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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Cronache di un tifoso di periferia: parla Lorenzo Biagioli, fondatore dello "Scandicci Club Onda Blues"

Cosa spinge un tifoso la domenica ad andare al Turri piuttosto che al Franchi? Ne abbiamo parlato con uno dei responsabili dell'unico club esistente dello Scandicci, che ogni domenica, in Serie D, segue e organizza il tifo sugli spalti del Turri e non solo

Spesso, quando andiamo allo stadio a seguire le grandi squadre, quelle con più seguito, che giocano in Serie A, ci dimentichiamo che molti di quei giocatori che idolatriamo o che diventano dei beniamini, sono passati dalle squadre dilettanti. Quelle squadre che la domenica, mentre si gioca sui grandi palcoscenici, mettono in campo i veri valori del calcio, quelli genuini, e che al loro seguito ci sono tanti, o alcune volte pochi tifosi, che nonostante sappiano che la loro squadra di quartiere non arriverà mai in Serie A, sono comunque lì, a sostenerli, su gradinate spesso non proprio comode. 

Il tifo dei dilettanti è diverso da quello di Serie A. Ci sono più sacrifici da fare, delusioni e spesso poche gioie. Per farcelo raccontare abbiamo intervistato Lorenzo Biagioli, fondatore e responsabile dello "Scandicci Club Onda Blues", ovvero l'unico club di tifoseria organizzata che segue lo Scandicci, squadra che milita in Serie D, e che quest'anno lotta per la salvezza. Con Lorenzo abbiamo parlato di cosa spinge una persona a seguire lo Scandicci piuttosto che la Fiorentina, e molte altre dinamiche legate al tifo di periferia:

Lorenzo, spiegaci la storia di questo piccolo club, che segue le vicende dello Scandicci in Serie D

"Io sono uno dei fondatori. Nasce dal fatto che ho sempre seguito lo Scandicci. Precisamente ho iniziato a seguirlo nei primi anni 90', quando c'era la Robur Scandicci, che militava in Seconda Categoria. Proprio in quegli anni fu fatto un piano d'investimenti per portare la squadra più in alto, visto anche l'allargarsi del Comune di Scandicci, e quindi iniziai a seguire questa scalata che poi ha portato lo Scandicci a stare quasi sempre in Serie D. Nel 2018 poi la squadra andò malissimo, tutti la davano per spacciata, e la società, tramite i canali social, smise di parlare delle proprie vicende, quindi decisi di raccontare io quello che succedeva ogni domenica del club, e feci una pagina su Facebook chiamata "Io tifo Scandicci", e tutte le domeniche raccontavo ciò che la squadra faceva quasi in esclusiva, perché non ne parlava nessun altro. Nel girone di ritorno il club fece una scalata pazzesca e riuscì a salvarsi ai play-out contro la Rignanese, dove tra l'altro eravamo tanti tifosi al seguito. A fine stagione la società si accorse di quello che stavo facendo, e venni contattato per fare insieme il primo club dei tifosi dello Scandicci, e così ad agosto del 2018 si fece la cena di inaugurazione e nacque tutto. Ad oggi io sono la persona che gestisce la pagina Facebook, in più ho creato un gruppo che si chiama "Voci dal Turri", dove chi ne fa parte può commentare e pubblicare contenuti sullo Scandicci".

Quali sono state le trasferte più dure che avete fatto?

"Nelle stagioni in cui stavamo in cima alla classifica, e di conseguenza c'era più seguito, ci sono state trasferte nelle quali abbiamo anche noleggiato dei pulmini. Mi ricordo una trasferta a Monterosi, dove per esempio eravamo una ventina. Addirittura trovai una persona che si organizzò da sola, lo trovammo lì con la Panda. Quest'anno quella più lontana è stata a Rieti, dove eravamo in 6 e tra l'altro abbiamo anche vinto. Non sono facili perché spesso ci sono tanti chilometri da fare, ed essendo un piccolissimo club, le difficoltà non sono poche".

A inizio stagione il Presidente Rorandelli fece un appello per incentivare le persone a seguire la squadra, appello che non ha avuto molto successo. Secondo te perché una squadra di una città che comunque ha tanti abitanti, viene seguita così poco?

"L'idea che mi sono fatto io parte da lontano. Scandicci è partita essendo una zona non una città, che nel tempo, con l'urbanizzazione, ha raggruppato tanti quartieri, e in questi quartieri ci sono sempre state altre squadre, basti pensare al San Giusto, allo Sporting Arno, al Casellina. Quindi secondo me non è scontato che tutto il Comune di Scandicci si identifichi nella città. Diciamo che piano piano si sta formando un'identità, e poi manca qualcosa che nel calcio è fondamentale, ovvero la tradizione della piazza. Ad esempio a Signa c'è una tradizione del tifo, e quel tifo c'è a prescindere dalla partita, mentre a Scandicci va creata questa tradizione. In più Scandicci è praticamente attaccata a Firenze, quindi spesso la gente non dice "sono di Scandicci" bensì "sono di Firenze".

Cosa può fare la società per incentivare maggiore seguito alla squadra?

"Innanzitutto voglio partire dal fatto che noi tifosi dello Scandicci siamo profondamente preoccupati per la scelta della Giunta Comunale, che ha deciso di demolire lo stadio Turri, per costruire una nuova scuola, e al momento attuale non è stato indicata una nuova sede dove giocherà la squadra. Se lo Scandicci andrà a giocare fuori comune, il nostro progetto è destinato a finire. A parte questo, io ho fatto una lista di proposte. Una tra queste include portare al Turri la domenica lo splendido settore giovanile che la società ha. Quando un giocatore che fa i Giovanissimi vede magari un ragazzo che ha fatto tutta la trafila delle giovanili giocare titolare in Prima Squadra, secondo me crea un senso di appartenenza. E poi i prezzi un po' più popolari, che in parte sono già stati applicati, insieme ad iniziative dove magari una domenica i biglietti costano 1 euro, per incentivare ancor di più le persone a venire".

Da tifoso, come la reputi la stagione attuale dello Scandicci?

"In coppa la squadra ha fatto un percorso incredibile. Abbiamo eliminato la prima del girone F, quella del girone E e l'Aglianese, che era una delle prime del girone D. In campionato ci sono più alti e bassi, ma penso sia anche normale in quanto la squadra è una delle più giovani del campionato. Abbiamo avuto anche degli infortuni importanti, e penso che abbiano inciso molto. Credo che la squadra abbia delle ottime qualità tecniche, chiaramente è una squadra molto giovane e questo incide".

Cosa ne pensi di Mister Rigucci?

"E' un po il nostro uomo in campo perché secondo me incarna quello che vorrebbe vedere ogni tifoso da un allenatore, ovvero grinta e tanta determinazione. La squadra gioca molto bene, la sua mano si vede. Speriamo che possa rimanere per tanto tempo e costruire un progetto per puntare in alto".

Come convinceresti gli abitanti di Scandicci a seguire maggiormente la squadra?

"Gli direi che il calcio di queste categorie valorizza il tifoso, e il tifoso in più per una squadra come la nostra è fondamentale. Con una sciarpa in più, con una voce in più, puoi diventare davvero il dodicesimo uomo in campo".

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