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Il 9 dicembre 1873 il primo Consiglio Comunale nel Salone dei Duecento: ecco perché si chiama così

Storia e curiosità di una delle attrazioni più belle all'interno di Palazzo Vecchio

Ben 149 anni fa, all'interno della Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio, si riuniva il primo Consiglio Comunale nel “Salone de Dugento”. La funzione assembleare della sala fu ipotizzata con lo Statuto Leopoldino del 1848 ma solo nel 1871 la Sala de’ Dugento inizierà ad ospitare il Consiglio Comunale. Fino ad allora il consiglio si riuniva nel Palazzo Spini-Ferroni (considerato da sempre il “rivale” di Palazzo Vecchio”). 

La seduta inaugurale fu vissuta con la partecipazione di un grande pubblico, incuriosito dall’importante evento. Il nome attuale gli è stato dato nel XVI secolo, mentre prima veniva chiamata Sala del Popolo o del Comune appunto. Quando il Consiglio fu ampliato e trasferito nella Sala Grande (oggi chiamata Salone dei Cinquecento), questa sala fu utilizzata dal Senato degli Ottanta per le proprie riunioni.  

Fu il primo duca Alessandro de' Medici a ripristinare nel XVI secolo l'antica destinazione d'uso della sala, anche se il numero dei membri del Consiglio era stato portato a 200 (da qui l'attuale nome della sala). Ancora oggi la sala viene utilizzata come sede delle riunioni del Consiglio Comunale fiorentino e quindi non sempre visitabile.

Le curiosità della Sala dei Duecento

  • Originariamente si poteva accedere alla sala tramite una scala che saliva dal primo crtile (chiamato poi Cortile di Michelozzo). Nella sala si trovavano una tribuna per la Signoria e le magistrature, un luogo appartato per gli scrutini e un altare. 
  • Nella sala si trovano dieci dei venti arazzi che rappresentano una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. Vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 ai maggiori maestri arazzieri fiamminghi dell'epoca. Il ciclo si articola in venti scene, ognuna dedicata ad uno specifico episodio della storia del patriarca. Di questa serie di venti arazzi, che costituisce una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, solamente dieci sono ancora oggi esposti a Palazzo Vecchio, mentre i restanti furono trasferiti nel 1882 dai Savoia a Roma presso il Palazzo del Quirinale (l’allora reggia sabauda), dove si trovano attualmente, esposti a rotazione (per motivi di conservazione) nella sala del Bronzino. 

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