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Sesto, inceneritore di Case Passerini: “Costerà oltre cento milioni di euro ma non servirà”

Le parole del direttore Rossano Ercolini appena insignito in America del "Goldman Environmental Prize" il più prestigioso premio per l'ambiente su scala mondiale per il suo contributo a costituire in Italia

No a nuovi inceneritori e discariche, sì alla riduzione dei rifiuti prodotti, alla  raccolta differenziata e al riciclaggio. Sono le indicazioni contenute nel piano rifiuti elaborato dalle associazioni che aderiscono a ‘Strategia Rifiuti Zero per la  Toscana’. A giorni sarà discusso in giunta il piano regionale sui rifiuti messo a  punto dall’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini. “Che ci lascia perplessi, nasce vecchio e guarda al passato – spiega Fabio Lucchesi, coordinatore toscano di ‘Strategia Rifiuti Zero’ -. Al presidente Enrico Rossi, che ha visitato il nostro Centro ricerca di Capannori, chiediamo di mantenere gli impegni e puntare sulle buone pratiche”.

Quali sono i punti più contestati della proposta Bramerini? “Il piano punta su nuovi inceneritori e non prevede obiettivi certi di riduzione dei rifiuti prodotti, come invece chiede la legislazione europea - dice Rossano Ercolini, direttore del Centro Ricerca Rifiu-ti Zero di Capannori e vincitore del Goldman Environmental Prize, il più prestigioso premio per l’ambiente su scala mondiale -. E’ assurdo, perché i dati Ispra dimostrano che i rifiuti prodotti in Toscana stanno calando, dunque non c’è bisogno di nuovi inceneritori”. Che al momento in Toscana sono sei: a Scarlino, Pisa, Livorno, Montale, Poggibonsi e Arezzo.

Al centro del contendere l’ipotesi del nuovo impianto di Case Passerini nella Piana. “Costerà oltre cento milioni di euro ma non servirà”, continuano Ercolini e Lucchesi, contrari anche all’ampliamento del centro di Selvapiana e alla costruzione dell’inceneritore di Testi, a Greve in Chianti: “Se si costruisce un inceneritore è necessario alimentarlo continuamente con rifiuti da bruciare, così che si scoraggiano le buone pratiche e la raccolta differenziata”.

I comitati chiedono invece di puntare su differenziata e porta a porta.  “Nell’Empolese Valdelsa con l’adozione del porta a porta in un solo anno la raccolta differenziata è passata dal 30 all’85%, mentre la media toscana è intorno al 40% - spiegano -. Da qui al 2017 la produzione di rifiuti, adottando buone pratiche, potrebbe calare di almeno il 15%. Dunque chiediamo una moratoria sui nuovi impianti per valutarne la reale necessità”. No anche a nuove discariche: “Ne abbiamo più di venti. Piuttosto servono impianti per il trattamento biologico dei rifiuti da conferirvi, così che non si producano sostanze inquinanti quali pergolato e biogas”.

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