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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Empoli, Zanetti: "Futuro? Prima di fare promesse è giusto capire il programma"

Il tecnico alla vigilia della gara con la Lazio: "Già lunedì penso che ci incontreremo con la società"

Domani alle 21 l'Empoli saluterà il proprio pubblico al Castellani nella gara con la Lazio. Una sfida appunto dove i tifosi organizzeranno anche una speciale coreografia per ringraziare la squadra giunta alla salvezza. Nonostante il clima di festa, Paolo Zanetti non ha intenzione di abbassare la tensione. In conferenza stampa il tecnico degli azzurri ha sottolineato come ci sia ancora voglia di fare punti e provare a migliorare la classifica. Queste le sue considerazioni: "Il campionato finisce domani, non oggi, quindi per mentalità vogliamo continuare a fare bene, come abbiamo dimostrato anche a Verona. Affronteremo la Lazio nello stesso modo, contro un avversario forte che ha fatto un campionato fantastico. Vogliamo fare di tutto per fare ancora punti e migliorarci ulteriormente".

Le dispiace finire la stagione?

"La stanchezza non la vedo, abbiamo cementato il nostro rapporto e c'è un po' di malinconia veder finire la stagione come spesso capita, perché siamo stati molto bene insieme. Adesso ci sarà una parte di riposo dopo un'annata dura e difficile, dove dobbiamo ricaricare le pile, perché tra un mese si riparte con una nuova avventura".

Il momento più critico del campionato e quello più bello?

"A livello di classifica un momento critico non c'è mai stato, perché abbiamo fatto un campionato sempre al di sopra delle aspettative, arrivando al massimo con 5 punti sopra il terzultimo posto. C'è stato un periodo dove abbiamo avuto una crisi di risultati, dove abbiamo dovuto scavare dentro noi stessi le motivazioni. Siamo andati oltre con questo finale, non perdiamo da cinque partite e abbiamo vinto con squadre importanti. Ci metterei la firma per ripetere una stagione del genere per il futuro. Ci tengo a ringraziare tutti quelli che hanno lavorato con noi, c'è dietro tutto un gruppo di persone che sono servite per il nostro scopo".

Durante la sua presentazione aveva qualche paura?

"Paure non ne ho mai avute. In questo mestiere se hai paura di avere responsabilità la trasmetti e non arrivi dove vuoi arrivare. Ero molto motivato, perché arrivavo in un Empoli che aveva fatto un ottimo campionato ma che cambiava tanto. Le aspettative erano alte come giusto che sia, e quindi era una sfida importante, quella che cercavo. Io vivo di questo per carattere. Ero convinto di arrivare in un ambiente perfetto per come sono io, con una proprietà che già conoscevo. Abbiamo portato la barca in porto, anzi abbiamo fatto anche qualcosa in più, quindi sono orgoglioso di questo".

In tutto questo i tifosi vi sono sempre stati vicini...

"Li voglio ringraziare, perché sia nei momenti belli che quelli difficili, non ci hanno mai abbandonato. Ci hanno stimolato e criticato come giusto che sia, ma ci hanno sempre tifato. In una città così "piccola" rispetto ad altre città, avere una tifoseria così non è scontato. Sono contento che domani possano celebrare questi ragazzi che hanno dato tutto per la maglia. Quello che si è creato è una cosa che va custodito".

Vi siete dati un appuntamento con la società per parlare del futuro? È legato con quello di Accardi?

"La mia posizione è chiara, ho altri due anni di contratto, ma quello che conta è la programmazione. Quindi dobbiamo semplicemente incontrarci per programmare. Poi è normale che c'è anche la situazione personale del direttore, ma di questo non devo parlarne io. Io sono legatissimo ad Accardi, perché ha creduto in me ed entrambi quest'anno siamo stati una cosa sola. Ci sono delle cose che vanno chiarite: quanto si cambierà, quale sarà il programma societario. Da qui ci saranno delle valutazioni, ma penso sia una cosa che accade in tutte le squadre. Abbiamo aspettato semplicemente la fine del campionato per parlare a bocce ferme, con grande fiducia nel futuro".

Si può dire che la sua priorità è l'Empoli?

"Assolutamente si, la mia scelta è parlare con l'Empoli. Io il contratto lo voglio rispettare, ho sempre messo davanti la società per la quale lavoro. Avete visto quanta passione ci metto per la maglia che vesto. Prima di esporsi e fare certe promesse, bisogna vedere il programma, il discorso è molto semplice. Già lunedì penso che ci incontreremo".

Che partita si aspetta domani? Farà giocare qualcuno che ha giocato meno?

"In campo andrà la squadra che sta meglio. Lo abbiamo sempre fatto e lo faremo fino alla fine. La Lazio è forte, si vede la mano del mister sia in fase di possesso che di non possesso. Personalmente ne prendo spunto, la stima per mister Sarri è alta. Ci misureremo contro la seconda in classifica, hanno fatto un campionato straordinario, anche più di quello che è. Vogliamo fare il nostro tipo di gioco, cercando di rodare ancora di più il nostro stile di gioco. Domani avremo l'occasione per testarlo contro una squadra che ha vinto e messo in difficoltà chiunque".

Cosa vi unisce con Sarri?

"Il mister l'ho studiato da sempre, anche nelle categorie inferiori era un punto di riferimento. Abbiamo tante cose simili a loro, ma con squadre diverse e quindi con accortezza diverse. Però credo sia un punto di riferimento per tutti gli allenatori giovani, Sarri ha fatto grande gavetta ed è arrivato in alto partendo dal basso. Questa cosa dà forza a tutti quelli che vorrebbero arrivare in alto facendo esperienza sul campo e faticando".

Un giudizio su questo campionato, dove c'è stato anche il Mondiale nel mezzo?

"Un campionato difficile, equilibrato in alcune posizioni. C'è stato solo il Napoli che ha spaccato il campionato, poi per il resto è stato combattuto. Ci sono state anche tante squadre piccole che hanno fatto risultato con le grandi, oltre ad aver portato tre squadre a fare delle finali europee. Penso che stiamo crescendo dal basso all'alto, sta tornando ad essere uno dei migliori campionati al mondo. Ovvio che la Premier ha altre risorse economiche, e i campioni vanno dove li paghi di più, però dal punto di vista tecnico abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti".

E lei quanto è cresciuto?

"Molto, perché ho messo molta esperienza e ho dovuto trovare soluzioni nei momenti difficili. Credo sia la cosa in cui sono cresciuto di più. E questo è merito del club e dei ragazzi che ho allenato. Io senza la mia squadra non sono niente, il feeling con la squadra è la cosa più importante per ottenere i risultati"

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