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Nuovo codice degli appalti, i professionisti: giusto depenalizzare e toglie "paura della firma"

Il consiglio dei ministri ha recentemente approvato una riforma del codice degli appalti pubblici, che andrà a sostituire il precedente codice del 2016.

Il consiglio dei ministri ha recentemente approvato una riforma del codice degli appalti pubblici, che andrà a sostituire il precedente codice del 2016. Il nuovo Codice si applicherà a tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023 e dal 1° luglio 2023 è prevista l’abrogazione del Codice del 2016.  Il nuovo strumento legislativo appare poter produrre effettivamente e concretamente elementi di semplificazione rispetto alla disciplina previgente rappresentando un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della nazione. Il nuovo codice ha, infatti, l’obiettivo principale di velocizzare le procedure di assegnazione degli appalti per realizzare gli obiettivi previsti dal PNRR In sostanza si prefigge di semplificare il sistema degli appalti pubblici muovendo da due principi cardine, stabiliti nei primi due articoli: il “principio del risultato”, per un affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della P.A., dei suoi funzionari e degli operatori economici. Alcune innovazioni introdotte riguardano: • rafforzamento dei poteri di vigilanza dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione; Viene fugata la cosiddetta “paura della firma” mediante un meccanismo di depenalizzazione della responsabilità amministrativa In ultimo, ma non per ordine di importanza, il conseguimento dell’allineamento alla normativa e alla giurisprudenza europea. Sicuramente il provvedimento è migliorabile ma già nella sua prima formulazione

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