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Perché la Pasqua a Firenze si celebra con lo Scoppio del Carro

Le origini e le curiosità sull'antica tradizione pasquale

Da circa nove secoli a Firenze non è Pasqua senza lo Scoppio del Carro. Per colpa del covid il 2020 è stato il primo anno, dal 1944, senza la storica celebrazione: durante il conflitto mondiale, infatti, la colombina non volò dal '41 al '44. Nel 2021 lo Scoppio del Carro c'è stato ma in forma ridotta: nessuno poteva sostare nella piazza, l'unico modo per vederlo è stato in televisione. 

Il Brindellone, lo Scoppio del Carro e il volo della Colombina

Il carro di fuoco viene scortato da 150 figuranti, musici e sbandieratori del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, che lo accompagnano da via Il Prato, dove viene custodito durante l'anno, fino a piazza del Duomo dove viene posizionato tra il Battistero e la Cattedrale. 

Lo scoppio del carro è una cerimonia che riveste un significato particolare, soprattutto per i fiorentini, poiché chiama in causa motivi storici e devozionali intimamente connessi all’identità della città. Basta pensare agli auspici tratti per secoli dal volo della Colombina che dall’altare maggiore del Duomo raggiunge il Carro provocandone lo scoppio per poi tornare indietro: l'andamento di quella corsa per secoli è stato segno di buona o cattiva sorte. Il suo volo inizia al canto del “Gloria in Excelsis Deo” quando viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va ad incendiare i mortaretti e i fuochi d’artificio disposti sul carro.

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Perché il Carro si chiama Brindellone

La parola "Brindellone" appartiene al gergo fiorentino e definisce una persona alta, ciondolante, magari un po’ malferma e un po’ pezzente, a cui si guarda però con un certa affettuosità e con una sostanziale simpatia. Pare che l’origine dell’abbinamento tra questa parola e il carro risalga alla festa celebrata dalla Zecca fiorentina in onore del suo protettore, san Giovanni Battista. Il 24 giugno, giorno del patrono, un carro di fieno partiva dalla torre della Zecca e faceva il giro della città, trainando un uomo vestito di stracci che rappresentava ovviamente il santo eremita e che veniva chiamato "brindellone", anche perché tendeva a ciondolare parecchio, specie dopo aver mangiato e bevuto abbondantemente nel corso del banchetto consumato in piazza. Da allora il termine rimase nell’uso popolare a identificare tutti i carri utilizzati in città per le cerimonie pubbliche.

Le origini dello Scoppio del Carro

Questa festa risale alla Prima Crociata. Secondo la storia il capitano fiorentino Pazzino dei Pazzi fu il primo a salire sulle mura di Gerusalemme espugnata e fu sempre proprio lui a rientrare nel 1101 a Firenze con le tre scaglie del Sepolcro di Cristo che gli furono consegnate nell'occasione.

I crociati, quindi, consegnarono a Firenze il fuoco benedetto come simbolo di purificazione. Alla vigilia della Pasqua è divenuta usanza recarsi nella cattedrale dove, al fuoco santo che ardeva, accendevano una piccola torcia per andare in processione per la città a portare la "fiamma purificatrice" in ogni focolare domestico. Il fuoco santo veniva acceso proprio con le scintille sprigionate dallo sfregamento delle tre schegge di pietra del Santo Sepolcro. E l'usanza si fece così sentita che presto tutta Firenze riceveva il fuoco benedetto come segno di Resurrezione. 

Il vero e proprio scoppio del carro arrivò alla fine del 1300 e fu la famiglia dei Pazzi a volere la costruzione del monumentale "Carro di Fuoco", e quindi a gettare le basi dell'odierna cerimonia. A partire dal diciassettesimo secolo la cerimonia assunse le caratteristiche attuali, con quattro buoi graziosamente agghindati che trainano il Brindellone fino al Duomo.

Per quasi l'intera tradizione lo scoppio del carro avveniva il sabato santo durante la veglia pasquale delle 12:00. Con la riforma liturgica della settimana santa negli anni '50 era stato spostato alla domenica mattina.

La Colombina e la sfortuna

La colombina si è inceppata solo due volte nella storia dello Scoppio del Carro, simboleggiando così un cattivo raccolto e di conseguenza cattiva sorte: nel 1966 l'anno della funesta alluvione e nel 2018, quando arrivò al carro ma non fece ritorno all'altare maggiore.

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