Battistero di Firenze, finiti i lavori di restauro: "Nei suoi mosaici anche il corallo" / VIDEO
Un lungo lavoro iniziato nel 2016 e che si concluderà definitivamente tra quasi 10 anni
Una mirabile visione. Impossibile trovare parole migliori per descrivere la bellezza dei colori tornati ad antico splendore del Battistero di San Giovanni. Il bianco e il verde del marmo e ovviamente l'oro dei mosaici. Uno spettacolo emozionante che ha regalato attimi di pura gioia a chi lavora al monumento dal 2017. Oggi per la prima volta dopo anni è stato possibile ammirare il Battistero senza ponteggi e in tutta la sua magnificenza.
"Sarò di parte, ma anche oggi io mi sono commossa nel vedere il nostro lavoro finito - racconta Beatrice Agostini, che si è occupata della progettazione e della direzione dei lavori architettonici e dei mosaici - Conosco il Battistero punto per punto, ma vederlo vuoto e illuminato ad hoc è stata un'emozione importante e non solo per me ma per tutti i professionisti che ci hanno lavorato".
Il restauro, finanziato dall'Opera di Santa Maria del Fiore con 2 milioni e 600 mila di euro e con un contributo della Fondazione non profit Friends of Florence per l’intervento sulla scarsella, è stata una vera e propria impresa. Il team ha fronteggiato problematiche che non erano state messe in conto: "La parte più difficoltosa di tutto il lavoro è stata quella iniziale, quando dovevamo fare una valutazione del tipo di intervento di cui avevano bisogno i mosaici parietali", spiega Beatrice Agostini. "Avevamo informazioni dai precedenti lavori, fatti su altri lati, e quindi ci siamo trovati impreparati perché la situazione che abbiamo trovato era più compromessa. Nel team c'è una restauratrice che aveva già lavorato al Battistero e subito si è resa conto dello stato di degrado, avanzato, in cui vertevano le decorazioni".
Questa presa di coscienza ha portato la squadra di lavoro a richiedere un tipo di supporto tecnico specializzato, utilizzato per la prima volta nel battistero, che potesse aiutarli a capire quali zone avevano effettivamente bisogno di un intervento importante. Questa indagine ha portato alla scoperta di una tecnica musiva assolutamente originale impiegata nei mosaici parietali tramite l'utilizzo di tavelle in terracotta realizzate su misura e fissate al marmo delle pareti del Battistero con perni centrali di ferro ribattuti e saldati a piombo. Questa distanza dalle pareti rendeva impossibile l'utilizzo "di tutte le tradizionali tecniche utilizzate su altri mosaici, dovevamo capire dove ci fossero dei vuoti, ma noi sentivamo vuoto praticamente ovunque". "Le tavelle erano poi rivestite da una malta che che si presentava però come un mastice che non si degrada ma si vetrifica in una sorta di effetto cracklè (ovvero screpolato)". Un lavoro complesso, cha ha richiesto vari studi e numerose consulenze e che però si è concluso nel migliore dei modi ovvero ha fatto ritornare ad antica bellezza il Battistero.
La scoperta del corallo nel mosaico
L’ultima parte ad essere restaurata è stata l’abside (definita per la tipologia anche “scarsella”), rivestita sulla volta e sull’arco trionfale da meravigliosi mosaici che furono eseguiti probabilmente nella seconda metà del XIII secolo quando ancora si lavorava alla realizzazione di quelli della Cupola, che secondo la data qui iscritta avevano preso avvio verso il 1225. I mosaici sulle pareti, invece, risalgono al primo e al secondo decennio del Trecento.
Oltre ad aver trovato tracce d'oro su uno dei capitelli dei matronei, che potrebbe essere la prova che in origine fossero tutti dorati, un'altra scoperta ha reso il restauro ancora più prezioso. "Ad oggi non conosciamo altri mosaici dove sono stati utilizzati coralli, quindi al momento gli archi trionfali della scarsella sono gli unici mosaici al mondo ad averli. In particolare sono stati usati, sia in rametto che tagliati in sezioni, per le sfumature rosate delle guance dei profeti", aggiunge Agostini.
Il nuovo cantiere per il restauro della Cupola
Potrebbe essere un lavoro quasi decennale quello che interesserà la cupola del battistero che interesserà una superficie di ben 1.200 metri quadrati. Il cantiere prenderà il via in autunno e fare previsioni sulle tempistiche è quasi impossibile anche se già si parla di circa 6 o 7 anni. "Per quanto riguarda la cupola - dichiara Agosti - non possiamo dire molto, stiamo ancora studiando. Avremo informazioni certe solo dopo aver montato il ponteggio così da poter studiare da vicino ciò che adesso possiamo vedere solo da terra".
Il ponteggio però sarà sfruttato non solo per il restauro, ma anche per far ammirare ai visitatori da vicino le meraviglie artistiche della cupola, ovviamente le modalità di fruizione ancora non sono state illustrate. "Il nuovo cantiere per il restauro della Cupola - spiega Samuele Caciagli architetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore - sarà una struttura costituita da una colonna centrale, con appoggio a terra, e da strutture orizzontali collocate a circa 15 metri da terra. A partire dalla base della cupola, il ponteggio verrà strutturato su tutto il perimetro. Lo stesso verrà innalzato sino a coprire tutte le superfici interessate dalle lavorazioni di restauro".
Questi importanti lavori di restauro sono fondamentali "perché oggi e in futuro chi entra in Battistero possa condividere l’invito iscritto in latino nello Zodiaco duecentesco, intarsiato nel pavimento: 'Qua vengano tutti colore che vogliono vedere cose mirabili'", commenta Annamaria Giusti, consulente storico-artistico.