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Calcio Dilettanti, come si gestisce la situazione di emergenza per Covid? Ci spiega tutto Samuele Vignolini, Presidente della Lastrigiana

Il Presidente dei biancorossi ha parlato al nostro sito di come la propria società sta gestendo il momento attuale, tra giro di tamponi, allenamenti e ripresa dell'attività agonistica

Quest'estate sembrava tutto finito, i campionati sono ripartiti, insieme agli allenamenti. Ma il Covid ha fatto ricadere tutti nella preoccupazione, ed è così che quindi siamo arrivati ad un nuovo stop per quanto riguarda il calcio dilettantistico, che deve nuovamente fare i conti con i tanti problemi che il virus sta creando. Ne abbiamo parlato col Presidente della Lastrigiana Samuele Vignolini, che ci ha spiegato come una società dilettantistica sta gestendo praticamente questo periodo.

Presidente, il campionato di Eccellenza riprenderà il 30 gennaio, cosa ne pensa di questo stop e del periodo che il mondo dello sport dilettantistico sta vivendo?

"Penso che la situazione sia stata ben analizzata e che lo stop sia giusto. Credo che sarebbe importante prendere delle posizioni sulla parte che riguarda gli allenamenti. Una federazione può bloccare le partite, ma se le squadre continuano ad allenarsi il rischio rimane comunque, perché i contatti ci sono anche se si cerca di stare attenti. La difficoltà in questo momento dovrebbe essere vista a 360 gradi. E' ovvio che la federazione non può impedire alle squadre di allenarsi, però mi verrebbe da dire che una pressione forte relativa a questo argomento potrebbe portare a decisioni anche da parte del governo sugli allenamenti, perché se si continua con gli allenamenti c'è il rischio che le squadre continuino a essere decimate dai contagi. Così rischiamo di non giocare fino al 30 gennaio, ma rischiamo di arrivarci in condizioni  di difficoltà, anche perché non abbiamo i mezzi delle società professionistiche.

Dal punto di vista pratico ed economico, come viene gestito un momento così da una società dilettantistica come la vostra?

"Dal punto di vista pratico ci sono varie situazioni che sono collegate anche alla categoria. Noi, nel settore giovanile abbiamo stoppato fino al 10 gennaio tutte le attività, anche di allenamento, perché pensiamo che stare fermi sia una soluzione di buon senso. Per quanto riguarda la prima squadra, abbiamo fatto uno screening affidandoci ad una collaborazione con la farmacia di Lastra a Signa, e questo ha rilevato diverse positività, e continuiamo con questa strada. Stiamo cercando di continuare su questo percorso, dove una volta a settimana facciamo un giro di tamponi a tutta la squadra".

Tutto questo ovviamente a spese della società..

"Purtroppo si, tutto a spese nostre. Anche questo argomento sarebbe una cosa da prendere in considerazione da parte dei vari comitati. Sappiamo che in questo momento sono concentrati su altre cose, però dovrebbe essere una cosa valutata, o almeno non lasciata completamente alle responsabilità delle società sportive. Purtroppo le asl sono in grandissima difficoltà, quindi alcune scelte legate alla positività degli atleti le devono prendere le società in modo autonomo, andando sul buon senso della società, e diventa difficile la gestione. Ad esempio con i nostri casi di positività, noi abbiamo ricevuto la chiamata da parte dell'asl praticamente l'ultimo giorno che dovevano essere in quarantena. Siamo noi che abbiamo deciso di tenerli in quarantena, ma è stata una scelta nostra. Noi cerchiamo di essere vicini ai ragazzi, però non possiamo assumerci la piena responsabilità di tutto ciò, o almeno non possiamo lasciare la completa responsabilità al buon senso e basta. In questo momento se vogliamo tutelare la parte sportiva, dobbiamo cercare di creare un canale diretto legato alla federazione per le positività".

Cosa ne pensa sul protocollo attuale che prevede il rientro dell'atleta dopo almeno un mese dalla guarigione dal Covid?

"Mi sento spesso col presidente Mangini, e siamo concordi sul fatto che i 30 giorni, alla luce anche dei cambiamenti delle quarantene, sia un protocollo da cambiare. Purtroppo questo cambiamento non dipende dalla LND o dalla FIGC ma dipende dalla Medicina Sportiva o dal Coni. Purtroppo è una difficoltà oggettiva per tutte le società, perché con questo protocollo si rischia di non avere a disposizione un calciatore per oltre 50 giorni, e sinceramente penso che questo tempo che deve passare dalla negatività, debba essere ridotto. So che ci stanno lavorando, la speranza che tutti abbiamo, è che la decisione venga presa in tempi rapidi, perché è ora che serve, perché è adesso il periodo caldo, più in là rischia di non servire più. Inoltre anche volendo, se un atleta adesso volesse fare la visita agonistica, non troverebbe posto. So che le proposte sono state quelle di 10-15 giorni, e questi penso che dovrebbero essere i tempi giusti".

Cosa pensano i giocatori di questo momento che il mondo dello sport dilettantistico sta affrontando di nuovo?

"Il giocatore per antonomasia vorrebbe sempre giocare. E' ovvio che sono consci della situazione, e nonostante la voglia di giocare, rispettano quelle che sono le regole. Non ci dobbiamo dimenticare che noi siamo dilettanti e lo dico sempre ai miei ragazzi. Tanti ragazzi lavorano, c'è chi va a scuola, e quindi il calcio non deve essere volano di moltiplicare i contagi. Dobbiamo tutelare chi lavora. Ovviamente anche i ragazzi hanno timore, e ci sono ragazzi che proprio per il lavoro che fanno, non possono permettersi di restare a casa per le positività òegate al calcio. Ad esempio noi al momento abbiamo 4 casi di positività in squadra".

Presidente, passando al lato sportivo, la sua Lastrigiana si trova terza in classifica con 21 punti e una partita in meno da giocare col Tau capolista e siete l'unica squadra insieme al Tau ad essere imbattuti. Che giudizio da a questa prima parte di stagione della sua squadra?

"Oggettivamente do una valutazione fortemente positivia. Immaginavamo di aver creato una buona squadra, poi è sempre il campo che deve dare conferma. Insieme al mister penso che si sia fatto un lavoro importante, è ovvio che la partita col Tau che dobbiamo recuperare, sia una partita da tutto o niente. A oggi è una stagione fortemente positiva, in mezzo a tante difficoltà, non solo legate al covid, ma anche ai tanti infortuni muscolari legati al fatto che i giocatori l'anno scorso sono stati tanto tempo fermi. Siamo contenti della parte sportiva, ma anche di quella umana, perché siamo un gruppo molto unito".

Tra l'altro la Lastrigiana è una delle squadre più giovani del campionato, con tanti giovani che sono arrivati in prima squadra proprio dal vostro settore giovanile..

"Io credo se si domanda a tutti i presidenti delle società sportive, tutti dicono che i giovani sono importanti. Poi tra dirlo e metterlo in pratica c'è una grande differenza. Quando abbiamo scelto Rossano Bartalucci come allenatore della prima squadra, che ha fatto un percorso all'interno del nostro settore giovanile, vincendo il campionato dei Giovanissimi e degli Allievi, abbiamo fatto una scelta che è andata in quella direzione. Ad esempio la partita di coppa che abbiamo vinto col Prato 2000, abbiamo giocato con 9 quote in campo, di cui 7 venivano dal nostro settore giovanile, e questo è un motivo d'orgoglio, perché metterlo in pratica davvero non è mai facile. Tra l'altro in Eccellenza potrebbe essere sinonimo di non arrivare agli obiettivi, ma in realtà, al momento, il binomio giovani-risultati è importante".

La Lastrigiana è una delle squadre che ha pareggiato di più nel girone A di Eccellenza. C'è qualche partita dove si poteva portare a casa bottino pieno?

"Mi viene in mente il pareggio che abbiamo fatto col Tau nella prima giornata di campionato. Ai tempi sembrava un pareggio doveroso, ma in realtà forse meritavamo noi i tre punti e pensandoci adesso c'è un po' di rammarico per quella partita. Qualche volta potevamo portare a casa il punteggio pieno, ma è vero anche che qualche volta è andata bene, quindi penso che alla fine i punti e i risultati sono quelli che ci meritiamo".

Dal mercato dobbiamo aspettarci qualche arrivo o qualche uscita?

"Come ho detto prima crediamo tanto nel gruppo diei ragazzi che abbiamo, sia come calciatori che come uomini, quindi non effetturemo cambiamenti, sia in entrata che in uscita".

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