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Vicchio è diventata città dello zafferano

Dal 2020 il Comune di Vicchio è socio dell’Associazione Zafferano Italiano

Vicchio è entrata a far parte dell'Associazione Zafferano Italiano. Le città dello zafferano sono sei in Italia di cui due toscane (oltre a Vicchio anche Fucecchio). 

La cittadina si è guadagnata il nome di Città dello Zafferano in virtù della sua produzione gestita da due aziende di giovani imprenditrici. Attualmente la superficie coltivata a zafferano è di circa 15.000 mq dedita, terreno destinato a crescere e che al momento pone Vicchio tra i Comuni oggi leader in Italia nella produzione di zafferano nazionale in stigmi. Un’avvincente innovazione che sta crescendo bella e rigogliosa sulle solide basi ambientali e umane di questa straordinaria parte di Toscana.

Vicchio: il paese tra arte, natura e educazione

Ottomila abitanti che vivono ai piedi dell’Appenino dove finisce la Toscana e inizia la Romagna, eredi innanzitutto di una grandissima storia artistica: qui sono nati infatti Giotto e il Beato Angelico, e sempre a Vicchio visse per oltre dieci anni Benvenuto Cellini.

La casa natale di Giotto, sul colle di Vespignano, si può visitare: da quelle finestre si capisce subito da dove provenga la visione, la contemplazione delle realtà celesti, paradisiache, manifestate da questi grandi artisti. Da una natura verdeggiante rispettata con grande amore, istintivamente e tenacemente mantenuta integra dai suoi abitanti, da sempre consapevoli e grati di vivere in un territorio benedetto, abitato fin dai tempi preistorici e poi dagli Etruschi, in una valle dalle colline dolcissime coronata dai monti azzurri dell’Appennino.

E la libertà, tanto cara ai Vicchiesi: una delle pagine più luminose della storia civile di Vicchio è stata scritta dai suoi cittadini durante la Resistenza, alla quale parteciparono attivamente, pagando un prezzo altissimo. Per questo, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nell´anno 2003, ha conferito al Comune di Vicchio la medaglia d´Argento al Merito Civile, con la seguente motivazione: "Piccolo centro di montagna, durante l´ultimo conflitto mondiale, ospitò i primi nuclei di resistenza armata e partecipò attivamente alla lotta di Liberazione, pagando un notevole tributo di vite umane e di danni materiali. Ammirabile esempio di coraggio, di spirito di libertà e di amor patrio. 1943-1945 Vicchio”.

Su questi stessi monti di Vicchio, a Barbiana, tra i nostri contadini e pastori più indigenti, fu poi inviato Don Milani, che qui rivoluzionò la visione sociale dell’insegnamento scolastico: da quella piccola scuola è partito un messaggio che ha davvero attraversato il mondo. “Ridare ai poveri la parola, perché senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia: questo insegna don Milani.” le parole di Papa Francesco, durante la sua visita a Barbiana, il 20 Giugno 2017.

Contadini da sempre, l’agricoltura dei Vicchiesi esprime pienamente il loro carattere: un olio d’oliva eccezionale, i formaggi di alta qualità e il vino, che non è mai mancato in questa terra toscana, ma che sta oggi sorprendendo con innovazioni di grande successo. Ai vitigni più tradizionali, cioè il Sangiovese, la Malvasia e il Trebbiano, si sono infatti aggiunti negli ultimi anni alcuni nuovi vitigni, tra i quali il Pinot Nero, che si è trovato davvero molto bene in queste terre d’Appennino, riscuotendo grandi consensi.
Tutto questo ad accompagnare una cucina semplice, basata sull’altissima qualità intrinseca delle materie prime: la carne bovina, i Marroni del Mugello, i celebri tortelli mugellani, i salumi, il pane.

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