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Eccellenza, lo Scandicci comunica che non chiederà il ripescaggio in Serie D

Duro comunicato da parte del presidente Rorandelli, che si rivolge a Comune e tifosi

Dopo 16 anni lo Scandicci torna a giocare in Eccellenza. Dopo la retrocessione arrivata al termine dei play-out col Crema, la società con un comunicato ufficiale ha ufficializzato non senza polemiche, che non farà richiesta di ripescaggio in Serie D. A parlare è direttamente il presidente Rorandelli, che in particolar modo si rivolge all'Amministrazione Comunale e ai cittadini di Scandicci:

"Lo Scandicci ripartirà dall'Eccellenza. Dopo 16 anni ininterrotti di Serie D, una delle serie più lunghe d'Italia nel massimo campionato dilettantistico, la società Blues prende atto del risultato del campo, che ha visto lo Scandicci battersi fino all'ultimo secondo - si legge nel comunicato ufficiale -, in inferiorità numerica dall‘inizio secondo del tempo regolamentare e per tutti i supplementari, nel playout di Crema. Senza tuttavia trovare la vittoria che serviva, prima del 120', per rimanere in categoria".

Poi le parole del numero uno dei Bues: "Prendiamo atto del risultato del campo e ripartiremo dall'Eccellenza. Non chiederemo il ripescaggio in Serie D. In primo luogo per il problema dello stadio. A gennaio, infatti, partiranno i lavori nell'area Turri, quindi dovremmo giocare stabilmente altrove per anni, con tutto ciò che ne comporta. Come Architetto e come scandiccese posso condividere la scelta dell'Amministrazione comunale di fare la scuola al posto dello stadio (per il nuovo centro di Scandicci), in quell'area, ma come Presidente dello Scandicci non lo trovo accettabile, perché ad oggi non c'è uno stadio da poter utilizzare, e nella previsione dell'area di San Giusto, di cui si parla, non è dato sapere quando sarà realizzato un impianto adatto alla Serie D. L'Eccellenza, invece, può essere giocata al centro sportivo Bartolozzi. Questa è l’amara realtà!“.

Il riferimento va poi ai tifosi: "Mi preme ringraziare, di cuore, i tifosi che ci sono stati vicini anche in questa stagione, e in particolare il gruppo dell'Onda Blues. Ma purtroppo constatiamo che ancora in pochissimi seguono fedelmente lo Scandicci allo stadio. A Scandicci chi segue il calcio non viene a vedere lo Scandicci, ma per vicinanza ed identità con Firenze tanti seguono la Fiorentina. La città di Scandicci non segue la squadra, non l'ha fatto neanche quando era 2° in classifica, nel mese di gennaio, sotto la gestione del mister Claudio Davitti in panchina, solo pochi anni fa (2020). E questo crea inoltre un problema oggettivo di entrate di cui si deve tenere conto, in un contesto calcistico dove i capitali richiesti sono ingenti, generando di conseguenza una difficile ricerca di nuove sponsorizzazioni. In un territorio ancora, evidentemente, carente d’identità e disinteressato al sostegno della squadra”.

Prosegue ancora il Presidente: "Quando abbiamo chiesto il ripescaggio in Serie D nel 2016 siamo stati 1° in graduatoria, per la lunga permanenza in categoria, le dimensioni della città e la qualità del movimento giovanile d'Élite. Anche in questa occasione, quindi, avremmo potuto essere ai vertici della graduatoria di ripescaggio, dopo aver concluso per un'altra volta al primo posto la classifica 'Giovani D Valore' per la valorizzazione dei nostri ragazzi in campionato. Ma il mio impegno adesso, oltre ad allestire una squadra competitiva per l'Eccellenza, è di investire ancor di più sulle strutture e sul Settore Giovanile, dagli Juniores in giù, con l'obiettivo di competere per le prime posizioni dei campionati d'Élite, e sulla Scuola Calcio Élite. L'attività sociale sul territorio sarà potenziata, questo è il mio impegno futuro. In più c'è la riforma dello sport che sarà in vigore dal 1° luglio, altra tematica da affrontare. Sono da 13 anni nello Scandicci, di cui 9 da Presidente. Dal 2016 sono alla guida del club da solo, il mio impegno di allora era di non far fallire la società, e ci sono riuscito riducendo ad oggi il 45% dei debiti e mettendo i conti sempre in regola con i tanti collaboratori“.

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