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Scuola: due nuovi alunni parlano solo inglese, i compagni creano cartelli per aiutarli con l'italiano | FOTO

Una storia d'inclusione e di quella che dovrebbe essere la normalità

Un aereo di sola andata Sri Lanka-Italia, la pandemia in corso e la voglia di riunire la famiglia. E' la storia di due fratelli (una bambina e un ragazzo) che insieme alla mamma hanno deciso di ricongiungersi definitivamente con il padre, che da anni lavora a Firenze. Così i due, senza immaginarlo, sono diventati i protagonisti di una storia di straordinaria normalità. Da pochi giorni hanno iniziato a frequentare la scuola paritaria Santa Marta di Firenze, la bambina nella classe prima media e il fratello nella quarta liceo scientifico. Marco Reho, il preside del liceo, e Diletta Gori, preside delle medie, sono "molto orgogliosi del coraggio e della voglia di integrarsi mostrata dai due nuovi arrivati, non si sono lasciati scoraggiare dalla differenza linguistica (parlano inglese e non capiscono l'italiano), e dalla spontaneità con cui i compagni hanno cercato di includerli fin dai primi giorni". La scuola infatti, grazie a questi due viaggiatori, sta vivendo un bellissimo momento di integrazione, ma più che altro di normalità: docenti e alunni hanno cosparso la scuola, e le aule, con cartelli posizionati su oggetti e complementi d'arredo, per mostrare loro la parola corrispondente in italiano.

Scuola Santa Marta i bigliettini per aiutare i compagni a imparare l'italiano

"I ragazzi ci stupiscono sempre, anche in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo, riescono a farci capire quanto sia facile accettare, includere, aprirsi al nuovo - ha aggiunto Reho -. Tutte le classi, ovviamente, hanno l'inglese come materia obbligatoria ma alcuni studenti hanno più difficoltà e siamo sicuri che parlare con i due arrivati potrà ampliare le conoscenze di tutti, anche degli insegnanti. E' una continua scoperta e scommessa". Reho oltre ad essere il preside è anche professore di matematica e ha raccontato lui stesso di essersi messo alla prova preparando una lezione in inglese ponendosi poi il dubbio, ironicamente, "cosa avranno capito?"

"Abbiamo visto un netto cambiamento - ha spiegato il preside -, paura e smarrimento hanno lasciato il posto a fiducia e felicità. Dopo soli quindici giorni sono già molto più sicuri e questo è bellissimo. Noi ci stiamo organizzando cercando materiale online in inglese e cercando dei libri, anche se non è semplice". Il grande impegno non è solo quello degli insegnanti, gli alunni si sono mostrati da subito molto inclusivi tanto da provare a tradurre in simultanea non solo le parole dei prof, ma anche - alle superiori - la Divina Commedia, "non ho idea di come faccia a capire qualcosa" ha concluso scherzando Reho parlando del ragazzo in quarta superiore e di un compagno di classe che "lo ha preso a braccetto".

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