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Giovedì, 28 Marzo 2024
Sport Campo di Marte / Viale Pasquale Paoli

E' Rui Costa è il nuovo campione del mondo di ciclismo

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa ha vinto in volata la gara in linea Uomini Elite. Dietro due spagnoli davanti al capitano azzurro Vincenzo Nibali

Si chiama Rui Alberto Faria da Costa, il prossimo 5 ottobre compirà 27 anni, di professione fa il ciclista, a Firenze è diventato campione del mondo. E qui ci scappa subito la battuta: una corsa da numero 10. Sì perché, qui, dove si è consumata la settimana iridata delle due ruote, conoscono solo due numeri dieci, entrambi viola. Il primo aveva e ha il codino, quel Roberto Baggio che fece impazzire la curva Fiesole. Il secondo, non aveva il vizio del gol, ma è stato il trequartista più forte della storia gigliata. Un portoghese conosciuto da tutti (in gruppo e tra gli addetti ai lavori) come Rui Costa, vince la maglia iridata a Firenze. Che si tratti di una coincidenza? Sicuramente sì, ma a Firenze, non ci poteva esser nome più spendibile per l’oro. Azzurri esclusi, ovviamente.

LA GARA METRO DOPO METRO

Anche questo è stato il mondiale. Come nella più classica tradizione del ciclismo, dove le vite e le storie si intrecciano. Dove la narrazione va sempre oltre la gara. Perché il ciclismo è lo sport che più di tutti parla alla vita, doping compreso. C’è tutto, il bene e il male. In mezzo tanta fatica e oggi l’acqua battente per quasi sei ore. Una metafora perfetta. E impietosa: spesso si perde.

LA CLASSIFICA IRIDATA

Come è successo alla medagli di argento 2013, Joaquin ‘Purito’ Rodriguez, beffato a trenta metri dal traguardo di viale Paoli dopo aver accarezzato per ben due volte la ‘Maglia’. “Pensavo di poter vincere, stavo per andare da solo, ho detto a Valverde di andare a ruota dell’avversario che mi avrebbe seguito. Quando ho visto che ai 600 metri arrivava Rui Costa da solo non ho capito la situazione. Lui è giovane ed intelligente, ha capito subito che era campione del mondo. Alla fine il mio nome viene associato a queste cose: perdo il Giro d’Italia – per 16 secondi –, perdo la Vuelta, perdo il Mondiale”. Vince sempre che taglia per primo il traguardo. Il secondo è roba da almanacchi. Il secondo, ‘Purito’, con al collo l’argento ha pianto lacrime tristi. La sconfitta, appunto.

INIZIO SOTTO LA PIOGGIA | VIDEO

Spagnolo come Rodriguez, ha perso anche Valverde, il bronzo di Firenze. Ha perso, da buon eterno secondo, dopo aver fatto tutto per bene. Quando tra i quattro rimasti in gara era il più veloce. Questione di gamba: “Dopo 270 chilometri di gara – sottolineato lo spagnolo – le gambe sono quelle che sono. Tattica sbagliata? Non credo, abbiamo fatto quello che dovevamo. Non ho sottovalutato Rui Costa, corriamo nella stessa squadre e lo conosco bene, ma quando lui è scattato, Nibali ha provato a seguirlo senza riuscirci, e per me è stato ancora più difficile”. Insomma si è fidato di Nibali, che non ne aveva più e che gli avrebbe fatto il buco. Uno strappo troppo lungo da ricucire quando il traguardo era così vicino e quindi quando era sfinito. Poi ci sono stati quelli che hanno perso senza batter colpo. I nomi grossi, i favoriti della vigilia. Come Cancellara e Sagan praticamente non pervenuti. Come Evans, che ha picchiato forte sull’asfalto nuovo di via Trieste. Oppure come Froome e Wiggins, gli ultimi due vincitori del Tour che praticamente non hanno corso.

DA COSTA AL TRAGUARDO A BRACCIA ALZATE | VIDEO

NIBALI – Si perde, come detto. Ma c’è chi da sconfitto si becca sempre il premio della critica, la medaglia d’oro del vincitore morale. Vincenzo Nibali, da capitano azzurro, in un mondiale fatto per lui, era atteso. Ma non troppo: era la punta della nazionale, ma non il favorito. E un po’ per ruolo, un po’ per gamba, un po’ per passione, ha stupito tutti. Il suo, è stato un mondiale eroico. Caduto con Paolini (per inciso, all’ultima sua gara da pro, grandissimo) quando mancavano poco più di due giri al termine si è rialzato e ha inseguito i migliori. Tre, quattro chilometri a tutta e, prima della penultima ascesa a Fiesole, era lì di nuovo a giocarsi l’oro. Un giro, a ruota, poi quando mancavano gli ultimi 16 chilometri, quelli dell’ultimo giro del circuito mondiale si è scatenato.

Sulle rampe fiesolane si è scrollato tutti di dosso ed è andato a bussare alle ruote del battistrada, Rodriguez appunto. Poi, una discesa incerta, il secondo errore sul bagnato, un piede che gli scivola, non cade, ma lo spagnolo gli scappa. Gli tornano addosso Da Costa e Valverde, borbotta perché non gli danno mano, poi fa tutto da solo: su per il ‘muro’ di via Salviati si riporta su ‘Purito’. E ci riporta anche Valverde e il futuro campione, Da Costa. “Più che cuore – ha dichiarato all’Agi  a fine corsa – ci voleva anche un po’ di fortuna. La caduta mi ha un po’ condizionato ed ho fatto un grande sforzo per rientrare. Peccato, la condizione era buona e potevo avere più forze nel finale, in salita. Io nella morsa degli spagnoli? Però ha vinto Rui Costa, loro hanno corso male”.

Campo di Marte - Domenica 'Mondiale'

DA COSTA – Rui Costa, che scatta sul cavalcavia delle cure, lascia sul posto un Nibali inesauribile fino ai meno due, prende Rodriguez e regala al Portogallo la sua prima maglia iridata. Attenzione però, il portoghese non era tra i favoriti ma non era lì per caso. Oddie, non che in passato non sia successo. Non è successo stavolta. Un perfetto sconosciuto, infatti, in questo sport, non porta a casa un giro di Svizzera, un Grand Prix Cycliste de Montréal e tre tappe al Tour de France. Ora il mondiale, che spacca il palmares: un prima e un dopo Firenze. Da Costa, incredulo, lo sa bene. Per questo le lacrime, per questo l’abbraccio commosso con il suo compagno di squadra Tiago Machado, anch’esso in lacrime (così, tanto per puntualizzare, la squadra del Portogallo contava di soli tre atleti). “Oggi – ha dichiarato all’arrivo – ho realizzato un sogno. Non me ne rendo ancora conto, ma avrò tempo per realizzarlo. Onestamente non pensavo, stamattina, di poter vincere, ma quando nel finale ci siamo ritrovati in quattro, allora ho capito che potevo farcela. Sapevo che Rodriguez era il meno veloce in volata e avrebbe attaccato prima: io ho atteso il momento che reputavo migliore, così ho attaccato deciso e l’ho ripreso. Quando l’ho raggiunto mi ha detto di passare, ma io me ne son guardato bene: volevo tirare il fiato per la volata, ed è andato tutto alla grande. Sono orgoglioso di quel che ho fatto, anche per il mio Paese”.

Mondiale di ciclismo, il giorno di Rui Costa

BETTINI – Mondiale bagnato fradicio, con le cadute eccellenti, con i ritiri, con le gambe zuppe di acido lattico e pioggia. Mondiale da medaglia di legno. Quella con cui si dovrà consolare il ct azzurro, Paolo Bettini. “È stata una giornata da leoni e i ‘miei’ corridori sono stati degli autentici leoni - aggiunge Bettini -. Non pensavo che Nibali risalisse in bici. Senza quella caduta se la sarebbe giocata. Preferisco la medaglia di legno a una sconfitta come quella subita dalla Spagna”.

STORIE DA FIRENZE – Prima di chiudere una chicca. Rui Da Costa taglia il traguardo, Firenzeviola.it, intervistano Manuel Rui Costa:

“Firenze porta fortuna a Rui Costa! Sono troppo felice da portoghese che abbia vinto lui, è davvero forte. I complimenti per il campione del mondo del ciclismo sono infiniti. Ma devo dire che questa è davvero una meravigliosa coincidenza. Se penso che lui ha vinto proprio vicino al mio stadio ‘Franchi’ mi emoziono. Oggi facciamo tantissimi complimenti a questo grande campione del ciclismo, perché se li merita davvero, sono felice per lui e per la città. Continuo a portarmi nel cuore tutti i fiorentini”.

Anche questa è Firenze.


 

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