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Martedì, 16 Aprile 2024
Sesto Careggi / Via Reginaldo Giuliani

Addio alla Seves: "Lavoratori messi davanti ad un plotone di esecuzione bendati"

L'azienda chiuderà i battenti il 9 giugno al termine degli ammortizzatori sociali dei 97 lavoratori. Dura la critica dei sindacati. La Regione chiede un tavolo con chi è veramente interessato ad acquistare la manifattura

“Adesso siamo con le spalle al muro” è questo il sunto della situazione della Seves, che Bernardo Marasco della Flictem Cgil fa questa mattina durante il presidio davanti allo stabilimento in via Reginaldo Giuliani.

L’azienda che produce  mattoni in vetro, leader nel suo settore, chiuderà i battenti il 9 giugno, quando anche tutti gli ammortizzatori sociali dei 97 lavoratori si saranno esauriti.

“Siamo stati convocati in Regione – spiega Bernardo Marasco della Filctem Cgil - e l’azienda ci ha comunicato in quell’incontro che chiuderà la Seves.  La cosa più incredibile non è solo questo. Noi è da un anno che diciamo che l’intento di chiudere il forno, mandare via gli stampi era tutto costruito per chiudere i battenti. La cosa ancora più assurda è la motivazione: chiude perché l’eventuale compratore è intenzionato a chiudere quindi loro si mettono avanti. Il problema vero è che il fondo tedesco noi non lo abbiamo mai incontrato e dire in quella sede che la vecchia proprietà vuole chiudere è toglierci la possibilità di discutere con Triton il futuro sviluppo dell’azienda”.

Dalla Rsu aziendale si apprende che un accordo quadro dovrebbe essere firmato con la finanziaria tedesca nei prossimi giorni e da qui la richiesta da parte di tutti i lavoratori dell’apertura di un tavolo con le istituzioni e la nuova proprietà.

“Secondo noi  - continua Marasco – il mattone di vetro non se ne deve andare via da Firenze. Ma dirlo o farci dire questa cosa  da terzi è  una vigliaccata che i lavoratori non si meritavano. Se c’è qualcuno che intende chiudere questo stabilimento, prima compra la Seves poi viene a tavoli e ci spiega perché, cosa intende fare e si sottopone al confronto con i lavoratori.  Dire o farci dire da altri che comunque lo stabilimento chiuderà è come mettere i lavoratori davanti ad un plotone di esecuzione bendati senza vedere chi premerà il grilletto”.

Seves presidio 11 dicembre

La Regione Toscana ha chiesto che al prossimo tavolo venga anche chi è interessato a comprare la manifattura di Castello in modo che si possa discutere concretamente del futuro di questo eccellenza apprezzata in tutto il mondo e che grandi professionisti come Renzo Piano hanno utilizzato nelle loro opere.

“La Regione ha chiesto giustamente – conclude Marasco -  che al prossimo tavolo venga chi è interessato a comprare l’azienda e dica quale sono le prospettive che pensa di avere, perché almeno si possa discutere con un interlocutore perché per  quanto discutibile e con idee discutibili ma almeno è qualcuno con cui possiamo fare un ragionamento”.  

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