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Fiorentina, Pradè e il mercato: "La verità su Torreira. Gollini vicino, Jovic e Dodô ci piacciono"

Il direttore sportivo dei viola ha incontrato la stampa per fare il punto sul calciomercato estivo incominciato da qualche giorno

A pochi giorni dalla partenza per il ritiro di Moena, che si protrarrà dal 10 al 24 luglio, il direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradè è intervenuto in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti sul calciomercato.

L'analisi del ds però è partita dal finale della scorsa stagione: "Abbiamo atteso l'inizio della nuova stagione per incontrarci e fare un punto su ciò che è successo in questi mesi. Inizio facendo un punto sulla stagione precedente. Avremmo potuto fare qualcosa in più, ma ciò che abbiamo fatto è stato comunque importante dopo una stagione deludente. Abbiamo raggiunto l'Europa che era l'obiettivo principale e siamo contenti, però dall'esterno non ho visto un gran riscontro. Mi è sembrato che non sia stato dato il giusto merito a squadra e allenatore". 

Poi l'attenzione si è spostata sul caso Torreira: "La vicenda è molto semplice. Partiamo dall'inizio, Torreira è stato chiamato da me. L'ho fortemente voluto alla Fiorentina, l'avevo avuto alla Samp, fu venduto a tanti soldi all'Arsenal. Mi ha dato certezze a livello tecnico. Lo ringrazio per ciò che ci ha dato. Io lo chiamo i primi di aprile. Era stato detto che noi avevamo offerto una proposta al ribasso. Dovevamo fare un riscatto con una somma di 15 milioni che non facesse fare minusvalenza all'arsenal. Ad aprile gli abbiamo offerto un quinquennale, avremmo ammortato in 5 anni anziché in 4. Con un contratto del genere lo vedevo una potenziale bandiera. Gli offriamo 2,5 milioni più bonus per 5 anni, 12 milioni. Non mi sembra una proposta al ribasso. Lì c'è stata una chiusura netta da parte dell'agente e da parte sua. Quando inizi così qualcosa cambia nei rapporti. Negli ultimi mesi Amrabat ha fatto alla grande, ci ha dato garanzie. Il nostro tecnico ha capito che poteva fare il play, seppur con caratteristiche diverse. A quel punto è diventata una scelta tecnica condivisa da tutti, allenatore in primis. Abbiamo scelto Amrabat. Questa è tutta la verità. Lite con Italiano? Sono cose di spogliatoio".

Sul sostituto dell'uruguagio, individuato in Rolando Mandragora: "Lo abbiamo preso perché è italiano e perché lo conosciamo bene, ci può dare più soluzioni a livello tattico. Può giocare da play, da mezz'ala, a due. L'ho già avuto come ragazzo, sotto il profilo comportamentale è un top player. Col mister può crescere tanto. Siamo contenti del suo acquisto. Sono sicuro che sarà positivo per la squadra"

Su Luka Jovic, obiettivo in attacco, sotto contratto col Real Madrid: "Stiamo ancora trattando. Ci piace, è inutile nasconderci. L'esperienza del calcio però mi ha detto che prima bisogna chiuderle le operazioni, sennò è inutile parlarne. La stessa cosa vale per Dodô. Ci piacciono entrambi, li stiamo seguendo".

Sulla Conference League e la voglia di migliorare: "Non c'è squadra che non voglia migliorarsi. Bisogna avere certezze e dubbi. La certezza è il lavoro di Italiano, riteniamo di aver fatto un'ottima stagione e da quella vogliamo ripartire. Dire che l'obiettivo sono i 40 punti e poi si vede sarebbe sciocco, vogliamo migliorare. Inter e Juve sono squadre pazzesche, c'è una differenza sostanziale con gli altri. La Conference è stata una sorpresa per tutti, nessuno poteva credere avesse un riscontro così grande. La vittoria della Roma dà la conferma che bisogna tenerci. Stiamo lavorando per avere una rosa più ampia con doppioni in tutti i ruoli, per fare tutte e tre le competizioni, per noi conta anche la Coppa Italia".

Si è parlato anche del possibile addio di Milenkovic: "Sta qui da cinque anni e l'anno scorso da parte sua ha continuato con noi per amore. Aveva offerte importanti, una in particolare dall'Inghilterra. Quest'anno ci siamo lasciati con l'Europa che gli fa piacere, ma se arriva una grande squadra non possiamo trattenerlo. Abbiamo un rapporto eccezionale, qualsiasi decisione verrà presa verrà presa insieme. Siamo pronti sul mercato, lo siamo sempre stati. Tra luglio e gennaio abbiamo preso sette calciatori. Con la riapertura degli stadi abbiamo girato tanto, abbiamo tante idee. La cosa non mi spaventa".

Per fare mercato, la Fiorentina ha dei parametri economici da rispettare: "Il calcio di oggi non consente follie. I nostri ricavi sono quelli, ma il presidente non ci ha mai fatto mancare nulla. Abbiamo dei parametri da rispettare ma sono sereno. L'attenzione al bilancio ce la mettono tutti, anche le grandi squadre. A gennaio abbiamo venduto Vlahovic facendo un'operazione importante a poco dalla scadenza del contratto. In molti vanno a parametro zero. Il calcio prende una dimensione sempre più aziendale".

Sul rinnovo Italiano: "Non avevamo mai dubitato. A volte si creano situazioni strane all'esterno. Non abbiamo mai smesso di parlarci, siamo sempre stati lineari. Il contratto potevamo firmarlo anche oggi. Italiano ci dà continuità, la consapevolezza delle idee chiare, ha un ottimo rapporto con il presidente e con Barone. Ci piace come lavora, la squadra lo segue, meglio di così non potevamo chiedere".

Pradè ha spiegato anche perché non si è andati avanti con Grillitsch: "Lo abbiamo seguito tanto. Poteva essere un'opportunità a parametro zero. Abbiamo visto i suoi agenti, non ci sono piaciuti i discorsi del suo entourage. Siamo una delle società più ricercate dagli agenti perché paghiamo. Avevamo già in mente Mandragora e abbiamo preso quella strada".

Su ulteriori arrivi a centrocampo: "Praet e Puig? Non ci interessano, non li abbiamo mai trattati. Praet è forte, lo rappresenta Ruggeri, l'ultima volta che ci siamo sentiti è stato ad aprile. Non ha le caratteristiche che ricerchiamo, Puig mai considerato. A centrocampo ora siamo 5 più Castrovilli, e vogliamo valutare Zurkowski. Ha mercato, è nostro, ce lo chiedono, perché andare di fretta? Siamo al 5 luglio. Tutto ciò che facciamo è condiviso dalla proprietà, dall'allenatore, non c'è una cosa che non facciamo insieme. Se faremo bene avremo fatto bene insieme, lo stesso se avremo fatto male".

In porta è sempre più vicino Pierluigi Gollini: "Siamo vicini, speriamo di averli al più presto. Aspettiamo la firma, i rapporti con l'Atalanta sono ottimi. Aveva qualche giorno in più per via della nazionale, ci vedremo nel fine settimana. Quella del portiere è una decisione condivisa con l'allenatore. Se lo prendiamo sarà perché l'ha voluto lui. Dragowski? Stiamo cercando insieme una soluzione che vada bene per entrambi. A lui sono affezionato, voglio trovare la migliore soluzione"

Capitolo Kokorin: "È un'operazione non andata bene, c'è poco da fare. Nell'ultimo periodo ha fatto bene, vediamo in ritiro come va. La rescissione se la facciamo la faremo d'accordo perché si è sempre comportato bene e linearmente. Ha mercato in Russia, prendere la decisione di tornare lì non è semplice. Verrà in ritiro, ci darà risposte".

Sui giovani in ritiro: "Spero che qualcuno convinca il mister. Il lavoro che sta facendo la proprietà al Viola Park è volto a migliorare i giovani. Ce li coccoliamo, Alberto Aquilani ha fatto un gran lavoro, continueremo insieme nonostante lui potesse avere altre offerte. Porterà qualcosa di buono per la prima squadra"

Su Igor "Siamo contenti. Ha dimostrato la sua crescita. Siamo sereni, deve dimostrare ancora tanto. Abbiamo un'altra stagione opzionale. Il contratto ha bonus importanti".

Qualcuno teme che le polemiche sui procuratori possano ostacolare il mercato viola: "Non ci hanno danneggiato, siamo una società forte che va avanti per la propria strada. Non abbiamo impedimenti o preclusioni. Stiamo lavorando per prendere calciatori funzionali, che migliorino la squadra. Proveremo a prendere una punta da affiancare a Cabral che ci dia garanzie".

Sul ritorno di Kouamé: "Non abbiamo fatto scambi. Lo vogliono in tanti. Parte con noi, vediamo. Mai dire mai. Aspettiamo il ritiro, valutiamo le situazioni migliori".

Si è parlato anche di come i Mondiali in Qatar potranno influire sulla stagione: "Dovranno affrontarlo tutte le squadre. In ritiro programmeremo anche quella sosta. Se hai in squadra dei nazionali è perché sono forti. Non si possono fare calcoli"

Infine un accenno a qualche positività al covid nel gruppo squadra dopo le vacanze: "C'è qualcuno debolmente positivo, ma meglio adesso che più avanti".


 

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