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Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcio

Grassina, Pozzi: "Non abbiamo cominciato al meglio, c'è da rimboccarsi le maniche. Il campionato dilettanti uno dei più formativi".

L'ex bomber di Serie A, oggi allenatore del Grassina, ha commentato il suo inizio di stagione e non solo: "Qui ogni giorno imparo qualcosa, voglio crescere insieme alla mia squadra"

Un passato da bomber, adesso la nuova avventura come allenatore di calcio. Nicola Pozzi, che nel recente passato ha militato in Serie A, da quest'estate ha deciso di calarsi dalla parte di chi sta in panchina, cominciando dal Grassina. Al momento non un buon inizio per l'ex attaccante, che è uscito dalla Coppa Italia e ha esordito in Eccellenza con una sconfitta. La stagione però è soltanto alle prime battute, e c'è ancora tutto il tempo per fare un grande campionato. Intervenuto ai microfoni di Tmw Radio, Pozzi ha parlato di vari temi. Queste le sue parole:

"Dopo aver smesso mi mancava il campo, anche perché per colpa degli infortuni ho dovuto finire presto. Vivendo a Firenze ho studiato a Coverciano. Ieri contro l'Antella, non siamo stati all'altezza, io per primo, volevamo cominciare diversamente ma abbiamo perso meritatamente. C'è da rimboccarsi le maniche, devo ancora imparare molto da questo mestiere. Abbiamo una tifoseria che ci sostiene dal primo all'ultimo secondo, e nei dilettanti non si trova sempre. Sono un valore importante, mi dà senso di responsabilità. La squadra è stata cambiata molto, ci sono numerosi giovani portati in prima squadra tanto che abbiamo fatto il record di quote, con nove giovani del settore su undici. Dobbiamo crescere velocemente, io insieme ai miei ragazzi e presentarci già mercoledì con una prestazione migliore. Ho seguito vari corsi, anche da direttore. La parte dirigenziale è intrigante e mi è servita per una visione più ampia. Dopo un anno e mezzo di corsi ha prevalso il richiamo del campo, l'odore dell'erba che sento da quando ho 5 anni".

Pozzi ha poi parlato delle sue prime esperienze da col mondo dei dilettanti, e se c'è qualcuno che prende da esempio come allenatore:

"Prima di smettere sono andato a giocare in Serie D per conoscere una realtà diversa dopo 10 anni di A. La reputo una cosa formativa, in fondo è simile all'Eccellenza. Alla fine è arrivata purtroppo una retrocessione e hanno tirato su la Sambenedettese dopo tre gradi di giudizio. Se forse non avessi visto questa realtà avrei fatto cose diverse: bisogna calarsi in questa dimensione. Ogni giorno si impara qualcosa, questa è la vera formazione. Il tempo però scarseggia per gli allenatori, devo essere bravo a sintetizzare. La società ha investito e giustamente abbiamo aspettative da rispettare. Non ho qualcuno in particolare al quale mi ispiro, ma ho cercato di sintetizzare in una cosa sola tutto ciò che ogni mister mi ha dato. Sono uno al quale non piace adattare i giocatori, ma anzi, sono io che devo adattarmi a loro".

Infine l'allenatore del Grassina ha commentato la vicenda che ha riguardato Borja Valero al Lebowski:

"Una favola da raccontare. Purtroppo per loro, neanche là sono partiti benissimo, ma la cosa importante è il messaggio di uno come Borja che si mette in gioco in una realtà del genere. Porta dei valori e qualcosa della sua esperienza in una realtà piccola, quindi giù il cappello, non è da tutti, molto più facile salutare, smettere e commentare".

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