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Fiorentina Women's, Panico: "Ci sono ancora tanti pregiudizi sulle donne allenatrici. Col Brescia dobbiamo vincere"

L'allenatrice viola, in una simpatica intervista a tre con Italiano e Aquilani, ha parlato a 360 gradi di vari temi: "Stiamo cercando di coinvolgere professionisti per quanto riguarda l'aspetto psicologico per uscire da questo momento difficile"

Intervenuta in una simpatica intervista a tre ai microfoni societari con Alberto Aquilani e Vincenzo Italiano, Patrizia Panico ha parlato a 360 gradi di vari argomenti, dal suo addio al calcio giocato e il passaggio da allenatrice, al momento difficile che la squadra sta attraversando, dopo tre sconfitte consecutive. Queste le sue dichiarazioni: 

"Ad Alberto ruberei sicuramente la Coppa Italia che è riuscito a vincere l'anno scorso con la Primavera, mentre a mister Italiano qualche punto, che ne ha qualcuno in più rispetto a noi. Come allenatrice non sono cambiata molto da quando facevo la giocatrice. Sono molto esigente, quasi perfezionista. Mi piace molto che le cose vadano come penso sia giusto che debbano andare. Pretendo da tutti la massima collaborazione e il massimo impegno, sia con le mie ex compagne di squadra che come ora le mie giocatrici, come ad esempio Alice Tortelli, con la quale ho giocato insieme. Lei era già un talento, aveva già della stoffa quando giocavamo insieme. Ha ancora grandissimi margini di miglioramento. Dura lasciare il calcio da giocatrice? Si, però sono quei riti che fanno parte del calcio. Quando ho smesso io ero consapevolissima, in quanto avevo 40 anni, ho fatto l'ultimo campionato proprio con la Fiorentina. Cambiano le generazioni con le compagne con cui hai tempo da condividere, e difficilmente si riesce ad instaurare bei rapporti con ragazze che hanno 20 anni meno di te. Da allenatrice poi si vede il calcio in maniera diversa. Quando facevo l'attaccante avevo una porzione di campo molto ristretta, era tutto molto diverso. Adesso invece il calcio è tutta un altra cosa, sia dal punto di vista dell'approccio che della visione. Adesso non si stacca mai, quando ero giocatrice mi capitava di fare allenamenti pensando ad altro, adesso invece non è possibile. Meglio possesso palla e gol o lancio lungo e gol? Non mi cambia niente, l'importante è buttare la palla in rete. Carriera da allenatore più difficile per le donne? E' vero, ci sono ancora tanti pregiudizi sulla figura della donna allenatrice. Se fallisce una donna, sembra quasi che fallisce tutto il genere femminile. Ci sono ancora tantissimi muri da abbattere. Momento difficile? Stiamo cercando di coinvolgere più componenti possibili dello staff per cercare di uscirne. Stiamo cercando di coinvolgere professionisti per quanto riguarda l'aspetto psicologico ma anche quello della tecnica individuale. Col Brescia dovremmo vincere, veniamo da tre sconfitte consecutive, abbiamo la necessità anche di essere brutte ma di portare a casa una vittoria".

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