Festa della rificolona: da dove nasce e perché si chiama così
Storia e curiosità di una delle feste più amate dai fiorentini
La festa della rificolona è una delle più amate a Firenze, in quanto è legata ad un'antica tradizione. Oggi è soprattutto la festa dei bambini, che sfilano per le vie della città e dei paesi con le loro rificolone di mille colori e mille forme diverse. Ma da dove nasce questa festa? E cosa significa il termine rificolona? Per scoprirlo bisogna tornare parecchio indietro nel tempo. Fin dalla metà del '600 la sera del 7 settembre avveniva il pellegrinaggio di tanti contadini e montanari che con le mogli scendevano in città per rendere omaggio, il giorno successivo, alla nascita della Madonna in piazza Santissima Annunziata. Il cammino durava tutta la notte, e per farsi luce, i contadini insieme alle mogli illuminavano il cammino con delle lanterne di carta, alimentate con candele e sorrette da una piccola canna.
Oltre a questa usanza, le contadine non si vestivano come le nobili della città, e quindi spesso indossavano vestiti variopinti e fantasiosi. Ecco perché ancora oggi, nei giorni prima della festa, si cerca di creare la rificolona più colorata e particolare di tutte. Ma quindi perché il termine rificolona? Ci sono due ipotesi sull'etimologia della parola. Una è dovuta al fatto che la celebrazione religiosa era sfruttata dai contadini come momento per vendere le proprie merci. Il termine "colone" infatti sta a significare la campagna. Da qui la derivazione da "fierucolona", ovvero fiera+colone. L'altra ipotesi è invece legata al fatto che i cittadini indicassero come "rificolone" le contadine vestite con un accozzaglia di colori e stili diversi. Meno probabile che l’etimologia della parola provenga da fiera+culone, per indicare i fondoschiena delle contadine. Durante gli anni ’50 la festa della Rificolona si è svolta anche sull’Arno, precisamente nel tratto fra Bellariva e la pescaia di San Niccolò. E, allora come oggi, i bambini cantavano la celebre filastrocca che tutti a Firenze conoscono: "Ona ona ona, ma che bella rificolona, la mia l’è co’ fiocchi, la tua l’è co’ pidocchi".