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Fiorentina, Commisso: "Rapporto speciale con la città. L'anno prossimo vogliamo fare ancora meglio"

Il presidente del club viola è intervenuto dagli Stati Uniti per fare un bilancio di fine stagione

La stagione appena conclusa ha visto arrivare la Fiorentina al decimo posto nel campionato di Serie A. Al termine di un'annata particolare, segnata dall'emergenza covid (che ha colpito particolarmente in casa viola con tanti casi tra staff e calciatori), Rocco Commisso è intervenuto in diretta sul sito ufficiale del club, collegato dal New Jersey, per fare un bilancio sul suo primo anno da presidente del club.

“I momenti più belli di questo primo anno? L’accoglienza per me e la mia famiglia da parte dei tifosi e il rapporto che si è creato con la città di Firenze, specialmente nel momento più difficile dell'emergenza Covid - ha esordito il numero uno viola-. E poi, ovviamente, il momento in cui ci siamo salvati e le ultime 6-7 partite in cui abbiamo fatto bene, portando la Fiorentina dove merita. Inizialmente non capivo quanto fosse forte il legame tra i tifosi e la squadra, l’importanza della Fiorentina per la città. Abbiamo acquistato il club in tempi molto rapidi, solitamentente ci vogliono mesi per chiudere operazioni così. I ricavi della società sono scesi di molto mentre i prezzi del mercato si sono alzati, siamo messi male rispetto a dieci anni fa".

Le polemiche arbitrali

A Commisso è stato chiesto se avrebbe replicato il suo sfogo dopo Juventus-Fiorentina: "Forse potevo usare toni più bassi ma i ragazzi nello spogliatoio erano arrabbiati e depressi. In quel momento mi sono sentito come se fossi il capitano della mia ex squadra, ho voluto prendere le loro difese pubblicamente. Sono successe molte cose, gli arbitraggi negativi sono cominciati con il Napoli alla prima giornata per l’episodio di Mertens e sono andati avanti per tutta la stagione, ci sono stati tanti episodi che non mi sono piaciuti affatto e alla fine ho sbottato. Le regole devono essere uguali per tutti, non è stato sempre così. In America le tv parlano male della Serie A, dei rigori, di come viene usato il Var. Scriveremo a Gravina, Nicchi e tutti i responsabili della classe arbitrale esplicitando le nostre raccomandazioni".

La situazione finanziaria tra Mediacom e Fiorentina è tutto sommato positiva: "Tra quattro giorni pubblichiamo i pubblicati del secondo trimestre, saranno ottimi risultati nonostante il peggior momento economico. C'è dietro fortuna e saper fare, e una solidità aziendale di cui sono molto orgoglioso. In Serie A con la Fiorentina sto spendendo la maggior parte del mio tempo, nonostante la differenza di fatturati tra le due aziende. Per ora mi prende parecchio tempo ma spero di prendermi anche io una vacanza".

Da Montella a Iachini

Il presidente della Fiorentina ha parlato anche dei due allenatori che si sono avvicendati sulla panchina viola, partendo da Montella per finire con Iachini: "Io ho questa predisposizione a tenere e non a mandare via. Non mi piace rovinare la carriera a nessuno, so che le mie decisioni hanno delle ripercussioni, il calcio però è diverso. Nel caso di Montella, la prima cosa che ho fatto è stato incontrarlo insieme a Joe Barone. Erano andati via tutti i dirigenti, noi abbiamo preso Pradè, con Montella ci siamo visti a New York e l'ho confermato. Nelle sue precedenti stagioni in viola aveva fatto bene, il mio carattere è quello di dare un'opportunità e abbiamo iniziato a fare mercato. Poi le cose non sono andate bene, a dicembre avevamo 17 punti in 17 partite, una media di un punto a partita, si veniva da un ciclo di partite negative, specialmente quella con la Roma. Mi hanno portato due o tre nomi e alla fine ho scelto Iachini e per fortuna perché le cose sono andate bene. Iachini ha chiuso il campionato portando grandi miglioramenti in difesa. Ha perso cinque partite, le grandi hanno fatto peggio, solo un paio di squadre ha fatto meglio della Fiorentina. Iachini ha fatto la differenza, confermarlo era la cosa giusta, non mi interessano le critiche"

Obiettivi e ambizioni per la prossima stagione

In molti sono i tifosi viola che sperano di vedere una Fiorentina più competitiva nel prossimo anno, il tycoon dei gigliati, però, sa che la strada è lunga "Molti mi prendono come esempio l'Atalanta, ma dimenticano che anche loro ci hanno messo diversi anni per arrivare dove sono. Sono tante le nuove proprietà che habnno investito e non hanno ottenuto immediatamente risultati. Per essere il primo anno, il decimo posto è un buon risultato. Forse solo Suning ha fatto investimenti più grossi dei nostri, ma io voglio fare ancora di più. L'ambizione è di far meglio ma so perfettamente che c'è competizione, il calcio è uno sport e un'industria molto competitiva. Sicuramente puntiamo al lato sinistro della classifica". 

Calciomercato ancora in standby

Non potevano mancare le domande sul mercato, un argomento sul quale però il patron viola è rimasto parecchio abbottonato: "Non dirò niente perché non ho ancora visto Barone e Pradè e poi sono discorsi che restano tra noi, gli obiettivi vanno tenuti segreti anche per evitare che il prezzo si impenni. Chiesa? Non l'ho mai criticato, gli vogliamo un bene immenso, è un ragazzo in gamba, come la sua famiglia. Io l'ho voluto tenere perché credevo che fosse la cosa giusta da fare, non potevo presentarmi a Firenze mandando via il nostro più grande asset. Credo sia stata la decisione giusta. Ora dobbiamo capire cosa vuole: se vuole andare può andare a patto che ci portino i soldi che vale. Amrabat? Sono stato io a chiedere di prenderlo a Pradè. La 10 a Castrovilli? Quella maglia appartenuta a grandi calciatori come Antognoni, è una decisione che deve prendere il mister ma se andasse a lui sarei contento".

Centro sportivo e stadio

Commisso ha parlato anche del centro sportivo di Bagno a Ripoli e della questione stadio: "Le parole di Pessina sul centro sportivo mi sono sembrate incoraggianti, spero che ci lascino andare avanti e non distruggano il nostro progetto con le questioni ambientali. Se le cose non dovessero andare nel modo giusto e i costi diventassero eccessivi, l’investimento non si farà, così come ho già fatto con la Mercafir. So fino a dove è giusto negoziare e quando è il momento di dire basta. Anche per lo stadio, non so cosa succederà. In Mediacom ho investito 3 miliardi di dollari in 10 anni, ci metto due ore per sbloccare un investimento di 300 milioni all’anno, vorrei fare lo stesso in Italia ma sono sfiduciato dalla politica che ha tempitroppo lunghi. Anche la Soprintendenza dovrebbe avere un ruolo più limitato".

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