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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cecchi Gori chiede un risarcimento di 350 milioni per il fallimento della Fiorentina

L'ex patron viola tramite i suoi legali ricorre contro la curatela fallimentare per "gravi anomalie" legate al fallimento societario del 2002

Torna a farsi sentire Vittorio Cecchi Gori. Il produttore cinematografico, patron della Fiorentina dal 1993 al 2002 (fino all'arresto per bancarotta), attraverso il suo pool di legali ha presentato un'istanza contro il fallimento dell'AC Fiorentina Spa recapitando un atto di diffida (che sarà seguito da citazione per danni quantificata in 350 milioni di euro) nei confronti di Sebastiano Puliga, il giudice che decretò il fallimento del club viola e che risultò poi coinvolto in un’inchiesta di Genova su un giro di fallimenti pilotati (incluso quello della Fiorentina) e fu condannato definitivamente a 6 anni di reclusione per falso e la bancarotta di un’azienda privata.

Come ricostruito da La Nazione, i legali di Cecchi Gori nel corso di questi anni hanno ravvisato evidenze a sufficienza per dimostrare le gravi anomalie connesse al fallimento della Fiorentina e al crack del gruppo Cecchi Gori: in particolare ancora non ci si spiega il comportamento della CO.VI.SOC. che prima ammise il club viola al campionato 2002-2003, salvo poi contraddirsi appena un pese più tardi. Inoltre la Fiorentina fu l’unico club costretto a saldare in un unica soluzione il suo debito col fisco, tramite una compensazione con i crediti vantati dalla stessa per i diritti tv. Altre società con la stessa (o più grave) situazione debitoria della Fiorentina, invece, poterno usufruire di dilazioni trentennali. Secondo l'avvocato Passalacqua, Vittorio Cecchi Gori è fiducioso poiché questo ricorso costituirà "l’occasione per far luce su una vicenda che presenta troppe ombre".

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