in questi ultimi mesi stiamo assistendo alla diffusione di informazioni errate dal punto di vista scientifico e fuorvianti su tale importantissima e serissima problematica, con l'utilizzo di un linguaggio inappropriato che nulla ha a che vedere con la reale funzione di questo tipo di terapia che non ha certo lo scopo di far cambiare sesso (sic) ai bambini (sic), ma ha il serissimo scopo di evitare conseguenze negative sul benessere psicologico e fisico sia a breve che a lungo termine di una popolazione particolarmente fragile e vulnerabile”. Infatti, fanno notare gli specialisti, “dai dati della letteratura scientifica si evince che fino al 40% dei giovani Tgd tenta il suicidio, e che la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità̀. La terapia è indicata proprio nei casi in cui il rischio per la salute psicofisica dell'adolescente è significativo”.

8 febbraio vertici di Careggi in commissione Sanità

Intanto il tema della disforia di genere e dei protocolli seguiti da Careggi sarà approfondito in commissione sanità del Consiglio regionale il prossimo 8 febbraio. Per quella data sono stati infatti convocati vertici dell'azienda ospedalieria universitaria di Careggi. Lo ha annunciato il presidente della commissione Enrico Sostegni (Pd) durante il dibattito sulla mozione presentata dal presidente di Forza Italia, Marco Stella che chiedeva l'audizione dei vertici dell’ospedale, dibattito con polemica per l’assenza in aula dell’assessore al Diritto alla salute Simone Bezzini. La mozione è stata bocciata.

Il presidente Sostegni ha spiegato che “si tratta di un tema sensibile”. “Noi - ha aggiunto - riteniamo che da parte del Consiglio regionale e della commissione Sanità debba essere fatta una discussione che parta dai dati, dalla situazione scientifica, prima che politica, e che questo si faccia attraverso un approfondimento in commissione non come l’iniziativa di qualche partito politico, e per questo abbiamo convocato per l’8 febbraio la direttrice di Careggi. Si tratta di un lavoro di approfondimento già impostato e per questo riteniamo che una mozione presentata da un partito politico che chiede una cosa che è già stata fatta non aiuti. Per questo invitiamo il presidente Stella a ritirare l’atto e a partecipare alla seduta della commissione che tratterà questo argomento”.

Invito non raccolto dal consigliere azzurro Marco Stella: “Io ho tanti dubbi sull’utilizzo di questo farmaco e vorrei fare chiarezza al più presto. L’ospedale di Careggi non è sotto attacco, ed è giusto avere mandato un’ispezione ministeriale, il problema è l’uso di un farmaco su bambini che hanno poco più di dieci anni”. Il capogruppo forzista si è anche chiesto “come si possa fare una valutazione psicologica in meno di sei mesi e in quattro sedute. Noi cerchiamo di capire se quello che viene fatto sui bambini a Careggi è fatto bene o è fatto male. Non faremo nessun passo indietro e ci auguriamo che la relazione dei commissari del ministero ci dica che va tutto bene”.

Polemica per l’assenza in aula dell’assessore Bezzini

Stella e il collega di Fratelli d’Italia Diego Petrucci hanno criticato l’assenza dell’assessore alla Sanità Simone Bezzini, non presente per rispondere a due interrogazioni sullo stesso argomento. “Sono dispiaciuto – ha aggiunto Petrucci – perché Bezzini è fuggito di fronte a un tema delicato e non strumentale. Il centro di Careggi tratta bambini e bambine giovanissimi, e farlo attraverso un farmaco antitumorale lascia forti perplessità sugli effetti collaterali”.

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