FIPAV Under 15 Firenze – Un minuto di silenzio per Hakimi
Anche nella nostra Firenze, come ai quattro angoli del mondo, il pensiero degli amanti del volley oggi va a Mahjabin Hakimi, che a diciott’anni, in una Kabul così repentinamente rimbarbarita, ha tributato la sua esistenza alla difesa degli ideali di libertà ed autodeterminazione. In linea con l’indirizzo della Federazione Italiana Pallavolo, nella seconda giornata dell’Under 15 maschile, anche gli schieramenti della Mario Mattioli e della Remo Masi hanno osservato un minuto di silenzio, a commemorazione dell’atleta che non ha accettato di sacrificare la propria passione ai dettami del regime. Quali pensieri avranno prevalso in quel minuto, nelle testoline dei nostri adolescenti? Difficile credere che abbiano compreso fino in fondo l’accaduto – fortunatamente fuori prospettiva per le nostre menti occidentali. Di sicuro l’immagine di Hakimi diffusa dai media, sorridente nella sua tenuta da match, ha reso ancor più intensa del solito la suggestione del pre-gara. Due squadre misuratesi più volte nella scorsa stagione, sia in campionato che off the records, con i grintosi blu della Rufina sempre giunti a primeggiare sui bianco-rossi della Mattioli ed in effetti su tutti gli avversari del Girone, in cui si sono affermati. Rincontrandosi a distanza di alcuni mesi, entrambe le fazioni mostrano evidenti segni di cambiamento. A quell’età – si sa – centimetri e umori montano in un batter d’occhio. Scambi accesi ed acrobazie hanno appassionato il pur scarno pubblico, ancora ridotto ai soli addetti ai lavori causa Covid. Alla fine del terzo set, conducendo per 2 parziali a 1 sotto la guida del nuovo allenatore Roberto Pedone, la Mattioli ha subodorato l’opportunità di interrompere la serie negativa. Poi la Masi ha ripreso in mano la partita e se l’è portata a casa, chiudendo il tae break con l’ampio vantaggio di 15 a 5. L’opportunità più grande resta quella di potersi mettere alla prova, perché gli insegnamenti in campo ci si portano dietro nella vita. Come un arbitro che fischia irregolarità su tocchi imperfetti, ricordando agli increduli astanti – più e meno giovani – che l’asticella si alza costantemente. Che a tutte le età e in tutti i contesti si può essere tacciati di inadeguatezza e bisogna saper incassare e andare avanti. Anche potersi rialzare è un privilegio, un privilegio che Hakimi non ha più.