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Rapa Nui, le 'teste di pietra' sono malate: restauro fiorentino per salvarle

Il progetto del restauratore Lorenzo Casamenti dell'Istituto de' Medici contro i licheni. "Puntiamo a trasferire conoscenze e capacità tecniche alla popolazione dell'isola di Pasqua"

I moai dell'Isola di Pasqua (Rapa Nui), enormi e misteriose sculture in pietra note in tutto il mondo e riconosciute patrimonio dell'umanità Unesco, sono 'malati'. Ma il restauratore Lorenzo Casamenti (nella foto sotto), responsabile dell'istituto "Lorenzo de' Medici" di Firenze, è riuscito 13 anni fa a trovare una sostanza biocida che sta permettendo il loro restauro e conservazione.

In Cile, dopo aver compiuto un nuovo sopralluogo sull'isola nell'Oceano Pacifico, distante 3.600 chilometri dalla terraferma, Casamenti ha spiegato all'agenzia Ansa.it di aver raggiunto un accordo con la comunità indigena Ma'u Henua, per sviluppare una collaborazione per la conservazione del moai.

Si tratta, ha spiegato, di "un progetto di formazione per la gioventù di Rapa Nui in modo che sia essa a recuperare e proteggere il patrimonio archeologico dell'isola, appartenente in primo luogo alla popolazione locale e poi all'intera umanità".

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Prima di rientrare in Italia, Casamenti ha ricordato il suo primo viaggio nel 2009 quando scoprì che "la pietra dei moai era attaccata in modo molto grave dal proliferare di licheni, una sorta di cancro della pelle che produce nelle statue dei buchi profondi".

Le autorità locali - spiega l'agenzia Ansa.it - avevano assicurato che avrebbero esaminato e risolto il problema "nel giro di tre anni" ma, ha sostenuto Casamenti, "la situazione era davvero grave per cui riuscii ad ottenere l'autorizzazione per portare in Italia alcune pietre attaccate dai licheni da far esaminare in un laboratorio specializzato".

Le analisi, finanziate dall'istituto de' Medici, "hanno permesso in trenta giorni di individuare la sostanza biocida specifica, un equivalente di un antibiotico umano, che sta permettendo di recuperare le statue imponenti che si affacciano sul Pacifico".

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Tutto il progetto del restauratore italiano punta a trasferire le conoscenze e le capacità tecniche alla popolazione di Rapa Nui, e per questo già in passato è stato organizzato un seminario con studenti dell'isola, ingegneri, guardie del parco e cinque studenti della scuola di restauro italiani. "Sono convinto - ha detto Casamenti ad Ansa.it  - che se impari la tecnica di conservazione e sei un rapa nui, lo farai con molta più passione di un'altra persona che viene da fuori. Per questo nel 2009 è stato siglato il primo accordo tra la Conaf locale e la Scuola di Arti Applicate".

"Il lavoro da fare è molto, e dovrà essere realizzato per anni, perché i moai sono quasi un migliaio" ha concluso il restauratore che tornerà sull'isola di Pasqua a marzo 2023, per tenere un grande incontro con i giovani che studiano a Rapa Nui.

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